martedì 28 ottobre 2014

cibi irresistibili - top five



Peso: 68,7 kg

Ieri pranzo con amici. Loro prendono tutti un primo, qualcuno anche il dolce, mentre io vado di carpaccio di manzo. L’avrei scelto indipendentemente dalla dieta, non sono mai stata un’amante della pasta, mi sembra che mi lasci sempre insoddisfatta, che non mi sazi mai del tutto.
Comunque si parlava di lieviti, dato che anche un’altra ragazza del gruppo ha lo stesso problema, e ho destato la sorpresa generale dicendo che non mangio la pizza da metà agosto, più o meno. Una mia amica ha addirittura dichiarato che lei morirebbe se non potesse mangiare la pizza almeno una volta alla settimana. Invece a me non manca; cioè, un po’ mi manca andare in pizzeria, scorrere il menù sapendo che comunque ordinerò una margherita perché le pizze troppo elaborate non mi hanno mai entusiasmata, aspettare che il cameriere depositi la pizza, calda e fumante, davanti a me, assaporarne i primi morsi, ma non mi manca la sensazione di gonfiore, la pancia che tira, i crampi per tutta la notte. Non dico che non mangerò più la pizza per tutta la vita, ma non è tra i cibi ai quali non posso resistere.
La dietologa, al nostro primissimo appuntamento, mi aveva chiesto quali fossero i cibi cui non riesco a rinunciare per inserirli nella dieta ma sulle prime non ero riuscita a darle una risposta; il mio burrascoso rapporto con il cibo non mi ha mai permesso di stabilire quali siano le cose cui non posso rinunciare dato che negli ultimi sei anni ho alternato periodi in cui potevo rinunciare a tutto e periodi in cui mi sembrava di non riuscire di no a nulla.
Nel mio percorso verso l’agognato equilibrio c’è anche questa tappa, capire quali siano i cibi per me irresistibili, e quindi ho provato ad abbozzare una top five:
1.       Sushi – prima di cominciare la dieta mi concedevo un’abbuffata di sushi ogni tre-quattro settimane. La preparavo attentamente con ore ed ore di esercizio fisico e digiuno dopo la colazione, così da arrivare a cena affamatissima (so che è un errore enorme, in teoria, ma io volevo proprio arrivare nelle condizioni ottimali per un’epica abbuffata) e puntualmente a fine pasto riuscivo a malapena a muovermi dalla sedia. Attualmente non vado al giapponese da metà settembre e in quell’occasione avevo cercato di regolarmi fermandomi ai primi segni di sazietà. Mi viene voglia di sushi più o meno un paio di volte a settimana ma cerco di gestirla e rimandare il momento in cui rimetterò piede nel mio ristorante giappo preferito, croce e delizia.
2.       Aperitivo – io amo provare mille cose diverse, anche quando esco a cena con le amiche ci dividiamo sempre i piatti in modo da assaggiare un po’ di tutto, per questo i buffet degli aperitivi esercitano su di me un enorme fascino. Decine di sfizioserie, un bicchiere di vino con cui mandarle giù, chiacchiere con gli amici e si perde facilmente di vista il senso della misura. Ecco perché da quando sono a dieta ho abolito gli aperitivi. È stata una rinuncia enorme anche perché ne facevo davvero tanti – in certi periodi praticamente due cene alla settimana erano rappresentate da aperitivi – ma so che se decidessi di concedermi un aperitivo a buffet probabilmente non riuscirei a regolarmi. Non sono ancora pronta per andare in uno dei miei posti preferiti ma ci sto lavorando: qualche giorno fa sono stata ad un aperitivo di laurea e mi sono stupita della mia “parsimonia” nel riempirmi il piatto.
3.       Hamburger e steakhouse – ho provato decine di locali che servono hamburger e non ne sono mai paga. Mi piace molto la carne e quindi prediligo i luoghi in cui l’hamburger è di alta qualità, di angus o di chianina (gli hamburger del McDonald’s, per intenderci, non li considero neppure degni di essere inseriti a pieno titolo in questa categoria!) e mi piace abbinarli con ingredienti diversi e con salsine gustose. Stesso discorso vale per le bistecche: adoro la fiorentina, il ribeye, l’entrecote al pepe verde, l’ossobuco…insomma, sono una vera carnivora, nonostante abbia tanti amici vegetariani che di tanto in tanto provano a “convertirmi”.
4.       Brunch – vale il discorso fatto per l’aperitivo, anche perché trattasi, in molti casi, di un aperitivo fuori orario. Non vado matta per i dolci quindi la colazione salata mi piace e ancora di più mi piacciono i brunch traboccanti di proposte sia dolci che salate, dalle pancakes ai french toasts, dai muffin alle uova strapazzate col bacon. Non nego che ci sono state domeniche mattina in cui ho superato l’apporto calorico dell’intera settimana!
5.       Patate – le amo, cucinate in qualsiasi modo: bollite con un filo d’olio, sotto forma di gnocchi, al forno con il rosmarino, fritte (però tagliate spesse, quelle sottili e croccanti mi urtano), come purè…non mi stancherei mai di mangiarle, anche se da quando sono a dieta le ho limitate tantissime e non le mangio mai più di una volta a settimana, sempre bollite e spesso da sole o con qualche verdura.

E voi? Avete dei cibi/situazioni che mettono a dura prova la vostra forza di volontà e ai quali non riuscite proprio a resistere?
Un bacio!

martedì 21 ottobre 2014

frivolezze, ipocondria e l'epopea della tiroide



Peso: 68,8 kg

Oggi sono andata a fare shopping. Avevo promesso che avrei “festeggiato” il primo traguardo (settanta chili) andando a comprarmi qualcosa e l’ho fatto davvero: sabato mi sono comprata due paia di scarpe e oggi dei vestiti. Niente di particolarmente esaltante, non ho trovato un bel vestito per la laurea del mio fidanzato, ma oltre ai due pantaloni che ho dovuto prendere perché non ho quasi nulla per l’inverno ho comprato anche una camicia con il collettino tondo, un vezzo che mi ha fatta sentire frivola e semplice come dovrebbe sentirsi ogni ragazza quando decide di dedicare metà pomeriggio a girare per negozi.
Era una vita che non provavo più il desiderio di portarmi qualcosa in camerino ed anche se molte cose che ho provato alla fine non le ho prese è stato bello riuscire a guardarmi di nuovo allo specchio sotto le impietose luci dei camerini di Zara senza sentirmi un cotechino sgraziato.
È ufficialmente un periodo buono. Tranquillo, se non proprio sereno.
Ho avuto qualche episodio di natura ansiosa anche nelle ultime settimane, ma non è stato nulla di davvero invalidante. Sono più che altro piccole angosce che tornano a farmi visita quando sto per addormentarmi o quando sono in macchina e abbasso il volume della radio perché non mi piace ascoltare le pubblicità. Ecco, quando il volume del mondo si abbassa, si alza quello dei miei pensieri.
E allora mi viene l’ansia perché devo scegliere l’argomento della tesi, pensare al dottorato, cominciare a studiare. Ma queste sono ansie buone, ansie positive. Poi mi viene l’ansia perché penso a tutte le malattie che potrei avere senza saperlo. E questo mi piace meno.
Parentesi: sono sempre stata molto ipocondriaca. Tre anni fa ho raggiunto l’apice della mia carriera da malata immaginaria, ho fatto decine di esami per capire come mai avessi costantemente tachicardia, fascicolazioni in tutti i muscoli e dolori di ogni sorta e nonostante avessi già preso in considerazione l’infarto, la SLA e tutti i tumori trovati su wikipedia la diagnosi è stata sempre la stessa: reazioni psicosomatiche. La mia mente era talmente potente che oltre a convincermi di avere malattie terribili riusciva a renderle reali e a provocarmi i sintomi che leggevo su internet – perché, sì, io sono una di quelle cretine che quando ha mal di testa da due giorni cerca su Google e scopre di avere un cancro al lobo frontale. Sintomi reali, sotto gli occhi di tutti, ma che non avevano nessuna motivazione fisica. È abbastanza inquietante quello che siamo in grado di fare soltanto con il nostro cervello: se avessi investito le energie che ho impiegato per ammalarmi di qualsiasi cosa diversamente forse ora sarei uno scienziato o una specie di stregone.
Comunque, questo è il periodo del tumore ai linfonodi, anche perché devo aver letto su qualche sito che il tumore ai linfonodi provoca “sudorazione anomala”. Perfetto: io ho esattamente un problema di sudorazione al viso che non riesco a risolvere e non riesco a gestire; ho sempre sudato di più sul viso che in altre parti del corpo ma dato che sudavo pochissimo la cosa non mi ha mai dato problemi. Da quest’estate, invece, la cosa è peggiorata: se cammino velocemente appena mi fermo inizio a sudare, sudo in metro perché l’aria è umida e viziata, sudo nei locali affollati, in pratica ho sempre queste goccioline di sudore sul labbro superiore e sulla fronte (a volte anche sugli zigomi) e ho la costante sensazione che siano visibilissime a metri di distanza. Tra l’altro io non ho per nulla la pelle grassa o lucida, anzi, perciò mi sembra ancora più strano.
Una mia amica sostiene che possa dipendere dalla tiroide ballerina. [E veniamo al punto tiroide che ho abbandonato la scorsa volta.] Nella mia famiglia quasi tutte le donne soffrono di ipotiroidismo, tranne mia madre ed io, almeno fino ad ora. Su consiglio dell’istruttore della palestra a maggio ho fatto le analisi e il valore della tiroide è risultato compreso nella soglia accettabile perciò non ci ho più pensato finchè la dietologa, che ha voluto vedere gli ultimi esami del sangue, mi ha detto che secondo lei non è un valore così normale considerata la mia giovane età e il fatto che per il resto non abbia alcun valore fuori dalla norma.
In pratica si tratta di un valore, TSH, che dovrebbe stare tra 0,3 e 4,8 e il mio è 3,8; nonostante sia all’interno del range secondo la dietologa è insolito, perché quando la tiroide funziona perfettamente di solito si hanno valori compresi tra 1 e 2. Lei teme che la mia tiroide abbia degli “scossoni” che non vengono valutati dagli esami del sangue perché può capitare che nel momento in cui vado a fare lei stia funzionando abbastanza bene e questi scossoni, soprattutto l’ipotiroidismo, determinerebbero la mia difficoltà nel perdere peso e la lentezza del metabolismo.
Vuole che rifaccia gli esami ma prima di rifarli devo prendere un integratore omeopatico a base di iodio che dovrebbe avere il potere di “aiutare” la tiroide pigra a lavorare meglio. Non credo molto nella medicina omeopatica, ve lo confesso, ma è una di quelle cose che se non mi fa bene di certo non mi farà male quindi provare non mi costa nulla.
Quelle di voi che hanno competenze mediche – soprattutto Veggie che aspettava con ansia l’epopea della tiroide – sono invitate a dirmi la loro!
Spero di poter risolvere qualcosa anche su questo fronte. Sarebbe stupendo poter mangiare come le persone normali ogni giorno senza ingrassare di cinque chili in una settimana.
Buona serata a tutte!

mercoledì 15 ottobre 2014

dietologa e compromessi



Peso: 70 kg

In questi giorni sono sempre di corsa ma volevo raccontarvi del mio incontro di ieri con la dietologa. La rivedevo per la prima volta dopo la prima visita ed ero un po’ in ansia perché non sapevo se i miei risultati – circa cinque chili in meno dal 9 settembre – l’avrebbero soddisfatta o delusa. Non avendo molta esperienza in fatto di dimagrimenti “sani” a me cinque chili sembravano pochissimi (mi è capitato di perderli in una settimana, in passato) ma lei non ha fatto commenti. Anzi, non ha praticamente parlato di peso, come la prima volta, limitandosi a esaminare di sfuggita il foglio in cui ho pedissequamente registrato il mio peso due volte alla settimana, nei giorni da lei stabiliti. Mi ha chiesto se il mio umore sia migliorato, se abbia avuto attacchi di fame, se mi sia abbuffata o abbia ecceduto nei metodi compensatori (si riferisce allo sport perché le avevo detto già durante la prima visita che è più di un anno che non mi procuro il vomito) e se abbia intenzione di riprendere la terapia con lo psicologo ma nessuna menzione al peso perso o a quello da perdere.
Così mi sono fatta coraggio e gliel’ho chiesto io. Le ho detto che sono una persona molto – troppo – metodica e che ho bisogno di avere un appiglio oggettivo al quale aggrapparmi, anche perché non mi fido di quello che vedo allo specchio visto che sul mio corpo si sono mossi quasi quaranta chili negli ultimi sei anni ma la mia immagine riflessa non è praticamente mai cambiata.
Lei mi ha guardata per qualche secondo, ha sfogliato le mie carte, e poi ha candidamente dichiarato che “63-64 kg dovrebbe essere il tuo peso ideale.” Gelo. Panico. Se fossi stata un fumetto la mia mandibola sarebbe caduta sul pavimento dello studio, per darvi un’idea. Lei deve aver letto il messaggio silenzioso sul mio volto perché ha aggiunto “Con la tua massa muscolare non puoi pensare di tornare a pesare come quando digiunavi e non ti muovevi dalla sedia.”
Sono rimasta in silenzio a pensare al dramma di pesare più di sessanta chili per tutta la vita.
“Facciamo che quando arrivi a quel peso ti faccio fare un esame per valutare esattamente la percentuale di massa muscolare e poi troviamo un compromesso tra il peso giusto per il tuo fisico e il peso giusto per te.”
La proposta mi è piaciuta, le ho detto che ero molto più tranquilla così, che so che mancano ancora parecchi chili ma che non mi sentirei comunque a mio agio pesando così tanto e lei ha precisato che “non ti farò andare sottopeso, non è questo il mio scopo. E neanche il tuo, ricordatelo.”
E io me lo ricordo, lo so benissimo, è che voglio essere sicura di allontanarmi il più possibile dallo schifo di quest’ultimo anno di ciccia. Se sto attenta nei prossimi giorni riuscirò finalmente a rivedere il sei sulla bilancia, dopo quasi un anno, e so che è solo un numero ma è un numero che mi fa sentire più tranquilla, meno in colpa, meno arrabbiata con me stessa.
Così, accordato il compromesso, abbiamo parlato della strategia per i prossimi mesi. Per il prossimo controllo, tra quattro settimane, dovrei perdere altri tre kg per arrivare a -10 rispetto al punto di partenza al momento della mia partenza, che sicuramente vanificherà gran parte degli sforzi compiuti fino ad ora, ed è anche per questo che voglio perdere più chili possibile prima di Natale. Poi prima della primavera faremo quella bio-nonsocosa-grafia per calcolare la mia massa magra e studieremo una fase finale della dieta che dovrebbe portarmi al raggiungimento dell’obiettivo per l’estate, come avevo messo in conto prima di rivolgermi a lei.
Poi abbiamo anche parlato della mia tiroide pigra, ma questo ve lo racconto nel prossimo post perché non voglio annoiarvi troppo e perché mi tocca sbrigare una serie di faccende burocratiche per l’università, approfittando del fatto che questa sera il mio fidanzato non c’è e non ho in programma di uscire.
Un bacio a tutte, più tardi passo da voi!

martedì 7 ottobre 2014

il mondo mi vuole grassa



Peso: 71,1 kg

Ciao care,
venerdì ho dato l’ultimo esame del quarto anno (quindi ho ufficialmente cominciato l’ultimo anno di università, il che mi riempie di gioia e di tristezza insieme) e quindi la mia presenza su Blogger è stata un po’ altalenante. Ho cercato di seguirvi anche senza commentare, durante le mie pause dallo studio.
La scorsa settimana ho avuto un paio di momenti difficili, complice anche lo stress dell’esame imminente. Il primo lunedì sera: mia madre ha portato a casa il sushi. Non lo fa mai, le volte che si è fermata a comprarmelo si possono contare sulle dita di una mano, anche perché lei e mio padre non mangiano né pesce né carne cruda quindi di solito mangio sushi solo al ristorante. Solo che lunedì ha avuto questa brillante idea e me l’ha annunciato tutta contenta, sicura di farmi felice.
Peccato che la mia dieta sia molto povera di carboidrati a cena (praticamente mangio solo le gallette di mais insieme alla carne o alle verdure) e che a pranzo avessi già mangiato il farro quindi mangiare il riso avrebbe significato un doppio sgarro.
Ho avuto un momento di crisi pura. Le ho fatto una mezza scenata dicendole che avrebbe dovuto chiamarmi per chiedermi se lo volessi, che mangiando quel sushi mi sarei giocata la mia serata libera settimanale, che non volevo il riso ma che ero comunque costretta a mangiarlo dato che a loro non piace e io comunque odio buttare il cibo. Dovevo essere davvero sconvolta perché mia madre è arrivata addirittura a dire che l’avrebbe buttato, se la cosa mi creava così tanti problemi. Solo che poi mi sono sentita troppo in colpa – la parte malata di me mi diceva che l’ha comprato perché mi vuole cicciona, ma la parte razionale sapeva che voleva solo essere gentile – e non ce l’avrei mai fatta a vedere tutto quel pesce e quel riso finire nel secchio dell’umido, così mi sono sacrificata e ho mangiato tutto il pesce e buona parte del riso, dando il resto al cane.
Il secondo momento difficile è stato mercoledì. Ero da una mia amica a studiare e sapevo che mi sarei fermata per pranzo ma come vi dicevo qualche post fa quasi nessuno sa che sono a dieta. Fino ad allora me l’ero cavata con la “scusa” dell’intolleranza al lievito ma quel giorno sua madre ha avuto la brillante idea di farmi trovare le lasagne, dopo essersi assicurata che nella sfoglia che aveva comprato non ci fosse il lievito. Le lasagne. Tra tutte le cose senza lievito che il mondo offre lei ha fatto le lasagne. A parte che non mangiavo un piatto di lasagne da anni perché non mi piacciono molto le cose così pasticciate e quindi neanche me ne ricordavo il sapore, mi ricordavo solo che erano ipercaloriche. Solo che ormai era troppo tardi per tirarmi indietro e anche per inventare un’altra scusa e anche per confessare di essere a dieta, così ho detto di avere lo stomaco chiuso per l’ansia e ho mangiato il minimo indispensabile e ho rifiutato tutto il resto che mi è stato offerto giurando che le lasagne mi avevano saziata.
Ovviamente ho compensato i miei sgarri non voluti con ore ed ore di ciclette. Lunedì sera/notte ho battuto il mio record personale e ho bruciato 1913 calorie pedalando e anche giovedì sono stata sopra le millecinquecento, anche se la dietologa mi aveva esplicitamente chiesto di cominciare a diminuire la mia dose di allenamento quotidiano.
Io ci provo, giuro, ma è più forte di me. Fare ciclette o esercizi vari mi fa sentire a posto con la coscienza e so che appena smetto metto su subito un sacco di ciccia e mi inflaccidisco. E so che è un circolo vizioso perché non potrò pedalare così tanto per sempre, ma per ora va così.
Comunque a parte questi momenti critici sta andando abbastanza bene, anche se questa settimana il peso è rimasto bloccato intorno ai 71 e non sono ancora riuscita a vedere il 70, ma nutro delle speranze per domani mattina.
Anche stasera vado a cena da una mia amica ma a lei ho detto di essere a dieta e mi ha promesso che cucinerà qualcosa che io possa mangiare senza troppe paranoie. È la mia amica ex anoressica con la quale ho condiviso tanti momenti duri del mio periodo più buio e so che può capirmi. Mi ha solo chiesto “quanti chili vuoi perdere?” e io ho mentito: “una decina”. Lei sa che stavo mentendo e io so che lei sa che stavo mentendo ma è un tacito accordo tra noi: un leggero atteggiamento malato nei confronti del cibo è ancora concesso, nonostante sappiamo benissimo entrambe che c’è una linea molto sottile tra l’avere un leggero atteggiamento malato e sprofondare nel baratro.
Ma io mi tengo ben lontana dal precipizio, ve lo prometto.
Un bacio!