sabato 28 giugno 2014

quel (poco) che mi piace di me

Ciao ragazze,
si parla sempre dei nostri difetti, delle parti del nostro corpo che odiamo e che vorremmo cambiare, ma oggi voglio andare controcorrente e proporvi un gioco di autostima che mi aveva imposto la psicologa, tempo fa.
L'idea è molto semplice: trovare cinque parti del corpo che ci piacciono e non vorremmo cambiare, distruggere, far scomparire.
Io non sono riuscita a trovare la quinta ma vi assicuro che, soprattutto per chi è concentrato a cercare sempre i difetti, non è affatto facile.
In rigoroso ordine di preferenza:

1) schiena - è ossuta ma sinuosa, si abbronza molto prima del resto del corpo e quando sono seduta si vedono due piccole fossette poco sopra il sedere, una cosa che ho sempre trovato molto sensuale. 




2) clavicole - vale lo stesso discorso che ho fatto per la schiena. Sono sporgenti anche ora che sono grassa, quindi potete immaginare quanto lo fossero quando ero magra. Mi piace soprattutto il punto in cui si agganciano alla spalla. Io non sono "fissata" con le ossa, infatti che si vedano le costole o, peggio, le ossa dello sterno mi ha sempre fatto schifo, ma queste mi piacciono un sacco!





3) occhi - mi piace il colore e il fatto che siano grandi, ma quando sono struccata sembrano quelli di un pesce palla, oltre al fatto che sono sempre cerchiati da occhiaie nere. Però avevo detto che mi sarei concentrata su ciò che mi piace quindi mi fermo al colore!



4) capelli - sono tanti, lunghi e mossi. Credo siano la prima cosa che gli altri notano di me e anche io li uso come cavallo di battaglia, soprattutto d'inverno quando mi fanno da sciarpa naturale, sono una specie di fitta pelliccia! Invece d'estate sono il mio cruccio perché se li lascio sciolti mi fanno sudare tantissimo ma se si lego si perde tutto il loro fascino. Gli altri apprezzano anche il colore, mentre io vorrei averli più scuri, perché secondo me creerebbero un bel contrasto con gli occhi, ma fino ad ora tutti i parrucchieri cui l'ho proposto si sono rifiutati sostenendo che sia una pazza ingrata. Come non detto. 



Scopo del gioco: partire da ciò che ci piace, concentrarci sui pregi e non solo sui difetti, cercare di esaltare i nostri punti forti e acquisire più sicurezza. 
E voi, quali sono le parti del vostro corpo che più vi piacciono?

p.s.
Volevo anche dirvi che mi avete (quasi) convinta. A settembre vado dal dietologo che ha seguito una collega di mia madre che ha perso venti kg e ora sta benissimo.

mercoledì 25 giugno 2014

metabolismo bloccato e seduzione Dukan

Peso: 71,9 kg
[-3,5 kg; 21,9 kg da perdere]

Sono praticamente tre mesi che ho questo kg che balla. Un giorno 72,5, il giorno dopo 71,5, ma non riesco a smuovermi da qui, sono in una sorta di palude di ciccia. Esteticamente qualche differenza, tra il 30 days shred e la palestra, si vede, ma la bilancia non mi dà soddisfazioni.
Eppure in questo periodo sto mangiando bene: ho ricominciato ad usare ShapeUp con costanza, complice il caldo estivo mangio tante verdure e non ho molte occasioni per sgarrare dato che sono in piena sessione d'esami quindi non esco quasi mai. Ed è questo che è assurdo: com'è possibile che pesi come durante il periodo delle lezioni, quando mangio a pranzo fuori tutti i giorni (e anche se non prendo cose ipercaloriche non è comunque un cibo controllato come quello che mi preparo da sola a casa!) e esco a cena/aperitivo almeno due o tre volte alla settimana?
Gli sgarri di quest'ultimo periodo (diciamo dopo il mare) sono stati pochissimi e giustificati (qualche festa di compleanno, una serata al giapponese...) e vado in palestra tutti i giorni, oltre a fare cyclette a casa mia!
Niente, il mio metabolismo è bloccato. Capite la frustrazione di mangiare sano, equilibrato e ipocalorico per una settimana e scoprire di aver perso seicento grammi, che puntualmente ritornano se una sera bevo un bicchiere di vino o mangio una pizza. 
Stavo persino pensando di rifare la dieta Dukan. Non ne condivido la filosofia - è una dieta per chi non ha voglia di 'sbattersi', fondamentalmente, piuttosto facile da seguire anche perché puoi mangiare quanto vuoi. Solo proteine (e verdure, a giorni alterni) ma in quantità industriali - ma fino ad ora si è dimostrato l'unico metodo, insieme al digiuno naturalmente, efficace con il mio metabolismo, nonostante io di norma non mangi molti carboidrati (e quindi non ne sentissi neanche la mancanza). 
La cosa che mi trattiene dal farla è che ho il sospetto che una volta reintrodotti alcuni alimenti dopo un periodo di astensione il corpo li assimili molto più velocemente e quindi se non mangio pasta per due mesi poi al primo piatto di spaghetti prenderò un chilo.
Voi cosa ne dite? Mi lancio sulla Dukan o provo ad avere pazienza ancora per un po'? Voi l'avete mai fatta, a proposito? Io l'ho seguita nell'estate del 2012, perdendo undici kg nel giro di qualche mese, mi era piaciuta, ma poi l'ho abbandonata perché mi aveva stufata!



sabato 21 giugno 2014

quando fare shopping diventa un incubo

Ieri mattina mi sono presa una pausa dallo studio e sono andata a fare un giro per negozi per accompagnare un'amica. Un tempo (fino a due, tre anni fa) ero una patita dello shopping, appena avevo un'ora buca all'università o un pomeriggio libero ne approfittavo per farmi un giro da Zara o alla Rinascente o in qualsiasi altro luogo ricco di tentazioni e tornavo sempre a casa con qualche sacchetto. Mi faceva sentire bene, comprare mi rendeva felice, anche se solo per qualche minuto. Infatti ho l'armadio traboccante di cose anche se da un paio d'anni ho smesso di fare shopping così intensamente, un po' perché non mi piace più come prima - è un po' come quando cambiano i gusti nel cibo: mi capita di non sopportare più cose che anni fa adoravo e viceversa - e un po' perché sono grassa.
Guardare tutte quelle belle cose, che appese alle grucce o sui manichini sembrano stupende e su di me invece sono orribili, mi mette di cattivo umore: provo le cose che mi piacciono e mi stanno male e sono costretta a scendere a compromessi, a comprare abiti dalle forme avvolgenti, che nascondano, che mascherino il mio culo gigante, pantaloni tinta unita, di colori scuri o comunque non sgargianti, che non mettano in mostra le mie cosce enormi, bluse un po' larghe ma con scolli ampi, per mettere in evidenza invece il mio unico punto forte: le spalle ossute, le clavicole sporgenti, il seno che da quando faccio i pettorali sta su da solo, è più rotondo e sodo. Ma scendere a compromessi facendo shopping mi fa sentire una sessantenne oversize, perciò preferisco ridurre il più possibile le occasioni di questo tipo e uscire a fare compere quando sono veramente costretta.
In generale preferisco andarci da sola, così non devo vergognarmi se la 42 non mi entra e non devo sottopormi all'umiliazione dell'amica che corre a cercare la taglia più grande. Posso andare da Zara illudendomi che la 38 e la 40 che sto provando non siano in realtà la 42 e la 44 ma effettivamente la 38 e la 40, le taglie che indossavo un tempo. E poi odio le commesse invadenti, quelle che cacciano la testa nel camerino e mentre ti stai provando un pantalone aderentissimo taglia 44 ti dicono "Beh, questo ti sta benissimo, è proprio la tua taglia". No, la mia taglia è la 38. Sono una taglia trentotto imprigionata in questo corpo enorme, e i pantaloni taglia 44 non li compro per principio. Anche perché cosa me ne farò quando sarò dimagrita? Nel mio armadio ci sono dieci pantaloni taglia 38/40 e tre taglia 42/44: mi rifiuto di comprarne altri perché "tanto poi dimagrisco e cosa me ne faccio?" e mi rifiuto di togliere quelli che non mi salgono neanche fino a metà coscia perché "almeno li ho già pronti per quando torno magra".
Non mi piace andare a fare shopping anche perché il mio inconscio non ha ancora accettato la nuova, orribile, forma del mio corpo. Tiro su pantaloni striminziti perché l'immagine mentale di me stessa non corrisponde a quella che mi sbatte bruscamente in faccia lo specchio del camerino. Tra l'altro, non so voi, ma io non sono d'accordo con la teoria che sostiene che nei camerini gli specchi siano studiati per farci sembrare più magre e belle che a casa. Io mi vedo sempre uno schifo: sudaticcia perché fa caldissimo, con il trucco sbavato e il culo cascante. 
Non mi piace fare shopping anche perché vivo come un fallimento l'idea di tornare a casa senza aver comprato nulla, e così a un certo punto mi consolo con le scarpe (credo di possederne quasi un centinaio) o con gli accessori, che mi andranno anche quando peserò ottanta chili o quando ne peserò cinquanta. 
Ieri, infatti, sono tornata a casa con una canotta e l'umore a terra. Dovrei comprarmi dei pantaloni o dei vestitini da giorno (che sono sempre stato il mio acquisto preferito perché avendo il punto vita stretto mi potevo concedere taglie piccolissime, il che mi regalava profonde soddisfazioni) ma ho paura di affrontare di nuovo commesse curiose, camerini afosi, pantaloni che si fermano a metà culo. 

E voi? Siete delle shopping-maniache o lo evitate come la peste?

giovedì 19 giugno 2014

con gli occhi degli altri

Ci pensate mai a come sarebbe bello vedervi, almeno per una volta, tanto per assecondare una frivola curiosità, come vi vedono gli altri? Come vi vedono quelli che vi dicono che siete dimagrite, che siete bellissime, che siete perfette così.
Io sono circondata da queste persone. Non so se siano sincere, se abbiano spesse fette di mortadella davanti agli occhi, se siano obnubilate dall'affetto che provano per me, se siano semplicemente spaventate all'idea che possa riammalarmi, se abbiano una concezione di 'grasso' diversa da quella che ho io, se lo facciano per carineria. Fatto sta che torno in università per dare un esame e tutte a dirmi che sono dimagrita, che sono bellissima, che quest'abbronzatura leggera ma dorata risalta il colore dei miei occhi, che i miei capelli - "ma sono davvero il tuo colore naturale? Oddio, ma è esattamente quello che vorrei io!" - sono sempre più lunghi e più belli, che sto benissimo vestita così, che non sanno come faccia ad essere sempre perfetta.
Io. Sempre perfetta? Io che passo le tre ore che precedono il momento di un'uscita a riprovarmi tutti i vestiti che ho nell'armadio (compresi quelli che palesemente non mi entrano) per scegliere quello con cui sembro di meno un insaccato a metà stagionatura. Io che in palestra faccio due ore di allenamento durissimo e intanto invidio quelle che vengono con i capelli in piega (ve lo giuro, freschi di parrucchiere), camminano per cinque minuti sul tapis roulant, fanno tre serie di addominali e poi si accasciano sul tappetino decretando di essere distrutte, che non passeranno mai la prova costume, e ovviamente non pesano neanche cinquanta chili. Io che riguardo le foto del mare e ne cancello la metà perché sono improponibile, non mi posso vedere con tutto quel grasso attaccato alle cosce, con che coraggio ho osato mostrarle nude ad una spiaggia intera? (Una spiaggia deserta, ma sempre una spiaggia).
Quando mi assalgono questi momenti di disgusto vorrei indossare gli occhi di una delle mie amiche, quelle che ripetono costantemente che sto benissimo così - ma solo io in questo "così" ci leggo un "così grassa"? - per vedere per una volta cosa ci trovano gli altri in me. Davvero, non lo dico per falsa modestia, è che sono davvero stupita di piacere a qualcuno, di sembrare addirittura bella. Potrò anche avere un bel viso, ma come fanno a guardare il viso quando la prima cosa che si vede di me è il culo? Un culo enorme, sproporzionato, spropositato. E poi le cosce. E le grassissime ginocchia. Io non riuscirei mai a guardare il viso di una ragazza grassa, anche se fosse bello; per me sarebbe comunque subordinato al fatto che sia grassa e nessuna ragazza grassa può essere bella. 
Vi farei vedere una foto di me "intera", corredata di viso, così mi direste se lo notate prima del grasso, ma ho un po' di remore all'idea di mostrare il mio volto così apertamente (anche se credo che anche le mie cosce tremolanti e flaccide siano ben riconoscibili.)



Quanto vorrei vedermi bella come mi vedono - o almeno dicono di vedermi - gli altri. Anche solo per un minuto, per smettere di odiarmi almeno per un po'. 

giovedì 12 giugno 2014

pensieri malati a notte inoltrata

Peso: 71,6
Reduce da un'ora di disturbi intestinali di vario tipo - crampi, nausea, dissenteria, conati di vomito...insomma, tutto ciò che di peggio può accadere nella nostra pancia - generati da chissacosa (sono molto soggetta ai colpi di freddo ma dato che qui la temperatura non scende sotto i trenta gradi da settimana scorsa lo escluderei) scrivo per comunicarvi i miei pensieri perversi e malati al riguardo.
Mentre mi contorcevo in preda ai crampi ho sperato di riuscire a vomitare o avere almeno qualche scarica di dissenteria. Sapevo che era un pensiero malato, che nessuna persona sana di mente potrebbe desiderare, augurarsi addirittura di stare così male, eppure non riuscivo ad allontanare quel pensiero dalla mente. E anche mentre il mio sogno perverso si realizzava, benché io odi il sapore del vomito in fondo alla gola, benché i crampi fossero sempre più dolorosi, una piccola parte di me continuava ad essere contenta di questa insperata fortuna. Perché, sì, buttar fuori tutto il cibo di una cena discretamente abbondante senza averlo programmato, senza essere stata così sciocca, debole e malata da infilarmi lo spazzolino sotto l'ugola, si può da un certo punto di vista considerare una fortuna.
E anche se ora mi sento debole, mi gira la testa, ho ancora la nausea anche se penso che il mio stomaco sia ormai vuoto, sono soddisfatta. Domani non sarò più grassa di oggi anche se ho mangiato più del solito a cena! Devo solo ricordarmi di bere tantissimo, per reidratarmi e per sciacquarmi questo sapore acido dalla bocca.
Perché ho scritto queste cose mediamente disgustose che forse nessuna di voi aveva voglia di leggere? Avevo bisogno di mettere nero su bianco questo mio momento di follia per rileggerlo da lucida, quando starò meglio fisicamente e avrò riconquistato l'equilibrio che in quest'ultima ora e mezza ho perduto, quando ritornerò a pensare, come è normale che sia, che trascorrere la notte a vomitare è uno schifo, che stare da schifo (per di più con questa maledetta afa, quest'aria appiccicosa che mi pesa addosso) non è affatto una condizione auspicabile, anche se si fanno fuori mille calorie in pochi minuti.
Tutto questo per dire che anche se non mi procuro il vomito da più di un anno, se mi impongo stoicamente di considerarmi guarita, di comportarmi come se lo fossi e di non lasciarmi tentare da mezzi facili e veloci per rimediare ad una portata di troppo, la mia mente continua inesorabilmente a produrre pensieri malati ed è lì che è più difficile intervenire: il corpo può guarire relativamente in fretta, la mente sembra non voler guarire mai.
A proposito di corpo, questo è esattamente il corpo che vorrei:
 

giovedì 5 giugno 2014

errata corrige: sono di-ma-gri-ta!

Questa mattina salgo sulla bilancia un po' titubante. Non volevo neppure pesarmi, per non demoralizzarmi troppo, e invece il risultato mi sorprende: 71,6 kg. Non è poco, certo, non sono i 60 che speravo di riottenere per fine giugno ma sono comunque due kg in meno dell'ultima volta che mi sono pesata ed è assurdo, considerato che negli ultimi giorni ho mangiato senza regola - carboidrati più volte al giorno, stuzzichini a qualsiasi ora, cose fritte e stracondite, vino in abbondanza... - e non ho fatto nulla, a parte qualche passeggiata sulla spiaggia e sfacchinata in qualche città. Ma niente in confronto al movimento cui sono abituata, alla palestra e allo stepper.
Mi sono pesata di nuovo, per assicurarmi che la bilancia non si fosse sbagliata, ma ha ribadito il 71,6. Sono arrivata persino a pensare che mio padre (l'autore del regalo, se ricordate) l'abbia truccata per farla diventare meno stronza così che io possa vivere con meno paranoie, o che si sia starata. 
Comunque allo stato attuale delle cose peso non solo meno di quanto pensassi (credevo di esser tornata alla soglia dei 75 come a gennaio) ma addirittura meno di quando sono partita. Complice forse lo stress dell'esame che mi ha aiutato a bruciare calorie anche senza muovermi dalla scrivania, posso permettermi di ripartire con il piede giusto e con un'infusione di fiducia. Non devo montarmi la testa, però: il mio peso è sempre stato molto instabile, mi è capitato spesso di vedere variazioni anche di un kg da un giorno all'altro e quindi è possibile che, pesandomi domani, la bilancia mi restituisca il 73 di dieci giorni fa. Ma per ora non voglio pensarci. Per ora voglio godermi un briciolo di serenità e approfittare del momento favorevole per provarmi un vestito che mi è stato regalato e che giace abbandonato in un angolo della mia camera in attesa di un giorno in cui non mi veda simile ad un tendone da circo ambulante, come vi dicevo ieri.
Un po' di amaro in bocca resta solo per la constatazione di come un numero sulla bilancia possa cambiare il mio umore da un momento all'altro, facendomi passare dalla rassegnazione all'euforia (come in questo caso) ma anche dalla gioia alla rabbia, come accade ben più spesso. Dovremmo liberarci di questa dipendenza, la bilancia è una droga.
 

mercoledì 4 giugno 2014

tornata!

Ciao ragazze,
sono tornata! La settimana con le amiche al mare è andata alla grande, poi mi sono fiondata sui libri perché oggi avevo un esame - che per fortuna è andato benissimo - e ora ho un po' di tempo libero che sfrutterò immediatamente andando in palestra. Tra la vacanza e la clausura da studio di questi ultimi tre giorni manco dalla palestra da sabato 24 e mi manca.
Senza contare che a metà vacanza è scattato in me il meccanismo del "rilassati-che-ormai-è-andata". Non so se avete presente, è una sensazione simile a quella che si prova a scuola dopo un'interrogazione pesante: sollievo misto a senso di pace perché per qualche giorno puoi permetterti di non studiare quella materia, puoi metterla da parte e non pensarci più per un po'. A me capita con la prova costume, che è un po' come un esame, alla fine. Mi preparo per settimane, sto attenta a quello che mangio, faccio in modo da avere la pelle bella e liscia e poi quando ormai ho sfoggiato i primi costumi e in qualche modo lo spettro della prima esposizione al sole, quella in cui bisogna rompere il ghiaccio e riuscire a mostrarsi nuda, si è allontanato, ecco che mi lascio vincere dall'istinto e ordino una pietanza in più, spizzico qua e là e smetto di fare gli addominali nei tempi morti o prima di andare a dormire. 
Il pensiero dominante è "ormai per questa volta è andata, per la prossima prova costume ci penserò quando torno a casa" e così mi sfondo di cibo buonissimo in un'eterna lotta tra la gola e il senso di colpa. Questa volta vince la gola, quando ritorno a casa e salgo sulla bilancia, mi guardo allo specchio e mi vedo più morbida, più flaccida, più brutta, ecco che il senso di colpa si prende la sua rivincita e mi impone di darmi una regolata.
La cosa fastidiosa è che io non vedo risultati. Magari un giorno sì, mi vedo un po' più magra, un pantalone mi sta un po' meglio di prima, ma sono comunque obesa. Rispetto alle mie amiche e rispetto a come vorrei essere, a com'ero qualche anno fa, e persino a com'ero l'anno scorso. 
Lo so che non posso pretendere di vedere risultati da un giorno all'altro, che perdere peso richiede tempo e sacrifici, ma provarmi dei vestiti e sentirmi un tendone da circo ambulante mi demoralizza. Sono ufficialmente tra la 42 e la 44. La 44 è il male, e all'incrocio che percorro tutti i giorni campeggia una grande scritta rossa che recita "negozio *** taglie forti dalla 44 alla 62". La 44 è una taglia forte e io non voglio avere una taglia forte, non voglio essere una taglia forte. Il mio armadio è ancora pieno di vestiti taglia 38, persino qualche gonna taglia 36, non posso pensare di portare quattro taglie in più adesso, tanto più che si avvicina l'estate e io, dicevo, sono una specie di stracchino tremolante che con un vestitino sembra una mongolfiera. 
Corro in palestra, per limitare i danni!