giovedì 22 ottobre 2015

lavorare fa ingrassare!

Settimana scorsa ho cominciato a lavorare. Una supplenza di tre settimane in una scuola media, niente di stabile e duraturo, certo, ma se mi avessero detto che a un mese scarso dalla laurea mi sarei trovata tra le mani un contratto (per quanto effimero) non ci avrei mai creduto.
Perciò, ben venga. Ben vengano le esperienze, ben venga tutto ciò che mi impedisce di starmene a casa da sola a meditare sul passato e sul futuro, sulla mia vita inconcludente, sugli errori reiterati.
Non mi sta piacendo molto, ve lo confesso. I ragazzini di quell'età sono difficili e io non sono abbastanza paziente, abbastanza empatica e abbastanza sensibile per stargli dietro. Forse sono una brutta persona, forse semplicemente non sono fatta per questo mondo di professoresse che fanno da mamme e da psicologhe, di genitori che vengono a sindacare sui (meritati) 4 dei loro figli e di ragazzini che si presentano come vivaci ed esuberanti ma che fondamentalmente sono dei maleducati.
Sarò anaffettiva, ma non nutro alcun interesse per il "rapporto speciale che si instaura con i ragazzi" di cui parlano le mie colleghe, che ammiro per la loro dedizione ma che non invidio affatto. Preferirei fare un'arida lezione di greco a dei ginnasiali che mi odiano piuttosto che avere un rapporto speciale con quel mucchio di scalmanati che mi tocca domare ogni giorno.
Ve lo dico senza peli sulla lingua: per uno stipendio di 1400/1500€ al mese non ne vale la pena. Sgolarsi per convincere i due cretini all'ultimo banco a tacere, fronteggiare genitori arroganti che si permettono di contestare le tue correzioni alla verifica di grammatica, confrontarsi con colleghe che ti trattano come se fossi una cretina solo perché sei giovane e sei l'ultima arrivata, tutto in cambio di qualche misera soddisfazione.
Magari sono solo stata sfortunata io, se fossi capitata in una classe diversa - come la deliziosa prima in cui purtroppo ho solo sei ore - vedrei tutto sotto un'altra luce, magari è solo questione di abitudine e si impara a farsi scivolare tutto addosso, si rivedono le proprie aspettative, ci si abitua ad accontentarsi di conquiste piccole piccole, ma a metà di questa "avventura" posso dire che non vorrei farlo per tutta la vita.
Sono contenta di aver trovato un lavoro così in fretta, mi fa sentire utile e responsabile, ma non credo sia la mia strada. Vorrei provare ad insegnare in un liceo, per valutare se in un contesto diverso l'insegnamento possa piacermi di più, e intanto non escludo che prima della fine di settimana prossima possa cambiare idea, del resto fino a qualche mese fa escludevo categoricamente la possibilità di ritrovarmi in una scuola, e invece eccomi qui, prof.
Un altro aspetto che fatico a digerire, e la metafora è particolarmente indicata, è che in questo primo breve periodo da lavoratrice ho messo su un altro chilo, invece di perdere i due che avevo in programma di perdere. Negli ultimi giorni sono sul 61 alto e non so come invertire questa orribile tendenza. Non sto mangiando molto, in realtà, ma mangio male, ad orari sempre diversi, cose acquistate in giro mentre torno a casa, mangiate frettolosamente, in piedi, perché odio mangiare da sola, tanto meno in pubblico.
Non riesco a fare colazione perché esco di casa troppo presto, quindi generalmente bevo un caffè prima di iniziare e poi a metà mattina mi tocca buttare giù degli zuccheri per sopravvivere e l'unica opzione sono le merendine confezionate (essendo intollerante al lievito posso mangiare solo dolci preparati con lieviti chimici o agenti lievitanti) piene di grassi che mi lasciano l'unto sulle mani e il disgusto nella testa. 
L'altroieri momento di crisi perché dovevo fermarmi nel pomeriggio e non avevo nessuno con cui pranzare, e troppo poco tempo per tornare a casa. Ho vagato per un'ora per negozi, cercando di decidere se fosse meglio andare in un bar/ristorante  e mangiare un piatto "vero" (un'insalatona, della bresaola, un secondo caldo) da sola oppure prendere qualcosa in giro e mangiarlo per strada confondendomi nella folla. Alla fine ho optato per la seconda possibilità, perché l'idea di essere ad un tavolo da sola mi angosciava troppo, e mi sono ritrovata a comprare delle patatine in un locale che vende solo patate fritte, l'unica valida alternativa alla sfilza di forni, focaccerie, piadinerie. Avrei dovuto prendere uno yogurt come lunedì o un gelato, ma poi sono passata da quel posto e ho pensato che fosse il pasto adatto da consumare in mezzo ad una piazza piena di gente che spiluccava ad un identico cono: nessuno avrebbe guardato me.
Peccato che le patatine non fossero poi così speciali, erano salate e troppo fritte e così ne ho mangiate solo la metà e ho ceduto il resto a un uomo che rovistava nel cassonetto. Nel momento in cui gli ho lasciato il sacchetto tra le mani mi sono sentita sollevata da un peso enorme, quasi mi stessi liberando della refurtiva di una rapina! E più o meno era così: stavo distruggendo le prove della mia colpa, sperando di cancellarne anche le conseguenze dal mio corpo, ma mi sono sentita sporca e contaminata per tutto il giorno.
Per oggi però mi sono organizzata con cura: dato che non avrei avuto il tempo di tornare a casa per pranzo perché avevo un impegno nel primo pomeriggio ho preparato del farro con pomodorini secchi e olive verdi e una mini brioche integrale (pesa 40 grammi, l'ho pesata dopo cena, cedendo ad un impulso più forte di me) da mangiare a colazione, così non sarò costretta a comprare cose grasse.
Devo assolutamente perdere questi chili odiosi, perché mi sento ingombrante e qualsiasi cosa indossi non riesco a sentirmi a mio agio, mi sembra di scoppiare nei pantaloni aderenti, è una sensazione terribile che non voglio provare mai più.
Devo trovare un ritmo sano per questi ultimi dieci giorni di lavoro, anche come esempio per un futuro più o meno prossimo nel quale non potrò permettermi di ingrassare di un chilo per ogni settimana lavorativa.
Vi abbraccio e vi ringrazio per i bellissimi commenti allo scorso post! Risponderò presto, quando avrò il tempo e la concentrazione che essi meritano!

16 commenti:

  1. io, pur volendo insegnare, da grande, penso non potrei farlo mai alle medie. Penso che i ragazzini di quell'età possono essere ingestibili, eppure maledettamente arricchenti, e, se conoscono un bravo prof che riesce a far loro da guida (è chiaro che tu, avendo a disposizione solo poche settimane, non puoi), possono dare molte soddisfazioni. E poi, penso che il vantaggio di insegnare alle medie è che puoi adattare il programma, ampliarlo, fare davvero tante belle cose.
    Solo che io non posso. Perché, molto semplicemente, alle medie ho sofferto come un cane, ho patito tantissimo la solitudine, e non riponevo fiducia in nessuno dei miei compagni. Li odiavo tutti, dal primo all'ultimo, mi sono sentita isolata, esclusa, e dal canto avevo di loro una considerazione scarsissima, perché erano fondamentalmente maleducati, chiassosi, irriverenti. E perciò cavolo se ti capisco. però cerca di coliere anche in loro la bellezza, perché credo ce ne sia e, con il distacco dell'età adulta, sia più facile da carpire. Io, come ragazzina, non ci sono mai riuscita, perché stare in mezzo a loro era insostenibile, però penso tu possa farlo, prima o poi.
    Comunque, sono felice per la tua supplenza. chissà che questo non apra nuove porte, magari in un liceo dove sicuramente incontrerai persone più interessanti, anche se, forse, ti odieranno sul serio, soprattutto al ginnasio, quando magari i ragazzi sono più educati, ma il loro distacco e la loro indifferenza sono palesi.
    Buona fortuna per tutto, in ogni caso :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. È davvero un'età difficilissima, quella. Sono bambini che imparano a diventare ragazzi e si atteggiano a uomini e donne vissuti assumendo dei comportamenti che, ai loro occhi, sono da adulti indipendenti, come non fare i compiti, rispondere con strafottenza, mostrarsi palesemente disinteressati durante le lezioni. Al liceo credo che il peggio sia passato, o comunque questa fase si esaurisce al biennio e poi l'istinto ribelle sopravvive solo in qualche elemento sporadico. I pre-adolescenti, invece, sono davvero difficili da gestire, maleducati e immaturi, e io non avevo mai avuto a che fare con ragazzini così piccoli, quindi sono rimasta un po' spiazzata, anche se è vero che avere a disposizione tante ore e un programma molto "malleabile" permette all'insegnante di sbizzarrirai molto di più che alle superiori!
      Un bacio e in bocca al lupo per la tua carriera, io ti ci vedo molto dietro una cattedra!

      Elimina
  2. Proff???? O.o wow!!!
    Non tanto x il titolo in sé, ma xke come dici anche tu a un mese dalla laurea al massimo trovano tirocini o lavori non inerenti agli studi!!!
    Xo sinceramente non lo farei mai l'insegnante, certo é bello come lavoro ma se fosse fatto con ragazzi a cui interesserebbe qualcosa magari -.-' ormai ce ne sono pochi..
    Sia alle medie che alle superiori io mi sentivo spesso l'alieno: l'unica a fare sempre i compiti, l'unica che se la prof chiedeva qualcosa si sbracciava x esser notata (gli altri la guardavano con sufficienza della serie "che due palle quando si va a casa"), non ti dico quella volta che ho "osato" prendere 96/100 in matematica in quarta superiore (manco avessi fatto chissà che scuola, mica un liceo, ma un istituto professionale simile al alberghiera cavolo!!!)..
    Forse é anche il sistema scolastico italiano che impedisce ai ragazzi di interessarsi a quello che fanno, non so..

    Cmq x il mangiare é vero, lavorare non ti permette di poter fare tutto lo sport che uno vorrebbe o di mangiare decente.. L'unica é che tu riesca a prepararti qualcosa alla sera..
    Anche la colazione non puoi saltarla, sballi il metabolismo e x quanto mangi poco a pranzo e cena aumenti lo stesso, a costo di svegliarti prima devi sforzarti di farla (su questo punto ti bacchetto xke x quanto io ci abbia provato a dimostrare che non é così fondamentale, che le calorie che le assumi alla mattina o alla sera é indifferente, beh ho dovuto ricredermi alla stra grande: senza variare le cal ma facendo colazione e riducendo della metà la cena, ho perso un kg in una settimana e mi sono sgonfiata e la pelle più bella)..

    Forza e coraggio dai, é pur sempre un esperienza lavorativa che puoi aggiungere al cv, non fa mai male :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, lavorare non fa mai male, le esperienze sono sempre positivi anche quando sono negative e comunque non avendo un obiettivo chiaro da inseguire ogni riempitivo è oro. C'è da dire che questi ragazzini non sono esattamente facili da gestire, ma alla terza settimana sto imparando a conoscerli e diventa meno pesante.
      Per quanto riguarda la colazione, io ho davvero un problema con la sveglia all'alba: ho lo stomaco chiuso e la nausea, prima delle otto non riesco a mangiare nulla, ma mi sto impegnando a portarmi qualcosa da mangiare prima di iniziare, oppure mi fermo al bar e prendo una frolla assieme al caffè.
      Un abbraccio a te!

      Elimina
  3. Il titolo del post mi spaventa...tanto, lo ammetto.
    Visto che, come hai letto, a breve comincerò a lavorare vedere che stai aumentando di peso mi fa arrabbiare ed impaurire, sicura che sarà così pure per me o che dovrò patire la fame per evitarlo.
    A parte questa superficialità, mi congratulo con te per il ruolo ottenuto! Cavolo è "oro" in questo momento di crisi, dove le graduatorie scolastiche sono immense e le riforme al riguardo cambiano ogni secondo.
    Sarà un'esperienza importante, seppur breve, anche se non ti piacerà potrà sicuramente essere un aiuto per il tuo curriculum e per chiarire meglio le idee su "cosa vorresti fare in futuro".
    I bambini o ragazzi delle scuole medie (utilizzo entrambi i termini perchè secondo varia molto da soggetto a soggetto e dalla situazione) sono estremamente difficile. E' un'età complicata nella gestione, riuscire a farsi intendere e dar interesse nella materia è un'impresa!

    Un abbraccio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ragazze, organizzarsi non è difficile!!!
      L'ho fatto per 2 anni quando facevo la praticante. Avete presente lavorare a gratis per essere idonei agli esami di stato? ecco, il rimborso spese bastava appena per la benzina. Eppure mi alzavo alle 5.30 facevo la pasta fredda, oppure un piatto unico di riso e verdure, o insalate miste con mozzarella o tonno, a volte un panino formaggio o tonno e pomodoro o insalata. Mangiavo e andavo a fare una passeggiata, con qualunque clima fuori.
      Oppure, a cena fate una porzione in più da portarvi a pranzo il giorno dopo.
      Dai.... non cadetemi in un bicchiere d'acqua! S'ingrassa se si opta per i fast food ogni giorno o si saltano i pasti anzichè svegliarsi un pò prima.

      Sono stati gli anni in cui non ho messo su nemmeno un etto a differenza di adesso che mangio a casa.

      Elimina
    2. Ilaria, ho letto il tuo post e mi ha fatto sorridere pensare che ci siamo trovate (quasi) nella stessa situazione (quasi) allo stesso tempo. Forte della mia esperienza ora magari riuscirai ad organizzarti meglio, arrivando preparata al fatidico incontro con la pausa pranzo.
      Beky, è vero, non è impossibile, in cinque anni di università ho comunque ideato diversi tipi di schiscetta, ma io lo trovo comunque meno appagante e meno "efficace" di quando mangio a casa. Sarà che se sono in giro, soprattutto da sola, mangio in fretta in modo da finire il prima possibile e rendere più breve la tortura del pasto in solitudine, e quindi non riesco mai a godermi davvero quello che mangio, né a percepire la sazietà. Non si tratta neppure di scelte sbagliate a prescindere - di cibo da fast food ne posso mangiare poco, dovendo evitare tutti i lievitati, quindi questo mi preclude tutta la vasta gamma di forni e paninerie che pullulano in ogni città - perché anche mangiando yogurt, insalatone o farro/cous cous la sensazione è la stessa: mi gonfio sul momento perché mangio voracemente, ma dopo due ore sono più affamata di prima, mi sento un buco in pancia e mi viene la tentazione di riempirlo cin pezzetti di grana o cose simili che hanno un effetto devastante sul mio peso. questa settimana però sono riuscita a evitare le situazioni di pranzo in solitudine, fino ad oggi. Domani invece mi tocca e ci sto pensando già da ora!

      Elimina
  4. Ciao cara!
    Penso sia la prima volta che commento un tuo post, anche se ti leggo da un po'.
    Sicuramente se hai trovato un lavoro dopo così poco tempo dalla laurea significa che sei una persona in gamba, quindi credo che a breve troverai qualcosa che ti soddisfa di più. Delle volte abbiamo bisogno di un'esperienza negativa per capire quale sia la nostra strada.
    Per quanto riguarda il cibo, è normale quando si cambiano le proprie abitudini che all'inizio sia difficile mangiare in modo regolare e dio solo sa quanto ti capisco riguardo l'imbarazzo di mangiare da sola in pubblico, anch'io in genere quando ho la pausa pranzo opto per una schifezza al volo piuttosto che sedermi al tavolo di un ristorante da sola... Forse la soluzione migliore è appunto quella di portarti qualche piatto da casa cucinato la sera prima.
    Fatti coraggio che manca poco, purtroppo immagino che lavorare come supplente già di per sé non sia il massimo, per di più con i ragazzini delle medie, che sanno essere davvero terribili sia fra di loro che con i docenti... Non oso immaginare di quanta pazienza tu abbia bisogno.
    Ti saluto!
    Joy.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io non mi aspettavo proprio che fosse così faticoso. A livello fisico, proprio. C'è bisogno di un sacco di voce per richiamarli costantemente all'ordine, bisogna stare sempre all'erta e girare tra i banchi per controllare che cosa stanno facendo e non ci si può sedere mai, perché appena loro si sentono protetti partono le gare di palline di carta e ogni sciocchezza simile.
      Non avendo fatto mia esperienza di ragazzi così piccoli non ero pronta, ma ora che sono alla terza settimana mi sto facendo la pelle! :)
      Un bacio e grazie per essere passata!

      Elimina
  5. In generale gli adolescenti sono difficili da trattare...
    Ricordi com'eri alle medie e cosa pensavi dei professori?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In realtà ricordo molto poco delle scuole medie, molte cose stanno riaffiorando in questi giorni, mentre osservo i 'miei' ragazzini e le loro relazioni tra loro e con me. Io ero molto diversa da come sarei stata al liceo e da come sono ora, sicuramente ero più vivace e "ribelle" come è giusto che sia a dodici/tredici anni, ma questi sono davvero maleducati, ad un livello che non penso di aver mai sfiorato!
      Un bacio! :)

      Elimina
    2. Nonostante la poca differenza d'età, la generazione dei giovani di adesso è davvero cambiata...

      P.S.: ti ho lasciato dei commenti anche nei vecchi post (non ricordo quali) soprattutto per congratularmi per la laurea! E adesso, augurissimi ancora!!!

      Elimina
  6. Anche io pranzo a lavoro, inizialmente era un casino.
    Mi portavo cose veloci da divorare, e mangiavo di nascosto quando capitava che rimanevo sola.
    Ovviamente erano tutte schifezze che compravo dal panettiere la mattina:pizzette, focaccine, pane..

    Da qualche tempo ho iniziato a portarmi le cose da casa, la sera o la mattina mi preparo qualcosa di fresco e più salutare da portarmi.
    Ora per fortuna nella pausa pranzo resto sola in ufficio e quindi posso concentrarmi e mangiare con calma quello che mi sono portata e in questo mi sento molto fortunata.

    Se fosse estate/primavera ti avrei consigliato di portarti il cibo da casa, trovarti un bel parco lì vicino e passare la pausa pranzo in relax.
    Visto che comunque ora inizia a fare freddo è un pò più complicato.
    Porta pazienza per questi ultimi giorni, mangia in macchina al caldo o magari in qualche aula che resta vuota..

    Anche io non sono mai riuscita a mangiare da sola in qualche locale, mi sentivo una sfigata e poi comunque pensavo al giudizio degli altri..già ero tormentata di mio e mi ci mancava solo aggiungere dell'altro.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahahah, anche io mi sento una sfigata! Che poi, è assurdo, c'è un bar/ristorante in cui andavo quando ero all'università, con i miei amici, nel quale ho sempre visto molta gente in abiti da ufficio arrivare e pranzare da sola e non li ho mai considerati degli sfigati. Ho soltanto pensato che fossero lavoratori della zona che hanno la pausa pranzo ad un orario diverso rispetto ai colleghi o che hanno gusti diversi dagli altri e prediligono quel posto piuttosto che un altro. Tuttavia io non ho il coraggio di imitarli, piuttosto come dici tu divoro qualcosa di nascosto, magari in piedi, in strada, indipendentemente dalla temperatura e dalle condizioni climatiche!
      Un bacio!

      Elimina
  7. Sono in un momento in cui se non imparo a tenere a freno la lingua, prima o poi qualcuno me la taglia :-P

    Quando ho letto il post ho avuto contemporaneamente due pensieri. E' da allora che sto valutando quale dei due lasciarti senza essere mandata a zappare la terra. Finirà che te li espongo entrambi.

    1) tanta gente sta facendo turni da fuori di testa o darebbe un braccio pur di non essere disoccupata per 1400-1500 €/mese, che senza peli sulla lingua tu schifi. Hai solo da andare, adattarti e fartelo piacere per ingranare e imparare a stare nel mondo del lavoro. Certo, era molto comodo il tempo in cui il tuo unico dovere era finire l'università in un lasso di tempo decente con ottimi risultati ma non hai più 20 anni. Non pretendere di prendere somme più elevate dopo appena un giorno di lavoro. Devi farti i calli, integrarti ed accontentarti. Poi, quando ti sarai fatta un'esperienza tale da poter pretendere di più... sono la prima a dirti che devi farlo. Ma in un momento di crisi come questo quanti della tua età, dopo appena qualche settimana dalla laurea, hanno un lavoro?

    Ok non mi hai ancora mandato a cagare, perché sono ancora comoda sulla scrivania :) Non è nel mio genere fare la lecca culo dicendoti solo quello che vuoi sentirti dire per non farmi togliere l'amicizia da fb.

    2) l'insegnamento... santo Dio, andrei a pulire i bagni dei fast food piuttosto che obbligare 4 adolescenti con gli ormoni impazziti ad ascoltarmi ed imparare. Io non sono MAI stata capace di insegnare nulla a nessuno, perché sono troppo strafottente nel pensare che "se perdo tempo a spiegarti una cosa elementare, e tu non hai capito, o sei stupido o non hai ascoltato" non ho la pazienza adatta. Ecco perché ho sempre rifiutato di fare lezioni nelle scuole serali e dare ripetizioni, non certo per il 'misero' stipendio... !
    Se non è questo il mestiere adatto a te, torno a ripetere che vista la crisi estesa in tutti i campi, porta pazienza, organizzati, fai le tue ore e torna a casa. Nel frattempo cerca di capire quali altri sbocchi ti permettono gli studi che hai fatto...

    Sul tema cibo, non è così impossibile organizzarsi. Effettivamente pure io trovo triste mangiare da sola in un ristorante. Preparati un pasto freddo la sera prima e portatelo dietro. Così eviti di accontentarti dei fast food o mangiare in giro per la città viste le temperature che iniziano a calare.

    Non offenderti per ciò che ho scritto, ti reputo una brava ragazza. Ma lo sai che sono sempre sincera e certe affermazioni non le mando giù. Specie quando io stessa mi spacco la schiena per essere pagata quanto e quando il cliente ne ha voglia.

    Buon inizio professoressa :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non temere di offendermi, io non sono per niente permalosa e sono la prima ad essere molto autocritica, quindi le critiche che mi vengono fatte, se sono sensate e costruttive, non mi irritano, mi spronano a riflettere, semmai.
      1) io non schifo affatto 1400/1500€, anzi! Non avrei mai pensato di poter accedere ad uno stipendio "vero" (anche se non so ancora quando e quanto mi pagheranno) a un mese dalla laurea. Mi aspettavo anni di contratti da stagista e stipendi da fame. Perciò, tutto ciò che supera i 500€ è una fortuna, per me. Il mio è un discorso riferito ad una prospettiva di vita: quel tipo di stipendio per questo tipo di lavoro secondo me non vale la pena. Io preferirei prendere uno stipendio più basso lavorando in un ambiente più sereno, dove non devo urlare per quattro ore, relazionarmi con dei maleducati e sprecare i pomeriggi o le serate per preparare lezioni per gente che non le apprezza. Le famose "perle ai porci". Io, sinceramente, preferirei fare la commessa o qualcosa di simile, con uno stipendio più basso ma con meno responsabilità e meno scazzi. Forse semplicemente questo non è il contesto adatto a me, conosco gente che pur di insegnare lo farebbe gratis.
      E veniamo al punto 2) l'insegnamento non è per tutti. Io sto ancora cercando di capire se faccia per me. Oggi una collega mi ha detto che una delle classi in cui sto insegnando è una prova del fuoco, che se sono sopravvissuta lì significa che sono pronta a fare l'insegnante, che è la classe peggiore in cui lei abbia messo piede e che se mi rispettano, nonostante sia giovane e poco esperta, vuol dire che ho la stoffa per questo mestiere. Ok, forse ho la stoffa. Ma la voglia? La voglia di rispiegare cento volte la stessa cosa ad un ragazzino al quale vorrei dire candidamente che se non capisce quello è stupido? La voglia di sorridere a qualcuno che vorrei prendere a sberle, rimediando ad un'evidente mancanza dei suoi genitori? La voglia di ascoltare genitori di aspiranti delinquenti dire che noi dobbiamo capire il ragazzino che prende a calci la porta perché è in un'età difficile? Ecco, boh.
      Per ora io lo faccio perché ho voglia di provare il più possibile, di mettermi alla prova nel mondo del lavoro, di crescere, ma non so se voglio farlo davvero, e forse questo atteggiamento è sbagliato, e mi sento anche in colpa, perché so di gente che farebbe qualsiasi cosa pur di essere nei miei panni.
      Un bacio!

      Elimina