giovedì 4 giugno 2015

schiava della bilancia

Peso: 60,9 kg

La sessione d'esami è alle porte, io passo molto più tempo a casa, la maggior parte del quale da sola, e ho molte più occasioni per pesarmi. 
Mi peso dieci volte al giorno, forse di più. Mi peso al mattino appena sveglia, seguendo il solito rituale - mi alzo, vado in bagno, mi tolgo tutto tranne le mutande, mi sciolgo i capelli e salgo sulla bilancia. Poi scendo, mi raccolgo i capelli e risalgo. Poi la terza ed ultima volta, con i capelli di nuovo sciolti e senza mutande - poi mi ripeso dopo aver fatto colazione (170 grammi di yogurt greco determinano un incremento di circa 300/400 grammi, chissà per quale ragione misteriosa) e poi dopo pranzo, a metà pomeriggio, prima e dopo aver fatto ciclette, prima e dopo cena, prima di andare a dormire per fare un pronostico sul peso della mattina successiva, mi peso persino in piena notte, se mi capita di alzarmi per andare in bagno o per andare a bere.
Mi peso vestita e svestita, qualche volta anche con le scarpe. Mi peso in pigiama o con gli abiti con cui faccio ciclette, mi peso col cellulare in mano e poi senza per vedere se cambia qualcosa, per provare la sensibilità della mia bilancia.
Ma lei non è sensibile, è un'aguzzina impietosa che mi sbatte in faccia verdetti crudeli quando meno me l'aspetto.
Lunedì mattina, per esempio, mi ha accolta con un 63.4kg, un chilo e mezzo in più rispetto al giorno prima, due chili in più rispetto a sabato. È vero, ho mangiato risotto taleggio e noci domenica a cena, ma avevo preventivamente fatto un'ora e mezza di ciclette! E un chilo e mezzo, per un piatto di risotto e uno spiedino con mozzarelline e pomodori datterini non sarà un po' troppo?
C'è che ovviamente lunedì ho praticamente digiunato. 
Lo so che non si fa, ragazze, lo so. 
Ma avevo un inspiegabile chilo e mezzo in più sulle chiappe e lunedì sera dovevo andare a un aperitivo a sorpresa per un amico di famiglia, e sua moglie ha quasi sessant'anni ma è magrissima, non potevo andarci con la consapevolezza di essere COSÌ grassa. Ho pranzato con due pezzetti di feta senza olio, all'aperitivo io e il mio fidanzato siamo arrivati in ritardo perché lui lavorava e me la sono cavata con due assaggini dal suo piatto e una forchettata di torta e martedì mattina il peso era rientrato nei ranghi - 62 - ma ho comunque storto il naso alla proposta di A. di uscire a cena e gli ho imposto una triste insalata greca, con un filo d'olio e poco sale. 
Lo so, sono una stronza egoista, ma l'unica cosa che volevo, più di ogni serata piacevole e/o romantica, era rivedere il 61. Ieri la bilancia mi ha concesso questa gioia e così sono tornata a rigare dritto: 70 grammi di pasta integrale a pranzo e per cena ho superato me stessa e mi sono addirittura cimentata nel tacchino tonnato, una versione light del vitello tonnato con fettine di tacchino al forno al posto del vitello e Philadelphia light al posto della maionese. Niente di esaltante, ma rispetto ai pasti al limite dello squallore che faccio di solito quando sono da sola (come bresaola presa direttamente dalla confezione o un pacchetto di crackers integrali) era quasi Masterchef. 

Quello che mi pesa è essere schiava di un mucchio di vetro e ferro tenuto insieme da due viti e una resistenza elettrica. Ogni mattina la consulto e scopro se sarà una bella giornata, o se dovrò odiarmi, punirmi, triplicare l'allenamento. 
So cosa potreste pensare: allora non pesarti. Se fosse così facile l'avrei già fatto, no? E, in effetti, l'ho fatto sporadicamente: quando ho toccato il mio minimo storico e dovevo necessariamente prendere peso non mi sono pesata per tutta l'estate e a settembre ero risalita a 47kg. E poi quando ho ricominciato a ingrassare dopo la Dukan, nel 2012, anche allora smisi di pesarmi per non dover assistere alla disfatta quotidiana del mio corpo che si ribellava alla mia volontà e della mia volontà, troppo debole, che cedeva al mio corpo. Salvo questi episodi, non sono mai riuscita a gestire la mia dipendenza dalla bilancia. È capitato addirittura che me la portassi in vacanza, per non doverne usare una non mia o, peggio, per non dovervi rinunciare del tutto. 
"Non pesarti tutti i giorni, le variazioni di peso da un giorno all'altro sono normali". Sono io che non sono normale. Se non mi posso pesare vado ancora più in crisi, do per scontato di essere ingrassata (perché collego il fatto di non pesarmi ai periodi di ingrassamento, inevitabilmente) e restringo preventivamente. 
La bilancia per me è come una madre severa, di quelle che usano le punizioni come strumento educativo, non come la mia, che non mi ha mai negato il permesso di uscire. È la bilancia a vietarmi di cenare fuori il venerdì e il sabato. O il venerdì o il sabato. E il sabato esclude la domenica, è naturale. E in settimana niente sgarri, a meno di occasioni speciali, ma in quel caso bisogna recuperare il weekend. 
La bilancia non accetta scuse e giustificazioni. Non vale neppure la storia del ciclo - che tanto prendendo la pillola che blocca l'ovulazione la settimana di sospensione è solo un palliativo, ma a questo giro la faccio, tanto questo weekend avrò da studiare - per spiegare un aumento di peso: se sono ingrassata è perché ho mangiato troppo, tutto qui. 
Invece certi giorni è buona e rassicurante. Diventa più indulgente, e posso anche smezzare una fetta di viennetta con la mia compagna di studio.
Io vorrei essere una persona stabile ed equilibrata, davvero, e smettere di predicare bene e razzolare male. Vorrei essere in grado di accettare un invito all'ultimo minuto, invece di accampare scuse surreali. Vorrei essere una fidanzata allegra e spiritosa, e chiedere al mio fidanzato di fermarsi a prendere la pizza quando esce dal lavoro alle nove e mezza e mangiarla direttamente dal cartone, il mercoledì sera (di sera, e per di più in mezzo alla settimana!) oppure scofanarci una vaschetta di gelato mentre guardiamo un film o rimanere a letto a farci le coccole la domenica mattina, anziché alzarmi per fare ciclette prima di andare a pranzo dai suoi. Vorrei andare a fare l'aperitivo con mio padre quando non lavora o andare insieme alla Roadhouse il giovedì sera che fanno gli hamburger a metà prezzo e ci andavamo sempre quando ero al ginnasio e aveva aperto da poco, e io prendevo sempre la bistecca ribeye con la patata al cartoccio con la panna acida, il burro e il bacon. Tutti e tre su un'unica patata al cartoccio! Di sera, e di giovedì. 
Ma non ce la faccio. Penso sempre di aver fatto tanti progressi perché ora mangio in pubblico, mangio la pasta, mangio le cose condite, venerdì sera vado ad un compleanno e sono contenta, ma sono più le cose che non riesco più a fare di quelle che ho ripreso a fare, sono sempre di più le cose che mi mettono in crisi di quelle che so di poter controllare. E attraverso questo limbo da ormai cinque anni, e dico sempre di voler guarire, ma.

30 commenti:

  1. Secondo me non dovresti concentrarti su quello che ancora non riesci a fare ma su quello che hai già fatto, ed è tanto da quello che ho capito.

    Hai maggiore consapevolezza di quello che ti succede, sai come devi fare e cerchi di rispettare "il giusto piano"....

    Non essere severa con te stessa! Guarda alla strada che hai fatto, sentiti fiera per una volta, te lo meriti! :)

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    1. Sarà che io sono una di quelle persone che vogliono sempre tutto-e-subito, ma non riesco mai a gioire dei miei progressi. Riesco solo a pensare che sono passati cinque anni da quando ho deciso che volevo guarire davvero e non sono dove avrei pensato di essere. Credevo di poter chiudere la parentesi dca come l'avevo aperta, di potermi svegliare una mattina e scoprire di non avere più pensieri malati, pensavo che in un anno o due gli esami del sangue sarebbero tornati normali e con loro i denti. Invece non è stato così. Faccio un passo avanti e mezzo indietro, poi uno indietro e di nuovo uno avanti, non riesco a godermi le conquiste perché penso sempre a quello che ho perso, alle tante occasioni bruciate, agli anni che ho rovinato e mi sento così in colpa.
      Grazie per il tuo sostegno, so che anche tu convivi con una malattia, una malattia che però non ti sei scelta, e sei molto più forte di me, perciò ti ammiro molto. Un abbraccio!

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  2. credo che distaccarsi da questo pensiero sia più che difficile... io mi peso ogni attimo della mia giornata e ormai per me è un gioco.. cerco di indovinare il peso prima di salirci e chissà perchè indovino ogni minima variazione di peso. se non posso pesarmi vado in farmacia etc.. insomma assurdità. lo so anche io che il peso non è tutto però è un vizio. un consiglio che posso darti è quello di importi di nn pesarti. è inutile che la levi o te la fai nascondere perchè passeresti le giornate a cercarla (già passata).
    datti degli obblighi. una volta a settimana. stop! secondo me puoi farcela.

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    1. Anche io faccio questo "gioco"! E indovino molto spesso, sento quando sono più leggera e quando sono più pesante, me ne accorgo. Credo sia perché ormai abbiamo imparato a conoscere molto bene il nostro corpo, sottoponendolo quotidianamente a tante indagini.
      Una volta alla settimana non potrei farcela, ma almeno una volta al giorno, quello sì, vorrei riuscire ad impormelo.
      Un abbraccio!

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  3. Guarda che secondo me hai fatto dei passi da gigante, dei progressi incredibili! Sono d'accordo con Indefinita, dovresti concentrarti su questo e non gettarti fango addosso. Ok la fissazione della bilancia è tremenda, pesante, così come sento fortissimo il rischio di ricadute, percepisco la tua preoccupazione ... Ma sei stata grande, hai portato avanti la dieta benissimo, ed hai anche tante conquiste di cui gioire. Non pensare a cosa ancora non va, devi essere orgogliosa di te <3

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    1. Cara, come sei buona con me...non penso di meritarmelo. Ho fatto dei progressi, ma sono un po' come quelle studentesse svogliate che dopo aver fatto una conquista si adagiano sugli allori e pensano di poter vivere di rendita. Ad esempio quando ho ricominciato a mangiare la pasta, dopo averla demonizzata per anni, mi sono detta: va' come sono brava, che mangio come le persone normali! Allora posso mangiarne 30grammi! Tanto è pasta, è già un successo.
      A volte mi sembra quasi di prendere in giro tutte le persone che credono in me, ma giuro che non lo faccio apposta.
      Un bacio!

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  4. Quanto vorrei anch'io...
    ESSERE come dci TTU Normale! Ma secondo me non lo saremo mai! Tu comunque eri migliorata abbastanza, non capisco perché adesso inizi a rifare degli errori tipo il digiuno! Il kg in più era gonfiore e ritenzione idrica!

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    1. Vero? Anche io lo penso. E lo dico a tutte quelle che vedo avvicinarsi al baratro dei disturbi alimentari. Vorrei poterlo gridare a tutte le ragazze che si lasciano sedurre dall'anoressia, dalla bulimia, dir loro di stare attente, perché non se ne esce premendo su un pulsante, come da un gioco che non ci piace più. È vero, alterno periodi di conquiste e periodi di regressione, va avanti così da anni. E purtroppo anche le conquiste sono altalenanti: questo per esempio è un periodo in cui la vita sociale va bene, le crisi depressive sono pochissime (rispetto a quest'inverno) ma ho tanto controllo sul cibo, purtroppo è come se non potessi stare bene in ogni campo, qualcosa devo per forza farla andare male!
      Un bacio!

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  5. Euridice non sai quanto ti capisco...
    Ho vissuto mesi fa questa angosciante ossessione per la bilancia. Ho cominciato a pesarmi di più quando dimagrivo, vedere il peso andare giù a picco mi faceva stare bene. Poi, riprendendo i kg, mi sono pesata meno, adesso capita 3/4 volte a settimana, almeno.
    Attendo quel momento per sapere cosa dovrò fare poi.
    Se aumenta c'è da restringere, c'è da gettarsi a capofitto in quella cyclette per almeno il doppio delle ore di sempre. se è uguale si può continuare così, se è diminuito addirittura "svagarsi un po'".
    Come se una dannata bilancia, un dannato numero potessero stabilire la mia vita, le mie uscite, i miei pasti, il mio umore... tutto.
    C'è da dire che mi peso SOLO la mattina, appena alzata, senza neanche bere un goccio d'acqua, a vescica svuotata, solo le mutande addosso. Non ho mai avuto il coraggio - da quanto ho ripreso i kg dal sottopeso grave - di pesarmi in altri momenti. So' bene che in quel caso il valore sarebbe più alto e ciò sarebbe fortemente deleterio per me stessa. Ne ho la certezza.

    E comunque tu hai fatto TANTISSIMI PROGRESSI. Li hai elencati tu stessa, rileggili, osservali bene, sono davvero tanti! Devi solo andarne fiera, perchè se ci sei arrivata è solo merito tuo. Concentrati su di essi affinchè tu possa tentare di farne altri.

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    1. Che rabbia pensare che un numero possa renderci felici più di tante altre cose che dovrebbero davvero condizionare la nostra felicità: una bella serata con gli amici, il vento estivo che ci smuove i capelli mentre portiamo a spasso il cane, un regalo inaspettato.
      Tante cose ci scorrono addosso lasciandoci indifferenti e invece un numero - e le sue millimetriche variazioni - determina euforia o depressione, gioia o disgusto. Se penso al giorno del diploma mi ricordo la rabbia per tante cose andate storte alla maturità ma indossavo una gonna a vita alta taglia 38, ero così soddisfatta! Invece alla laurea ho preso 110 e lode ma pesavo 63 kg e avevo messo un vestito pieghettato per nascondere le mie curve di troppo e mi ricordo il disagio delle foto di quel giorno...e mi sento stupida a ricordare il disagio anziché la soddisfazione.
      Un abbraccio!

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  6. Come al solito scrivi cose verissime. Ci penso spesso a cone mi piacerebbe essere normale. Andare a mangiare la pizza, fare un dolce... Ho sorriso ma amaramente quando scrivevi "pizza di sera ed in mezzo alla settiman". È il mio incubo! Non mangio mai la pasta a meno che non sono invitata a casa di qualcuno, ma stiamo scherzando??pasta??? E non faccio un dolce da anni "perchè sennó poi lo mangio". Che triste....

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    1. Anche io tento di limitare il più possibile i carboidrati e la pasta in particolare. Dato che riso, fatto o altri cereali sono altrettanto nutrienti ma meno calorici tendo sempre a considerarla uno sfizio non necessario e a relegarla alle situazioni di pranzi/cene in società. Solo ultimamente la sto reinserendo gradualmente (una volta alla settimana, con condimenti semplici e preferibilmente integrale perché trovo che riempia di più e più in fretta) e sono soddisfatta di aver sconfitto uno dei miei cibi proibiti.
      Un bacio!

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  7. La tua lucidità mentale e la sua scrittura scorrevole mi hanno fatto ripensare alla mia relazione con la bilancia. Io penso che il fatto di pesarsi dopo i pasti (soprattutto) è un comportamento distorto per convincerci quanto si è grassi/e. Ci si convince che se con un piatto di pasta si mette su qualche etto, allora cosa pensare dell'intera giornata e dei suoi comprensivi pasti? Questo è almeno quello che mi viene da dedurre leggendo di acchito il tuo post. E' tristemente fenomenale vedere come una bilancia possa condizionare la giornata di una persona. Io ho passato gli ultimi due anni a non pesarmi più, perchè è stato il periodo in cui sono aumentata di peso, ritornando così a quello da cui ero iniziata. Ma, sebbene non usassi più la bilancia, ho imparato talmente a memoria il mio corpo, che mi basta osservarlo allo specchio (di profilo o frontalmente) per capire se sono più o meno ingrassata o dimagrita. Ad oggi, nascondo ancora la bilanca sotto la cassettiera ed ogni tanto -lo ammetto- mi peso e va da sé che quel numero (che nella mia testa attesta il mio valore come persona) condiziona la mia giornata, il mio mood umorale. Ultimamente ho notato di essere dimagrita (non così tanto da allarmare chi mi sta intorno). Ma mi rendo conto che se rientro nella dipendenza da bilancia (che ho avuto, sebbene non in maniera così "ossessiva" rispetto alle tue esperienze) non ne esco più fuori. Così ho deciso che se voglio pesarmi lo farò una volta ogni 3-4 giorni, "tanto per vedere se..". Non dico che devi mollare da un giorno all'altro la bilancia, perchè come tutte le dipendenze (eccetto l'alcolismo, immagino) queste devono essere dosate in maniera equilibrata anche quando si vorrebbe cercare di smettere. Quello che mi viene spontaneo consigliarti è di cercare di evitarla, pian pianino. Così come eviti i sabati sera o i venerdì sera; così come hai dimostrato di avere tenacia e controllo..sono certa che ne avrai altrettanta per provare a sconfiggere pian pianino questa severa madre quale è la bilancia.

    Non sei (siamo) un numero. La cifra matematica non racchiude la nostra persona. Non stabilisce il valore di ciò che sei. Tu sei unicamente tu, con più o meno chili.

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    1. A me, addirittura, non serve neppure guardarmi allo specchio per capire se sono dimagrita o ingrassata: lo sento, prima ancora di mettere piede sull'oggetto infernale e prima ancora di incontrare il mio riflesso nello specchio del bagno. È qualcosa a livello dei fianchi, della pancia e delle spalle a dirmelo, ma non il loro aspetto, piuttosto le sensazioni che mi trasmettono mentre mi muovo. So che può sembrare un discorso assurdo, eppure indovino quasi sempre. Magari non la cifra esatta, ma so sempre se sarà un numero più alto o più basso del giorno precedente.
      Siamo delle streghe!
      Un bacio!

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  8. MA tra il guarire e il voler guarire ci sta di mezzo una bella terapia psicologica che non avresti mai e poi mai dovuto interrompere dato che leggendo questo blog non ti ho mai vista "normale".
    .cioè non puoi essere tu a stabilire di stare ormai bene e non aver bisogno di una terapia perché tu non stai AFFATTO bene.
    Sarò ripetitiva e anche scontrosa ma non me ne frega niente e continuerò a dirlo: Basta fare le gare sulla magrezza e pensare che più si è magri e più si è fighi, basta vivere in un modo superficiale dove la taglia 40 è la regione di vita. Io mi sento figa proprio perché non sono magra e non mi interessa esserlo ma la cosa che mi fa sentire più figa in assoluto è la mia mente brillante, la cosa più speciale che ho è il mio insostituibile cervello e la capacità di guardare a quello degli altri sbattendomene del peso, della taglia, della marche di vestiti e delle altre calzzate.

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    1. La cosa davvero strana è che io non penso in generale che la 40 sia la taglia perfetta e che una donna debba pesare meno di 50kg per essere bella. Anzi, non faccio spesso caso al fisico delle donne che trovo belle. Né credo di doverli pesare io 40 kg per essere una persona migliore, è più che altro un meccanismo inconscio, che mi serpeggia dentro quando abbasso le difese, come quelle immagini sconnesse che si vedono prima di addormentarsi.
      Per quanto riguarda la terapia, credo che tu abbia ragione e so di aver sbagliato a interromperla ma lo psicologo dal quale ero in cura mi ripeteva che ero guarita perché finalmente il mio BMI era stabilmente sopra il 20 e non avevo più pensieri ossessivi sul cibo e sulla magrezza. Peccato che in quel periodo mi sentissi angosciata e depressa come mai prima, l'ipocondria mi stava risucchiando e stavo davvero male, ma lui si ostinava a dire che era il mio modo di riempire il vuoto lasciato dall'ossessione per il cibo e che presto sarei stata definitivamente bene. Non mi fidavo più di lui ed ho preferito interrompere la terapia perché credo che per una terapia psicologica sia fondamentale fidarsi ed affidarsi completamente al proprio analista, e io non riuscivo più ad essere sincera e serena.
      Penso sempre che vorrei riprovare (non ho avuto solo esperienze negative, ho trovato anche professionisti esperti e competenti) ma ho paura di una nuova delusione!
      Un bacio!

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    2. Io ho avuto grandi delusioni in terapia ma poi ho trovato la persona giusta e nonostante tutte la sofferenze e l'impegno che richiede andare in terapia ne vale la pena e non potrai mai raggiungere la guarigione, credo, senza lavorare su te stessa. Purtroppo è pieno di incompetenti...lo so bene. Se ti dicessi cosa dicevano a me ti metteresti le mani nei capelli !

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    3. Purtroppo le esperienze passate sono riuscite a convincermi soltanto che non guarirò neanche lavorando su me stessa. Forse domani non penserò più di essere grassa ma di avere la sclerosi multipla, e dopodomani chissà. Va avanti così da talmente tanto tempo che non riesco neanche ad immaginare come possa essere la vita senza ossessioni. Penso di essere arrivata ad un punto in cui la mia condizione attuale mi sembra il male minore, considerato quello che ho passato. Adesso, almeno, ho una vita discretamente normale, amici, una relazione stabile, esco, prendo la metro, vado a fare la spesa...avere dei pensieri malati sul cibo e sul mio corpo mi sembra un prezzo accettabile da pagare per avere tutto ciò che per tanti anni avevo perso. So che la rassegnazione - perché pensare che stare meno peggio di come potrei stare è una forma di rassegnazione - non è molto costruttiva, ma in questo momento della mia vita non riesco a credere di poter davvero fare piazza pulita di tutte le mie fissazioni e questa certezza mi impedisce anche di provare ad iniziare una nuova terapia. L'anno scorso avevo trovato il coraggio di chiamare lo psicologo di una mia amica, ma poi non ci sono andata. Avevo paura di un'ennesima delusione, che anche lui mi facesse capire che non c'è più niente da fare...mi sono sentita un po' come un malato terminale che vorrebbe il parere di decine di medici per sapere di avere almeno una speranza e contemporaneamente teme che tutti gli direbbero che è spacciato. So che è un paragone estremo, ma non riesco davvero a pensare alla mia vita senza disturbi di ansia/alimentari/ipocondria.
      Però tu, a quanto leggo, hai fatto davvero un bel lavoro e ti ammiro tanto, oltre che trovare molto motivante il fatto che qualcuno ne sia uscito davvero. Almeno, spero.
      Un bacio!

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  9. Se c'è una cosa che ho imparato bazzicando su blogger, è che tutte dicono di essere ciccionissime bruttissime e, magari, sono in realtà quelle persone che vedo per strada e non riesco a non smettere di fissare, per come sono belle, e giuste.
    In quanto ex anoressica dichiarata (ho tipo steso manifesti ed esposto cartelloni con la scritta "sono una persona sana"), ti dirò, non dovrei, essere a dieta, ma lo sono. E queste stronzatine le faccio anch'io. Ho smesso, però, di farlo per la tizia più magra, della tipa attempata che tra un pò schiatta più magra di me, in questo senso credo di esser maturata. Eppure penso anch'io a cose come "se segui una dieta, non devi sgarrare MAI", pizza e aperitivi sono il mio orrore di sempre.
    Odio sentirmi debole. Odio lasciarmi andare a vecchie abitudini malate, ci ricado sempre, cavolo, mi prendo per il culo da sola. E odio il fatto che non posso essere una persona normale, che solo mangiando meno di 600cal al giorno mi sento in pace con me stessa, neache fossi un monaco buddista.
    Dicono che solo gli idioti fanno lo stesso errore, e sto aspettando di vedere se anch'io sono un'idiota. Se così fosse... Bhe, pazienza.

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    1. "ripeto da anni lo stesso errore perché sono perfezionista anche in questo: ho sbagliato una volta, ma posso sbagliare di nuovo e farlo meglio".
      Così si apre uno degli ultimi diari alimentari che abbia mai tenuto, prima che decidessi di liberarmi dalla prigione del conteggio delle calorie - almeno ufficialmente! Poi, ormai, dopo anni di allenamento mi riesce abbastanza naturale calcolare ad occhio quello che finisce nel mio stomaco e nel mio culo.
      Se è vero che solo gli idioti ripetono lo stesso errore, allora il mondo è popolato esclusivamente da idioti.
      Un bacio!

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  10. Non è facile, ma un sistema che può funzionare è quello di sostituire all'io pensante (che ti procura mille paranoie sul peso) l'io osservante.
    TI arriva il pensiero del "doverti" pesare?
    Ok, lo osservi, ti ripeti "E' arrivato il pensiero di doversi pesare... ciao pensiero" e poi prosegui col fare quello che stavi facendo (la bilancia la lasci nella sua confezione ;-)).
    Potresti anche associare al pensiero del pesarsi un'azione alternativa a quella di prendere la bilancia (scelgi tu quale) e magari alternare l'azione del pesarsi con quella alternativa da te scelta (in questo modo al posto di pesarti 10 volte al giorno riusciresti a scendere a 5 / 6 e poi, se la cosa funziona, a 2 / 3 e infine a 1).
    In ogni caso non abbatterti per eventuali "cedimenti", fanno parte del gioco, così come i successi.

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    1. Ti dirò che il tuo consiglio ha parzialmente funzionato, quindi grazie mille!
      Purtroppo per me non si tratta di un pensiero di salire sulla bilancia ma più che altro di un impulso che è davvero difficile reprimere, che mi ricorda quello che anni fa mi portava ad aprire il frigo e improvvisare panini pieni di grassi!
      Però dato che la bilancia è accanto al lavandino ho deciso di distrarmi dal desiderio di pesarmi lavandomi i denti. Forse alla fine dell'estate avrò lo smalto corroso, però in questi ultimi giorni ha funzionato, complice anche un esame che avevo oggi!
      Grazie e un bacio!

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    2. Sono contento sia servito.
      Può essere un buon inizio (e col tempo potresti servirtene sempre meno, man mano che il passaggio dal "pensare di pesarsi" al "pesarsi in quanto azione vera e propria" sarà sempre meno obbligatorio).

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  11. Ho letto il titolo e ho detto "Lei sì che sa cosa provo!". Condivido ogni singola parola che hai scritto, specialmente per quanto riguardano gli inviti a cena...

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    1. La parte degli inviti, come sai, è quella che mi pesa di più perché è la cosa che mi fa sentire più malata e sbagliata. Penso sempre che arriverà un momento della vita in cui mi renderò conto di tutte le occasioni sprecate che non torneranno più e mi odierò ancor più di quanto mi odi oggi.
      Un abbraccio!

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  12. Ho letto questo post qualche giorno fa, dal cellulare, ma sono dovuta accedere tramite computer per lasciare un commento decente.
    Per quanto anch'io sia stata in qualche modo schiava della bilancia, non so mai arrivata a tanto... Mai. Io mi pesavo solo la mattina, completamente nuda, dopo aver fatto pipì, essermi spazzola e lavata i denti. Qualche rara volta mi sono pesata subito dopo una “abbuffata” per “valutare l'entità del danno”, stop... Ciò nonostante, la mia vita veniva condizionata pesantemente da quell'oggetto e dal numero che appariva sullo schermo e non riesco nemmeno ad immaginare quanto possa essere pesante per te, che hai un rapporto ancora più stretto con la bilancia.
    Non è la bilancia in sé, non è il numero... Un'ossessività/compulsività così invadente condizionerebbe la vita di chiunque, a prescindere dall'oggetto/atto... Cioè, se tu contassi fino a cento ogni 5 minuti, la cosa sarebbe ugualmente terribile. È questa estrema ripetitività a rendere la cosa invalidante.
    Quando dici che smettere di pesarsi non è affatto semplice, hai pienamente ragione. È verissimo e capisco anche tutto il discorso successivo... Però sono tutte scuse, cose che racconti (in primis a te stessa) per evitare di staccarti da quell'oggetto... Perché, diciamolo, se la difficoltà fosse una giustificazione sufficiente a non provarci, nessuno uscirebbe da problemi quali la tossicodipendenza, i DCA ecc.
    Hai fatto dei progressi... Progressi che non devi sminuire e che testimoniano che PUOI cambiare. Sei in grado di farcela... Magari lentamente, magari 30g di pasta alla volta, magari una pesata in meno al giorno, o addirittura alla settimana, ma PUOI FARCELA. Scommetto che tempo fa dicevi "vorrei poter mangiare in pubblico, ma..." e invece ce l'hai fatta, cavoli! Allo stesso modo, puoi riuscire a ridurre le pesate.
    Sto benedetto diritto di sentirti leggera, quando te lo concederai? La vera leggerezza non si pesa con la bilancia!

    P.s. Se il mio tono sembra alterato sappi che non ce l'ho assolutamente con te (ci mancherebbe altro!)... Trovo snervante vedere altre persone stare così, proprio perché so quanto sia penoso. Mi dispiace, ecco.

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    1. Non ti preoccupare di sembrarmi alterata, so che se scrivi le cose come stanno in maniera diretta e sfacciata lo fai per il mio bene e lo apprezzo tanto. È vero, anni fa mi sembrava impossibile l'idea di poter uscire a cena con gli amici, di mangiare la pizza o le patatine fritte, e invece ora esco, mi piace mangiare in compagnia perché mi piace stare in compagnia e le ossessioni relative al cibo rimangono per qualche momento in secondo piano. Spero perciò un giorno di poter dire "un tempo mi pesavo dieci volte al giorno ed ero letteralmente dipendente dalla bilancia" e magari riderci su. Sono sicura che si possa fare, anche se ho l'impressione di essermi dimenticata come sono riuscita a liberarmi delle altre fisse. Ogni volta che faccio un progresso la mia mente dimentica come si fa, è come se, dopo essere passata al livello successivo di un gioco, mi dimenticassi il trucco che ho usato.
      Un bacio!

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  13. Io ho avuto l'ossessione della bilancia esclusivamente all'inizio della malattia. Poi si è rotta e mia mamma non l'ha mai più ricomprata. Cosi sono dimagrita moltissimo proprio perché non avendo idea di quanto pesassi tendevo a mangiare meno. Addirittura ricordo agli inizi della malattia che, se la bilancia mi regalava qualcosa in meno, andavo ad aprire la credenza e mangiavo una brioches. Ora mi sarei abbuffata, ma un tempo per me quella era una grande concessione... Per questo credo che se avessi una bilancia, ne sarei schiava... Ma senza si vive ugualmente e si dimagrisce anche.
    il problema non è la bilancia, e lo sai bene.. Se non ci fosse troveresti qualcosa d'altro su cui impuntarti, da erigere a giudice.
    per lo meno, a me è successo cosi...
    per il resto, condivido tristemente parola per parola... Grazie perché scrivi ed esprimi benissimo ciò che ho dentro anche io! Ti abbraccio..

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    1. Lo so, la bilancia è solo la fissa del momento. Prima di lei un milione, dopo chissà. Ho quasi paura di scoprire quale sarà la prossima, a volte penso che dovrei tenermi stretta le mie fisse attuali, perché potrei sempre peggiorare, non è detto che si migliori soltanto!
      Comunque anche io quando vedo il peso scendere mi "premio" concedendomi qualche sfizio durante la giornata. Che poi magari consiste in un pezzo di grana prima di fare ciclette, però meglio di niente.
      Un abbraccio a te!

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