lunedì 5 ottobre 2015

"Prima il dovere, poi il piacere" o "Prima la passione, dopo il resto"?

Settimana scorsa la mia bilancia si è rotta: la sua rottura è capitata a fagiolo, dato che provenivo da giorni di festeggiamenti ed ero in procinto di partire per una vacanza post-laurea programmata da tempo, ed è tornata in attività solo oggi, grazie all'intervento risanatore di mio padre, ma la tradizione impone che ci si pesi al mattino, perciò non so ancora di preciso quanto sono ingrassata, ma so di essere ingrassata. 
Negli ultimi dieci giorni ho mangiato senza controllo, necessaria conseguenza dell'aver vissuto senza controllo: niente lavoro, niente studio, nessuna responsabilità. Ho programmato di non programmare nulla, e so che suona surreale, ma è l'unica possibilità che chi è abituato ad avere tutto sotto controllo ha per rilassarsi. Ho pianificato di perdere il controllo, proprio come anni fa pianificavo le mie abbuffate e le pregustavo per giorni, le studiavo nei minimi dettagli, ed eseguivo il piano con maniacale precisione. Così ho fatto solo quello che avevo voglia di fare e non ho avuto remore a declinare inviti, ho mangiato quello che avevo voglia di mangiare quando ne avevo voglia, ho detto quello che volevo dire senza sforzarmi di essere necessariamente carina con tutti, e l'ho fatto con leggerezza solo perché sapevo che sarebbe arrivato il momento di riprendere il controllo, e quel momento è oggi.
Yogurt. 60 grammi di cous cous con le verdure. Due ore di ciclette. Pomodori e 50 grammi di prosciutto crudo. Addominali.
Si profila un impegno lavorativo per la mattina di domani, per la quale avevo in programma colazione e shopping con la mia amica M., quindi accetto l'impegno e rimando lo svago. Prima il dovere e poi il piacere, non è così?
Mi tocca anche decidere cosa fare del mio futuro. Mi sono data domenica prossima come limite ultimo per prendere una decisione, perché questo limbo mi angoscia, in barba a quelli che mi dicono "ma prenditi qualche mese di riposo, te lo sei meritato". Come me lo sarei meritato, scusate? Laurearmi in tempo con un bel voto era il mio dovere, non ho fatto niente che non potesse fare chiunque altro, non ho fatto che il necessario, e mi sono già concessa una settimana di vacanza, mi sembra un "premio" onesto.
So di compagni di corso che progettano un anno sabbatico, sei mesi in estremo oriente, o semplicemente studiano per provare ad entrare al dottorato la prossima primavera. Io non potrei mai farcela, ho bisogno di un progetto a breve termine, ho bisogno di riempirmi le giornate, di fare qualcosa di costruttivo.
Davanti a me al momento un bivio: cercare lavoro nel mio campo - un campo insidioso, dal futuro incerto, un percorso forse frustrante, forse per altri aspetti invece estremamente arricchente - oppure iscrivermi ad un master che va in un'altra direzione. Una direzione che m'interessa, senz'altro, che mi intriga e mi affascina, ma che non è esattamente quello per cui ho studiato e che ho paura che possa, una volta abbandonato, mancarmi troppo.
L'unica certezza è che per adesso non ho voglia di rimettermi a studiare, come la mia amica R. che si è iscritta ad un'altra specialistica. Ho voglia di "sporcarmi le mani" con qualcosa di più concreto, di ricevere uno stipendio, di mettere da parte dei soldi per andare via di casa, non che non ci stia bene, ma ho voglia di essere indipendente, pienamente adulta. Mia madre, che invece teme l'arrivo di un distacco che si era già profilato un annetto fa, di questi tempi, poi rimandato per sua fortuna, mi invita a prendermi tempo per capire cosa voglio davvero, di non essere impaziente di avere uno stipendio, di continuare la mia formazione, anche se frequentare il master potrebbe impedirmi di tenermi il mio lavoretto attuale, una cosa di poco conto e senza prospettive, ma sufficiente ad assicurarmi una certa indipendenza economica, un'entrata stabile che da quasi sei anni mi solleva dal fastidio di dover chiedere ai miei genitori i soldi per uscire a mangiare. Sarebbe triste, ora, rinunciarvi, e tornare a dover rendicontare i soldi della benzina a mamma e papà. 
Non credo di essere avida se desidero uno stipendio "vero" a ventiquattro anni, se ho voglia di mettermi in gioco in qualcosa di diverso dalla rassicurante vita universitaria, di cominciare a progettare la mia vita "da grande".
D'altra parte le iscrizioni per il master chiudono a breve, e se mi metto a cercare lavoro e non lo trovo rischio di trovarmi senza lavoro e senza master, e iscrivermici l'anno prossimo non farebbe che allontanare il momento dell'agognata indipendenza. 
Mi sento come Alice nel Paese delle Meraviglie, intrappolata in un corridoio dalle molte porte, tutte chiuse, senza possibilità di sbirciare i sentieri che si aprono alle loro spalle, e senza sapere davvero che cosa voglio io per prima, che forse sono solo troppo impaziente di vedere il mio nome su una busta paga, o forse ho solo troppa paura di allontanarmi per sempre dalle cose che ho studiato e che amo, e che già anni fa hanno saputo trascinarmi via da un'altra facoltà alla quale ero già immatricolata, in un'università prestigiosa che prometteva molti sbocchi lavorativi, perché, come mi scrisse il mio migliore amico sul frontespizio di un libro che mi regalò anni fa, viene "prima la passione, dopo il resto."

6 commenti:

  1. Bentornata!
    Mi piace molto questo post, capita anche un po' a fagiolo con la psichedelica follia della mia testa.
    Sarà difficile darti un consiglio, quindi cerchiamo di essere solo giudiziosi e vagliare un po' le ipotesi insieme.
    Capisco la voglia di avere una busta paga tua, assolutamente sacrosanta e legittima, ma credimi, il nostro settore è infame in quanto a possibilità concrete. E ancor più nei confronti di possibilità a breve termine (cosa dice almalaurea? dovrei ricontrollare).
    Va detto che tu sei giovane, hai cinque anni meno di me e una specialistica conclusa in mano quindi, messe una di fronte all'altra, avresti delle possibilità che a me sono precluse. Giustamente, in un certo senso.
    Continuare la tua formazione io lo trovo bellissimo e per due motivi che ti spiego subito.
    Uno: te stessa, la tua caparbia disciplina che, come ormai sai, ti ammiro follemente. Ti può portare ovunque.
    Due: il sostegno dei tuoi genitori che non hanno in mente il "liberarsi" di te, ma la tua soddisfazione e realizzazione personale.
    Quindi ti dico cosa fare io al posto tuo.. ci sono delle opzioni di mezzo tra queste due strade ed una potrebbe essere il servizio civile nazionale. Spesso gli enti che fanno domanda sono di tipo culturale o amministrativo e i nostri studi lì sono molto apprezzati. Inizieresti a fare un po' di esperienza, metteresti a frutto lo studio e avresti un piccolo (PICCOLO) stipendio che ti permetterebbe di emanciparti un pochino dai tuoi genitori senza rinunciare a tempo extra per eventuale studio o ripetizioni eccetera.
    Se ovviamente lo hai già svolto perdonerai la pappardella.
    C'è poi garanzia giovani, un sito che ti permette di registrarti e ti mostra offerte di lavoro e tirocinio in linea con le tue competenze. Questo tipo di assunzione è ultimamente molto praticato perché consente agevolazioni fiscali agli enti o aziende.
    Per il master.. eh sì, sai che se intraprendi quella scelta non avrai altro tempo per fare qualsiasi altra cosa. Se lo vuoi veramente è giusto che tu lo faccia. Se lo vuoi, lo devi a te stessa.

    Concludo dicendo che apprezzo molto il fatto di aver detto che hai svolto il tuo lavoro e non meriti gratificazioni eccessive. In un'epoca di cazzoni autoindulgenti è bello vedere una ragazza così giovane che non si perde in cose del genere.
    Mi fa però incazzare pensare che un tempo ero proprio come te.
    *parolacce*
    Baci e complimenti per tutto, seguirò con attenzione le tue riflessioni e la scelta finale.
    K.

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  2. La tua mente è aperta a molteplici possibilità..se hai questa predisposizione vedrai che l'Universo provvederà :)
    Sei una bella persona Euridice, abbi fede

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  3. Sei in uno dei momenti più belli e delicati... Io ho iniziato con uno stage prima di laurearmi e poi quello è stato il mio lavoro per 5 anni. Non so cosa consigliarti, in genere direi 'segui le tue passioni', ma con molto disincanto e qualche anno di esperienza in più, ti dico anche che le passioni si possono coltivare anche se non diventano la nostra principale occupazione. Il solo consiglio che mi sento di darti è di decidere dopo aver ascoltato profondamente te stessa, consapevole che ogni scelta comporta una rinuncia. Non cercare 'tutto', inseguire quello che adesso pensi possa essere utile e importante per affermarti. Un bacione

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  4. ... Nell'ultima frase volevo dire 'cerca di seguire'

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  5. Ciao carissima, bentornata, sono contenta di risentirti, di leggere che per un pochino di tempo tu abbia dato lascio ai numerosi freni del controllo.
    Capisco assai le tue pianificazioni giornaliere, anche io spesso faccio così, pianifico gli allenamenti, il cibo (ultimamente meno ringraziando Dio), le uscite, il lavoro... tutto, senza tregua.
    In merito al discorso post laurea possono consigliarti davvero poco, poni interrogativi che in parte comprendo fortemente, trovandomi in una situazione simile, per certi aspetti.
    Mi ritrovo ferma a pensare, se continuare a cercare lavoro oppure riprendere gli studi, impaurita da questa monotonia e noia quotidiana.
    Posso suggerirti di prenderti un pochino di tempo, questo sì, mi pare esagerata la scadenza di domenica, faresti tutto con troppa fretta al solo scopo di riempirti le giornate.
    Non dico di metterci chissà quanti mesi, ma di sentirti soltanto più "libera" di prenderti il tuo tempo. E' un tuo diritto!
    Quello che dovrai decidere è importante, costruirà il tuo futuro, non lasciare che l'enorme controllo e perfezione ti influenzino troppo.

    Ps. Io nella vita ho sempre bazzicato per la teoria del "prima il dovere e poi il piacere", non arrivando quasi mai a godermi le cose. Ho sempre fatto in modo di riempirmi di doveri per punirmi. E adesso mi ritrovo prosciugata da ogni passione, piena di nervosismo e di stress...
    Ci vorrebbe quel dannato equilibrio tra le due filosofie....

    Un abbraccio!

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  6. Beh di certo se non segui le passioni le rimpiangi e potrebbero influire negativamente sulla tua vita..
    Se ti va di seguire il master vai, un lavoretto si trova sempre.. Se dovrai abbandonare il tuo attuale credo che dovrai chiedere i soldi (da quel che ho capito i tuoi ti pagano gli studi mentre te ti paghi da sola lo shopping e le uscite e la benzina) al massimo un mese o due, e poi sono sicura che un lavoro da incastrare nei tuoi impegni tu possa tranquillamente trovarlo..

    Poi obiettivamente non so molto come aiutare dato che di università non ne so niente, non so cosa vuol dire specializzazione o master o come si svolga la vita post laurea purtroppo..

    Di certo non può che essere motivo di vanto x te e i tuoi che tu ti sia laureata entro i termini e a pieni voti, riuscendo cmq a mantenerti nei tuoi svaghi mantenendo un lavoro, certo era il tuo dovere come dici, ma tanti se ne fregano invece!

    Fa bene staccare la spina, programmatrice come sei non può che farti bene e anzi ti aiuterà a capire cosa vuoi..
    Non diventarci scema a pensarci, x qualche giorno non pensarci e poi calma e a mente più lucida credo potrai valutare meglio ciò che va bene x te..

    Ancora tanti complimenti x la tua laurea!! Sei una forza!!!!! :)

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