Peso: 66,2 kg
Ho scoperto che ho talmente
tante occhiaie che se piango le lacrime si accumulano tutte lì prima di
defluire lungo le guance, come in una sorta di cisterna. E la cosa patetica è
che sulle prime la scoperta mi ha persino strappato un sorriso.
Sto dormendo poco, il che è
perfettamente normale in sessione d’esami, dato che il “triangolo dello
studente sotto esame” impone di sacrificare qualcosa tra ottimi risultati, vita
sociale e ore di sonno ed io sono troppo ambiziosa e perfezionista per
rinunciare a puntare sempre al massimo ma non riesco a chiudermi tutto il
giorno in casa o in biblioteca senza vedere nessuno, perciò scelgo di privarmi
del sonno.
Non sono una che dorme tanto
generalmente, per me cinque-sei ore a notte sono sufficienti, sette sono un
lusso che mi concedo molto di rado, perciò di solito non mi pesa molto andare a
dormire alle quattro e svegliarmi alle nove e mezza per tornare sui libri, ma
in questo periodo sto dormendo davvero male.
Non solo faccio fatica ad
addormentarmi ma, quando finalmente mi addormento, faccio sogni lunghissimi e
contorti e al mattino sono più stanca di quando sono andata a dormire. Questa notte,
ad esempio, ho sognato che mi ero tagliata i capelli ma non ricordavo quando e
scorrevo a ritroso le mie foto su Facebook e sul telefono per capire quando mi
fosse venuta quella malsana idea; lo so che di per sé non sembra un incubo, ma
io ho un rapporto molto particolare con i miei capelli, anzi, ne sono ossessionata.
Forse vi ho già anche raccontato che uno dei motivi per cui ho ricominciato a
mangiare è che perdevo tantissimi capelli e avevo troppa paura di diventare
calva. Mi si vedeva il cuoio capelluto se li tiravo indietro per raccoglierli e
dovevo mettere sempre cerchietti o fasce per nascondere la stempiatura. È stato
terribile ed ora che sono di nuovo lunghi e folti cerco di trattarli meglio che
posso, con semi di lino, olii e unguenti quando vado al mare, maschere alla
cheratina...Insomma, vedermi (anche se in sogno) senza la mia chioma mi ha
fatta svegliare in preda all’ansia.
Non riesco a fermare il
cervello e ho talmente tanti pensieri che a volte mi sento soffocare. Sono stressata
per gli esami, anche se paradossalmente studiare mi rilassa - è un meccanismo
che conosco: studio, ripasso, ripeto, rileggo e prendo un bel voto – mentre tutto
il resto è confuso e imprevedibile. Non so cosa aspettarmi dal futuro – vorrei fare
un dottorato, ma forse mi piacerebbe anche trovare un lavoro più stabile e
sicuro – e nemmeno dal futuro più prossimo, col nuovo lavoro del mio fidanzato
che a partire da lunedì lo porterà di nuovo lontano da me.
E nonostante tutto non
dimagrisco.
Di solito nei periodi di
stress mi si chiude lo stomaco e devo forzarmi a mangiare per avere le energie
necessarie per rimanere concentrata sui libri, mentre in queste settimane ci
metto giorni a perdere un chilo e una cena da amici per recuperarlo. Che poi,
come vi dicevo, non riesco a rinunciare a un minimo di vita sociale e quando
esco con gli amici sono sempre occasioni mangerecce. In autunno riuscivo ad
impormi un’unica sera di sgarro alla settimana ma era un periodo più sereno,
non sentivo il bisogno di distrarmi, potevo rinunciare ad un aperitivo perché sapevo
che sarei stata ripagata da un chilo in meno a fine settimana, ora invece la
solitudine pesa come un macigno, non sopporto di stare a casa da sola senza
studiare: se non studio devo per forza uscire, se no mi sento in colpa perché potrei
studiare e non lo sto facendo e mi assalgono subito i pensieri angoscianti, l’ansia
e la sensazione di avere un peso tra la gola e lo stomaco che mi fa respirare
con difficoltà.
Voglio e non voglio che la
sessione d’esami finisca. (Ieri ho dato il terzo esame e il nove febbraio ho l’ultimo.)
Vorrei non dover più organizzare le mie giornate in base ai capitoli da
studiare ma ho anche paura del vuoto, di ritrovarmi da un giorno all’altro con
troppo tempo libero e non sapere come riempirlo.
Scusate per il post angoscioso
e disordinato, ma è così che sono i miei pensieri questa mattina, e neanche il
sole riesce a darmi la giusta carica.