martedì 16 giugno 2015

"io mi ricordo quattro ragazzi..." - ricordi di (im)maturità

Domani cominciano gli esami di maturità e penso a quelle migliaia di studenti che questa notte ascolteranno Notte prima degli Esami, come da tradizione, e si troveranno in qualche parchetto con gli amici o ripasseranno freneticamente fino all'alba, aspettando qualche soffiata sulla traccia dall'amico che tiene sotto controllo quindici siti diversi.
Io me la ricordo come fosse ieri, la mia notte prima degli esami. Mi ero trovata con la mia amica M., il suo fidanzato di allora e il mio fidanzato di adesso, che all'epoca era solo un amico, e avevamo ripassato tutto il programma d'italiano, Dante compreso, con un'attenzione particolare a Pirandello, ché si diceva che sarebbe uscito lui come analisi del testo (ovviamente non uscì, invece, e ci toccò Levi). 
Alle due, spossati ma senza un briciolo di sonno (troppa ansia, troppa adrenalina, troppo tutto), c'eravamo raccolti intorno all'iPod del fidanzato di M. e avevamo ascoltato Notte prima degli Esami, versando qualche lacrima di panico ma anche di commozione per quella notte "ancora nostra" in cui ci sentivamo così grandi e così piccoli insieme, ad un passo dall'agognata libertà e al contempo spaventati da quel che il futuro ci avrebbe riservato. Ci tenevamo per mano, promettendoci che non ci saremmo mai persi, che saremmo stati amici per sempre, indipendentemente dalle strade che stavamo per intraprendere, tanto diverse: M. che andava a studiare cinese e sognava di completare gli studi a Shangai, il mio fidanzato che si sarebbe trasferito in un'altra città, io che per allora ero convinta di iscrivermi a giurisprudenza, e avrei cambiato idea proprio durante la maturità. 
È uno dei pochi ricordi felici di quelle settimane d'angoscia. A chi mi diceva che la maturità sarebbe stato solo il primo, e il più facile, di una lunga serie d'esami ora che me ne manca uno soltanto e ho già una discussione di laurea alle spalle mi sento di rispondere che per me non è stato affatto così. Non ho mai più studiato come in quei giorni - studiato fino a perdere la concezione del tempo, dimenticandomi di mangiare e di bere. Non ho mai più provato una delusione tanto cocente come quella del pomeriggio in cui uscirono i voti degli scritti e seppi con certezza matematica che non avrei preso 100. Non ho mai più vissuto l'ansia dei giorni dell'attesa dell'orale, il terrore di fallire, di non essere all'altezza delle aspettative, di non prendere il massimo e di non superare almeno il 90. Non ho mai più sperimentato la sensazione di sollievo e di leggerezza di quando mi sono alzata dalla sedia e, frastornata, sono uscita e ho capito di essere finalmente libera da quella prigione di ingiustizie e di ipocrisie.
Per me la maturità non è stata una prova di forza, spartiacque tra la vita da adolescenti e quella da adulti, come mi era stato promesso da insegnanti e professori, è stata un'infusione di veleno, un corso di disillusione. Ho visto la mia compagna di banco, diligente e buona, sempre generosa e studiosa, prendere un umiliante 29 agli scritti e uscire con un voto più basso di gente che per cinque anni s'era trascinata debiti e insufficienze, ho visto dare lo stesso voto all'orale a un ragazzo che partiva da un voto bassissimo ma che si voleva a tutti i costi far uscire con 60 e al mio amico N. che aveva la media dell'otto e non riuscì ad arrivare neppure all'80. Ho perso la stima di molti miei professori in quelle tre settimane e ho pensato che tutta la fatica che avevo fatto, riuscendo a conquistare la media dell'8,9 al quarto anno nonostante l'anoressia, quella del 9 e passa al quinto nonostante la bulimia, fosse stata inutile se non addirittura controproducente. Tanti sacrifici e notti insonni per non prendere neppure 100. Era un numero, uno stupido numero che nessuno mi avrebbe mai chiesto, ma io ero sicura di essermelo meritato, di essermelo sudato, più di quanto abbia mai pensato di meritare i trenta presi all'università. 
E a chi mi dice che la maturità mi ha resa più forte, insegnandomi a non riconoscermi in un numero, ad accettare le delusioni, posso dire che alla fine l'ho imparato, ma troppo tardi: ora lo so e posso anche permettermi di riderci sopra - su quel 92 che poi, per un buffo scherzo del destino, toccò l'anno successivo anche alla mia amica L., un altro 100 mancato - ma all'epoca non mi insegnò nulla, se non a odiarmi un po' di più, perché non ero riuscita a raggiungere il mio obbiettivo che, guarda un po'!, era sempre un numero.
La maturità no, non la rifarei per nulla al mondo. Ma la notte prima del tema, quella mi piacerebbe riviverla, con le stelle nel giardino di M. e tutte quelle promesse non mantenute, notte di lacrime e preghiere, davvero.
E voi, ve la ricordate la vostra notte prima degli esami? 

(Un post intero senza parlare di cibo, di grasso e di diete. Segnatevi questa data, fanciulle!)

38 commenti:

  1. E chi la dimentica... 15 giorni di pianto ininterrotti...pensavo di morire disidratata! :)
    la notte prima degli esami l'ho passata con i miei amici, quelli che sono qui ancora oggi dopo 8 anni (ohmiodio 8 sono proprio tanti)! che sono la mia vita, sono la mia ancora di salvezza e il mio lavoro a tempo pieno!

    La prima prova ero tranquillissima, le materie umanistiche non sono mai state un problema, dal pomeriggio dopo la prima prova all'esame orale è stato tutto un pianto!

    adesso lo ricordo con tenerezza ma in quei giorni ero davvero l'agitazione fatta persona!

    gli esami universitari sono diversi, l'esame di maturità è più impegnativo soprattutto emotivamente, per me lo spartiacque tra adolescenza e crescita sono stati i primi mesi di università... li davvero è cambiato tutto, in meglio! :)

    E cmq maturandi non preoccupatevi si copia che è una bellezza!! ;) in bocca al lupo a tutti!!!

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    1. Per me l'agonia è stata anche lunga, oltre che pesante. Ho finito il sette luglio, pensa un po'! Non ne potevo più, volevo solo poter chiudere i libri e dormire per settimane!
      Comunque, sì, all'università non c'è tutta quella pressione psicologica. Se non passi un esame puoi ridarlo e, comunque, non è un esame a condizionare cinque anni, cosa che trovo ridicola e scorretta!
      Un bacio!

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  2. Questo post potrei averlo scritto io! Non fosse che la "mia" notte prima degli esami l'ho passata a casa, e poi a singhiozzare nel letto, per la mia mamma che non c'era più e che mi avrebbe potuto guidare, per la paura e l'emozione ... E poi, cinque anni di vita di fatiche di soddisfazioni letteralmente bruciati dalla poca preparazione che ci avevano dato i nostri prof è da una commissione particolarmente infame.
    Un voto insoddisfacente, un buonissimo voto ma che mi ha lacerata dal dolore quando mi sono confrontata con amiche e amici di altre scuole e che avevano affrontato commissioni meno bastarde, e avevano preso più di me. Quando ho fatto un test all'università ed ho preso meno di una mia amica perché il mio voto della maturità era inferiore. Cazzo, la frustrazione provata durante il periodo della maturità non è stata paragonabile con più di 30 esami, con due tesi, con due discussioni di laurea, con niente altro.
    Mamma mia!!!
    Un abbraccio cara. Meno male che l'amore è amooooreeeeeeeee!

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    1. Figurati che io i primi mesi di università sono quasi andata in crisi perché i miei compagni di corso avevano preso quasi tutti 100, qualcuno addirittura 100 e lode, ed io temevo di non essere all'altezza del percorso che avevo scelto. Poi, per fortuna, già dalla prima sessione d'esami ho potuto ricredermi, e dimenticare il mio 92!
      Un bacio!

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  3. È come si fa a dimenticare? Erano bei tempi, quei cinque anni si che sono stati una vera pacchia, tornerei indietro però senza rifare gli esami perché alla fine sono una vera cacata, , anche io avevo aspettative superiori, come dici te, sempre legate ad un benedetto numero, è quanto ho pianto quando ho visto che non ero riuscita a raggiungerlo (Bhe è la vita)è vedere degli asini avere voti superiori@sono stati anni di vera spensieratezza! !Ricordo tanta paura

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    1. Credo che i voti regalati a chi non li merita siano ancor più dolorosi di quelli sottratti a chi li avrebbe meritati. Mah, che dire, per me la maturità è stata la degna conclusione di cinque anni stressanti e pieni di ingiustizie e dissapori. Non tornerei indietro per nulla al mondo, davvero. :)

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  4. Cosa insolita, che mi fa un po preoccupare, come mai in questo post non hai accennato la parola cibo? ?

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    1. Scusa l'intrusione, sarà pure una cosa "insolita" per lei, ma sicuramente non c'è da preoccuparsi, anzi. Non pensarci - o pensarci meno del solito - è soltanto una vittoria!

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    2. Nessuna intrusione. .anzi è un piacere! Si hai pur ragione si tratta di una vaga vittoria!

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    3. Non vuol dire che non ci stia pensando, ma provo a convincermi che la mia vita si svolge quando scendo dalla bilancia :)

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    4. Perchè vaga?! Non la chiamerei proprio così....

      Ci ha parlato di un suo ricordo, di una sua idea, senza riportare tutto al peso... è una cosa fantastica... Sono contentissima di questo!!

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  6. 364 giorni fa precisi. Ricordo bene che sono uscita con il resto della mia classe, classe con cui io non mi trovavo affatto bene, ma con cui alla fine dei cinque anni avevo stretto un seppur minimo rapporto.
    Eravamo andati in un pub qui vicino, avevo preso la birra alla ciliegia di cui adesso neanche saprei ricordare il sapore - e che non ho preso mai più. Non ero impanicata, non avevo ansia, non avevo nulla, volevo solo finire al più presto degli esami.
    Ricordo di aver scritto, intorno alle 9 di quella sera, a Ragazzo... Chiedendogli se potevo passare a casa sua solo per un saluto già che ero in giro e avrei comunque dovuto fare quella via per tornare a casa. Ricordo anche la sua risposta negativa.
    Ricordo che dopo questa risposta non mi sono più limitata a una birra ma ho cominciato a bere vodka in tutti i gusti possibili. La mia migliore amica e il suo ragazzo di allora, che erano lì con me, mi hanno aiutato.
    Alla fine, prima di tornare a casa, avevo smaltito un po' di alcool e alla sbornia triste è subentrata la sbornia allegra. Mi sono cominciata a divertire e alle tre e passa di quella notte/mattina ancora cantavo e ballavo per la via.
    Ma io l'ansia, l'agitazione, la paura non riuscivo proprio a sentirla. Continuavo a ripetermi che era solo la prima prova, che tanto l'analisi del testo non l'avrei mai scelta, quindi studiare era inutile e controproducente.
    E poi io, il 18 giugno, già sapevo quello che sarebbe stato il mio futuro. Sapevo già di essere entrata a Medicina, di stare qui a Roma, di aver comunque la strada delineata.
    Continuavo a ripetermi che il voto della maturità non sarebbe servito a nulla, tanto ad arrivare a 60 ci arrivavo senza problemi e tutto il resto sarebbe stato inutile.
    E con questo spirito ho affrontato REALMENTE gli scritti. Nonostante dicevo a tutti che ero agitata e che ambivo in alto (perché tutti avevano questa idea di me). Io ero quella candidata al 100, prima di iniziare la maturità, io e altre due mie compagne di classe.
    Mi sono presentata con 9,77 di media e 22 crediti, dovevo arrivare ALMENO a 95, continuavano tutti a dirmi.
    Ho preso 38 agli scritti, 12 al saggio breve (che mi ha fatto piangere per giorni!), 12 alla versione di greco e 14 in terza prova.
    60 e neanche avevo fatto l'orale. A quel punto ho rivisto le mie priorità... Al 100 matematicamente non sarei mai arrivata, ma al 95 sì. E lì ho cominciato a sentirmi in dovere di prenderlo, perché io ero quella intelligente. Silvia era quella bella, Martina quella dolce, Alessia l'oca, Giulia quella amata, Chiara la sportiva, Ludovica la simpatica. Io ero quella intelligente. E allora, la notte del mio orale (e quella per me è stata la vera notte di lacrime e preghiere), pensavo fosse l'unica cosa che potevo essere.
    Ho fatto l'orale il 25 giugno, la terza della mia classe e di tutte le sezioni del classico, e il professore di Greco (interno nella commissione nonché coordinatore di classe) il pomeriggio stesso mi ha detto il voto dell'orale. 28.
    VENTOTTO, un banalissimo, stupidissimo, tristissimo ventotto.
    Il conto è semplice. 60 + 28 = 88.
    Neanche al 90. Non ero arrivata neanche al 90.
    Sono stata zitta, mi sono sentita una fallita per giorni mentre mantenevo il segreto di questo voto che non rappresentava per niente il mio percorso al liceo. E alle continue domande, come è andato?, sono usciti i risultati?, allora? la mia risposta era sempre quella "non lo so, no".
    Sono partita in vacanza il giorno stesso in cui sono usciti i quadri. Nono ho voluto sentire nulla da parte della mia famiglia e dei miei amici. Sono tornata un mese dopo delusa, amareggiata ma ormai quel giorno era troppo lontano per parlarne ancora.
    Anche per me la maturità è stato l'esame della disillusione, che comunque è continuata anche ora all'università. È stato, più che altro, l'esame che mi ha fatto iniziare ad aprire gli occhi su quello che sono alcuni professori e alcuni eventi della vita.
    (p.s. alla fine le altre due compagne candidate al 100, il 100 l'hanno preso sul serio).

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    1. Io agli scritti ho preso 39 (colpa di fisica in terza prova, una domanda l'avevo lasciata addirittura in bianco!) e la cosa più assurda è stata che dopo il mio orale - durato un'ora e mezza ma, per fortuna, andato molto bene - la prof di greco venne a cercarmi in corridoio per dirmi che la commissione s'era pentita di non aver trovato il modo di farmi arrivare a 40, così avrei potuto avere 70 tra scritti e orale che è la conditio sine qua non per accedere al bonus e, di conseguenza, arrivare a 98, se non proprio a 100 (partivo da 23 crediti, quindi per prendere 100 avrei dovuto fare almeno 42 agli scritti). Quella confessione è stata ancora più dolorosa, ci sono rimasta male per giorni perché era venuta a dirmelo proprio lei che nella versione mi aveva dato 14 correggendomi una parola. Una singola, inutile parola. Mi sono sentita ancora più presa in giro, anche se qualche mio compagno ha cercato di tirarmi su il morale dicendo che il mio 92 era più onesto del 100 di una compagna ottenuto con cinque punti di bonus. Ma, vabbè, alla fine sul foglio c'è solo il numero, non è specificato come lo si sia raggiunto.
      Detto ciò, dare 28 all'orale a chi con 30 arriverebbe a 90 è un gesto davvero meschino. Come al solito si aiuta chi deve arrivare a 60 e gli altri si aiutano da soli.
      Un bacio!

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  7. Ciao, innanzi tutto ti dico che la mancanza del peso all'inizio è stata la prima cosa che ho notato e per questo avevo pensato di farti i complimenti già prima di leggere il post ^^
    Poi comincio col dire che una delle mie sorelle (quella di mezzo) si prepara ad affrontare quest'anno la maturità e un po'mi dispiace non essere accanto a lei. La seguo un po'a distanza, ho i miei esami da preparare e in questi giorni ci siamo sentite meno di quanto avrei voluto.
    Della mia maturità ricordo con dolcezza tutto il mese precedente: quell'estate ci saremmo messi insieme con P, ma allora ci eravamo conosciuti da poco (a metà maggio) ed essendo lontani un migliaio di chilometri avevamo preso l'abitudine di fare lunghe telefonate, di solito verso il tramonto. Ricordo queste giornate che si allungavano sempre di più e io seduta alla finestra della mia stanza di Messina immersa in una specie di luce d'oro liquido mentre parlavo con P. Un paio di giorni prima della prima prova avevamo discusso del mio continuo sognare labirinti e gli avevo parlato di Escher, che lui non conosceva... e il saggio breve della prima prova ebbe poi come argomento il labirinto (e tra le immagini c'era un disegno di Escher). Da quel giorno lui prese a chiamarmi per gioco 'la strega siciliana' e a chiedermi di profetizzargli qualcosa.
    Ricordo le partite degli europei di calcio che non seguivo, capendo chi aveva segnato solo dalle urla di gioia o di delusione dei vicini.
    Poca ansia prima degli scritti, lo stupore per le reazioni successive alla versione di greco che era di Aristotele, ma che non era poi così ostica come i giornali avevano fatto credere il giorno dopo. L'esercizio di fisica della terza prova passato all'interno di una gomma a tutta la classe dalla mia compagna brava nelle materie scientifiche.
    Il panico solo prima degli orali, la notte mezza in bianco passata a sfogliare compulsivamente libri fino alle quattro finchè mia madre non era venuta incazzatissima a spegnermi la luce a forza (che sia stato quello l'imprinting per ogni esame di adesso, dove però non c'è mia madre che mi spegne la luce e faccio sistematicamente solo un paio d'ore di sonno?:P)
    La sensazione di leggerezza dopo aver finito.
    La maturità è stata una scheggia, in fondo, passata più in fretta di quanto potessi immaginare... perchè ero tutta proiettata al dopo, a quando l'avrei superata, a quando non avrei avuto più nulla a che fare con la mia classe di merda, a quando mi sarei goduta mare e granite con brioche, a quando mi sarei vista con P a Cracovia a fine luglio, a quando mi sarei iscritta a quella fantomatica facoltà di lettere classiche.
    L'estate 2012 ho provato una felicità che ho avuto l'impressione di non ritrovare più, che ho rimpianto nei momenti più bui, che ho rimpianto fino a qualche mese fa... momenti bui che sarebbero venuti solo dopo, però. In quegli istanti nulla era ancora contaminato dalla malattia, c'ero solo io che vivevo con l'impressione di essere slegata da qualsiasi cosa, di avere il mondo in mano, di respirare una dolcissima libertà.
    Il dolore è arrivato dopo, quando mi sono cacciata in altre gabbie.
    Allora ero viva e piena di luce.
    E niente, grazie di avermi fatto ripercorrere un po'quei momenti.
    Un abbraccio.

    PS alla fine con P ci siamo rimessi insieme. Non mi prendere per matta, ma penso che fosse un po'destino che tra me e lui ricominciasse.

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    1. Anche per me l'estate post maturità è stata una bella estate, anche se forse l'avevo caricata di aspettative eccessive (come faccio sempre) e quindi alla fine è riuscita lo stesso a deludermi. L'unico ricordo dolce che ho della maturità, invece, è proprio legato alla seconda prova, anche per me greco, ma Platone.
      Mi ricordo che quel giorno il cielo era grigio e faceva freddo e io ero triste perché sapevo che sarebbe stata la mia ultima versione di greco (mi ero iscritta a giurisprudenza, avevo già fatto e passato il test e pagato la prima rata!) e mi sembrava che stesse per finire un'era della mia vita. Dopo aver consegnato sono corsa fuori in lacrime. Ero un po' provata dallo stress di quei mesi ed ero già una nostalgica patentata quindi le due cose ebbero quest'effetto, tanto che la prof di greco mi seguì perché credeva che mi fosse andata male la versione, e invece io piangevo perché era l'ultima e non volevo che lo fosse.
      Davvero patetico.
      Quel pomeriggio invece di studiare mi misi a cercare informazioni sulla facoltà di lettere classiche e cestinai l'idea di diventare avvocato ;)
      Un bacio!
      p.s.
      Non credo nel destino ma, mio malgrado, credo nei legami più forti delle avversità e se pensi che il vostro lo sia, allora è la cosa giusta.

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  8. a me toccherà l'anno prossimo, ma in Svizzera è diverso, forse è peggio, forse è meglio, non lo so. In pratica, ho molti più esami (scritto e orale di ogni materia in giorni diversi), e quindi non c'è un solo orale, ma sono tanti, e poi, forse, emotivamente è diverso, perché noi facciamo gli esami andando contemporaneanmente a lezione. Cioè, un giorno faccio il tema di italiano, poi ho altri due giorni di lezione, e poi il giorno dopo faccio l'esame di un'altra materia. Non so, a me sembra più ansiogeno, però magari eviti di struggerti dalla paranoia a casa. E poi non c'è un unico voto, ecco, ma voti singoli per ogni materia, e alla fine del liceo ti ritrovi con un attestato in cui ci sono scritti tutti i tuoi voti, non un unico numero come in Italia.
    Non so come sarà, so che mi sto facendo le paranoie già adesso anche se manca un anno, o quasi, ma so che la mia notte prima degli esami la passerò a casa, che non sono mai stata brava a ripassare con nessuno e figuriamoci se me la sentirò di uscire, quel giorno. E chissà se rimarrò ancora in contatto con gli amici del liceo, che a pensarci bene sono i primi amici che abbia mai avuto sul serio, ma ci sparpaglieremo tutti tanto, già lo so, che nella parte italiana della svizzera c'è solo un'università, piccolina in realtà, e tutti gli altri vanno a studiare o nella parte francese o in quella tedesca, e quindi sarà inevitabile, il disperdersi.
    Spero, in ogni caso, di non perdere la stima che ho per certi insegnanti, cosa che proprio non vorrei, perché adoro la maggior parte di loro, e li ho sempre reputati giusti nel valutarci e soprattutto molto umani e preparati.
    Un abbraccio,
    Minerva
    ps: sei stata grande, a non scrivere il tuo peso, in questo post. Forse me ne sono accorta solo io, però quand'ho visto che non l'avevi fatto, ecco, mi sono illuminata.


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    1. Minerva, carissima, sono sicura che la tua maturità sarà un successone! Ad ogni modo, conosco due ragazze che hanno frequentato il liceo nella svizzera italiana, conosciute grazie ad uno scambio con la scuola che mi ha portata per cinque mesi in Australia - e secondo me l'organizzazione della maturità svizzera in realtà è meno ansiogena, proprio perché avviene in itinere, quasi come se si trattasse di compiti in classe "normali" e non di esami (toglimi una curiosità, ma li chiamate ancora espe i compiti in classe?), però forse è anche più difficile a livello di concentrazione. Non saprei, fossi ministro dell'istruzione comunque la cancellerei! :)
      Un bacio!

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  9. Come dimenticare l'ansia di 2 mesi interi di ripetizione? Nessuna lacrima, ma nervosismo ed ansia. Il mio misero 72 è stato la media di tutti gli anni ma, nonostante la presidentessa mi fece una pezza, credo fosse il voto che meritavo. Solo 2 ragazze hanno meritato il proprio voto (60 e 69), mentre sono volati voti dall'80 in poi senza che meritassero!!! La rabbia la provo ancora adesso.

    La mia notte prima degli esami è stata banale, ho digiunato e ripetuto. Non ho ascoltato musica, non ho parlato con nessuno. Sola nella mia stanza. Bella, eh? Solo prima dell'orale ho fatto qualcosa: c'era il mio attuale fidanzato, al quale ho ripetuto la tesina almeno 3 volte... Amavo il liceo che frequentavo, ma neppure io rifarei la maturità, la voglio solo mandare a quel paese, sperando ci vada pure la presidentessa.

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    1. Pensa che nella mia classe ci sono stati solo quattro voti sopra l'ottanta! I miei professori dicevano che il voto di maturità doveva rispecchiare la media dei cinque anni, e così gente che aveva 7,4 prese un voto tra il 70 e il 75 e cose del genere. Un'assurdità, considerando il fatto che c'è una bella differenza tra chi ha la media del 6 e poco conquistata con i propri sforzi e chi invece si è portato dietro debiti per anni.
      Ma, vabbè, è andata e non rivanghiamo vecchi rancori! Un bacio!

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  10. Ciao carissima!
    Bello questo post, racconti un po' di te, oltre i soliti argomenti, ne sono felice!

    La notte prima degli esami fu, per me, una notte angosciante e piena di tristezza. Ero sola, senza nessun amico vicino. C'erano i miei genitori, come sempre distratti e persi da altri problemi... in quel momento avrei voluto altri accanto a me.
    Nessuno mi aveva chiesto di uscire - complice (ma non una giustificazione) la "lontananza" di una decina di km - ed io ero persa nei dubbi, nelle paure, mi convincevo che avrei fallito, che sarei stata un fallimento. (Un po' come adesso)
    Piansi tanto, lacrime mi rigarono il viso per almeno un'ora.
    Ascoltai una ventina di volta la canzone, "Notte prima degli esami" e ricordo che andai in terrazza a guardare le stelle e pregai Dio.
    Agli esami detti il meglio di me stessa, mi impegnai, anche se dopo le prove credevo di aver fatto un flop assoluto.
    Non sono passata con una grande votazione, 85, ma considerando i miei 40 agli scritti fui molto soddisfatta.
    Furono tutti (o quasi) molto gelosi di tale risultato, quando in realtà gli anni prima avevo combattuto contro le ingiustizie, in particolare quella di'esser rimandata per un cinque ad informatica, con la media dell'otto in terza superiore. Fu per me un dramma. Troppo dolore che mi portò forte insicurezza negli anni successivi.
    Fu un po' la mia "rivincita" contro quella professoressa assassina e accanita contro di me,colei che addirittura mi aveva dato della "stupida" davanti a tutti.
    Non ci tornerei mai, neanche se mi pagassero fior di quattrini.
    Mai perchè la classe che ho avuto era piena di persone, non cattive, semplicemente indifferenti, egoiste.
    Mai per i professori, da dimenticare per la loro incomprensione, i rimproveri ingiusti, la rabbia contro di me e le valutazioni sbagliate.
    L'unico che si salva - ma che purtroppo non si è salvato nella realtà (è morto di tumore in quinta superiore) è stato il mio professore di diritto. Colui che mi ha trasmesso una passione, quella per la legge.

    Un abbraccio Euridice!

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    1. Mi dispiace per il professore di diritto, la vita è ingiusta anche in questo, purtroppo.
      Anche se è bello che ti abbia passato una passione così forte e che, in qualche modo, continui a vivere così nei tuoi ricordi. Anche io sono riconoscente alla mia prof di greco e latino per avermi fatta appassionare a queste materie così insolite, così ostiche e all'apparenza inutili, e nonostante durante gli anni del liceo abbia spesso criticato la sua severità, ora riesco ad apprezzarla fino in fondo, anche per le sue richieste esagerate, le sue pretese eccessive, che mi hanno insegnato a studiare anche le note a piè di pagina e ad essere sempre pronta a qualsiasi domanda in un esame! :)
      Un bacio!

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  11. sembra che mi hai letto nel pensiero.. le ingiustizie che ho passato io penso pochi... sempre presente a lezione a prendermi gli 8 , i 7 e anche i 2.. mente gente veniva solo per farsi itnerrogare e in più quando dicevano loro... alla seduta d'esami siamo stati trattatitutti allo stesso modo ne più e ne meno... la prof che ci voleva far fare gli esami di nuovo a fatto compiuto solo perchè non siamo andati a ringraziarla... con i compagni ci siamo persi tutti.. o quasi.. che dire 5 anni de mierda e non rimpiango nemmeno un minuto di quei cinque anni. non tornerei indietro nemmeno se in mezzo ci fossero soldi...

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    1. Pensa, la mia prof di fisica dell'ultimo anno interrogava il giovedì alla prima ora e metà classe entrava costantemente alle nove per evitare di essere interrogata. Alcuni erano talmente sfacciati da presentarsi solo una volta al mese, offrirsi volontari e poi non comparire più per altre cinque o sei settimane. Lei non faceva una piega e interrogava i presenti. Me, per esempio, troppo onesta o troppo stupida per seguire l'esempio dei miei compagni, che mi prendevo i miei ripetuti 4, un giovedì sì e l'altro no. Per tutto l'anno minacciò di andare a prelevare i "furbi" durante le ore dei suoi colleghi e interrogarli a tradimento ma non lo fece mai.
      Un bacio!

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  12. Quanti ricordi leggere questo post... ma ero già in modalità "passato" vedendo per televisione i servizi sugli esami. Io frequentavo il serale all'epoca ma gli esami li ho fatti alla mattina insieme a tutti i ragazzi, mi sentivo una vecchia XD Ad ogni modo io ero andata bene durante l'anno e anche durante gli scritti, all'orale sono andata nel pallone più completo. Sono uscita con 82/83 non ricordo. Era e sono tutt'ora demoralizzata... Ti abbraccio :*

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    1. Mi ha fatta sorridere l'idea che tu possa non ricordarti del voto che hai preso alla maturità. Sei una delle poche al mondo, credo, dato che le madri dei miei amici, la mia, la vicina di casa, chiunque senta parlare della maturità ricorda il proprio voto e vicende ad esso legato. Ma non è un voto per il quale demoralizzarsi, ti pare?
      Un bacio!

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  13. La notte prima io invece non la ricordo.. Ricordo solo che finita la scuola sono stata in casa a studiare x due settimane (mai stata in casa a studiare, facevo i compiti e leggevo ma non mi sono mai sbattuta troppo ecco..) con una tabella di marcia: Dalle 8 alle 12 e dalle 15 alle 21..
    Ricordo che era quasi scontata una traccia sola costituzione visto che era imminente l'anniversario, ma a me la prima prova faceva paura xke indipendentemente da che traccia ci fosse stata io i temi non li so scrivere.. Alla fine andai a letto presto sperando x il meglio, la mattina mi svegliai in ritardo e arrivai appena in tempo.. Scelsi una traccia che trattava il nuovo modo di scrivere dato da sms e chat, quindi abbreviazioni, k, cmq, e presi infatti il mio solito appena sufficiente (tanto che all'orale avevo la prof esterna e dissi "tranquilla so di fare pena a scrivere). X fortuna all'orale mi chiede di cosa volevo parlare e parlai di Pirandello e a momenti non si alza in piedi x farmi un applauso xke le dissi veramente tutto anche il numero esatto di novelle nella raccolta ' novelle x un anno' e soprattutto x aver detto una frase della mia prof "x Pirandello non esiste un'unica realtà, ma ognuno ha la sua, come quando si rompe uno specchio e ogni pezzo riflette una realtà diversa" xD

    Ricordo xo molto bene la fine: Dopo la settimana di scritti, avevo l'orale la settimana dopo al giovedì o venerdì mattina, alla sera mi sono fatta in super aperitivo e anche le sere dopo tra feste e uscite mi sono sfogata..

    Purtroppo durante la cena di classe (proprio la sera prima dei risultati) i prof ci hanno mezzo detto i voti facendoci capire che non erano lontani dalla media dei nostri 5 anni.. E infatti sono uscita con 75, e va beh poco mi importava

    Mi dispiaceva solo xke avrei perso le compagne di classe, sarei stata in casa con mio padre.. Mi sentivo a casa in quella scuola, organizzavo i tornei e le assemblee, mi divertivo tantissimo :)

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    1. Anche io sono stata alla testa dell'organizzazione scolastica, rappresentante etc, eppure non tornerei al liceo per nulla al mondo.
      La questione di dare i voti in base alle medie la trovo altamente ridicola, anche perché è matematicamente impossibile prendere la media del 10, quindi nessuno dovrebbe prendere 100. Purtroppo si sente più spesso di quel che pensi e penalizza soprattutto la fascia "media" di quelli che hanno sempre fatto il loro lavoro, magari senza brillare ma anche senza aver bisogno di aiutini e trucchetti, come la mia amica che aveva la media del sei e poco e prese 62, come chi aveva preso sempre almeno un debito!
      Un bacio!

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  14. Anche io sono uscita con 92, sai?
    E ho visto il più stronzo, strafottente, menefreghista, arrogante e ignorante della classe prendere 95, con tutti i suoi bigliettini e quattro belle parole.
    La mia migliore amica, sempre studiosa e precisina, all'orale ebbe 14 punti. 14 su 30, neanche la sufficienza. Uscì con 67, quando poteva aspirare senza problemi all'80.
    Ce ne hanno fatte di ingiustizie, eccome...
    Al terzo o quarto anno avevo tutti 8 e forse un 9. Ma una prof stronza pensò bene di piazzarmi 7 in ed fisica. Ebbi di media 8,09 quando con 8,1 sarei rientrata nella fascia superiore. Ho perso uno o due punti per un fottuto 0.01.
    Ma non ho una bella storia sulla notte prima degli esami... Ripassavo da sola a casa mia e poi ho dormito .____.

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    1. Pensa che la mia amica L. all'ultimo anno ebbe la media del 9,08 e non del 9,1 per un motivo ancora più crudele: le diedero 9 in condotta e non 10, che le avrebbe concesso di avere il massimo dei crediti (ad un certo punto il sistema dei crediti è cambiato, perché quando mi sono diplomata io bastava la media sopra l'8,5 per avere il massimo della fascia) e per di più le diedero 28 all'orale, così nonostante avesse preso quasi il massimo agli scritti (42 o 43) uscì con 92.
      Dovrebbero toglierla di mezzo, la maturità.
      Un bacio!

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  15. Purtroppo non ricordo nulla nè della sera ne di tutta la settimana prima degli esami. Però ho un ricordo nitido dei singoli giorni d'esame.
    Avevo fatto un incidente in macchina un mese prima, mi avevano sfondato le portiere, persi le ultime verifiche e rovinai la mia media.
    Grazie all'incidente scoprii chi dei miei compagni era un vero amico e chi no. Eravamo 4 ragazze su 24 ragazzi, e con grande stupore mi son stati più vicini i maschi rispetto a quelle 3 arpie.
    Per fortuna facevo tanti corsi e volontariato per avere qualche credito in più.

    Sotto effetto di antidolorifici e altro (per dormire) andai a fare il 1° esame, ricordo bene come ero vestita, pantaloni verdi di cotone (a zampa, che tu ami tanto) e maglietta di lino bianca, cercavo un pò di refrigerio visto il caldo di quell'anno. Scrissi il miglior tema della mia vita, già da allora amavo scrivere, 2° esame progetto di un edificio, 3° esame estimo.
    Presi il massimo dei voti negli scritti, e meno male perchè sapevo che avrei fatto uno scivolone negli orali.
    Ero l'ultima dell'ultimo giorno d'esame, iniziai bene, parlai della mia tesina, tutti i professori erano soddisfatti tranne la prof di diritto, che tanto mi detestava, non vedeva l'ora di vedermi, mi fece una domanda mettendomi in difficoltà ed io mandai a puttane tutto il resto dell'orale.

    In quel preciso momento decisi che non avrei più fatto giurisprudenza.

    Tutto sommato uscii soddisfatta della mia valutazione, pur sapendo che, se non avessi avuto per 5 anni un brutto rapporto con quella stronza, avrei potuto fare di meglio agli orali, la mia croce da sempre.
    Un mese dopo lasciai la Brianza mi trasferii a 80 km di distanza mandando tutti a quel paese, iniziando la mia vera vita.
    Però, sarò sadica o masochista... li rifarei volentieri :) mi ero veramente divertita quella settimana d'esami.

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    1. Oddio, addirittura rifarli? Addirittura divertita? Beh, è un divertimento singolare studiare fino a cavarsi gli occhi e litigare con le prof di diritto :)
      Comunque c'è sempre la nemesi, io avevo un rapporto disastroso con quello di educazione fisica che quando portai il certificato dell'esonero (il medico mi aveva imposto di muovermi il meno possibile) per il sottopeso disse che erano tutte cazzate e mi fece fare lo stesso il test di corsa.
      Vabbè.
      Un bacio!

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  16. Io ancora non ho bellissime/tristissime storia da raccontare sulla mia maturità.
    Quello che però posso dire è che ho una paura assurda di quel periodo. Non vedo la maturità come un passo verso "l'agognata libertà", ma come un passo, il primo, in un abisso ignoto di cui non so nulla. Più o meno la stessa paura che mi fa la certezza del tempo che passa, del fatto che devo crescere.

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    1. Anche a me mette molta angoscia il tempo che passa, ma la maturità è davvero un passo verso la libertà, fidati. L'università è un mondo diverso e molto meno stressante, vedrai!
      Un abbraccio!

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  17. Io dovrò affrontare gli esami il prossimo anno, leggere il tuo post mi ha stetto lo stomaco, non so perchè, non è ansia...

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    1. Oddio, non volevo!
      Adesso dimenticatene, ci penserai a tempo debito!
      Un bacio!

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  18. Mio Dio.. Parola per parola. Io ho la media Dell 8.82. Ma ho fatto un esame di merda. E vedrò passarmi davanti fannulloni e teste di cazzo. E vabbè.

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    1. Per me gli esami di maturità andrebbero eliminati. Che senso ha mettere tutto in gioco in tre giorni, dopo cinque anni di lavoro? È surreale.

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