lunedì 14 dicembre 2015

la botte piena e la moglie ubriaca - la maledizione degli eterni insoddisfatti

Buonasera ragazze, come state? Per me questo è un periodo piuttosto sereno, tanto che ho quasi paura di ammetterlo, ché lo scivolone della sorte è sempre dietro l'angolo. Sono tornata da poco da un lungo ponte trascorso a Roma col mio fidanzato, la mia amica S. e il suo fidanzato. Era il mio regalo di laurea da parte di fidanzato e suoceri e non avrei potuto desiderare regalo più bello: Roma è meravigliosa e me ne innamoro un poco di più ogni volta che la vedo. Non mi stanca mai, potrei ripartire domani ed essere di nuovo emozionata come due settimane fa, con l'ansia di chi vuole vedere tutto e rivedere tutto un'altra volta. Che poi, a Roma non si finisce mai di vedere tutto quello che c'è e, ammesso che ad un certo punto vi si riesca, ci sarebbe da vedere Campo dei Fiori in primavera, il Pincio sul principio dell'autunno, il foro incendiato dalla calura estiva.
Roma ha tutto quello che il mio animo di eterna insoddisfatta cerca: la maestosità e la malinconia, lo sfarzo e la decadenza. 
Tra le cose più toccanti di questa gita romana c'è stata una passeggiata sull'Appia antica; camminavo sui lastroni posati quasi duemilacinquecento anni fa e intanto mi risuonavano nella testa i versi di una delle mie canzoni di Guccini preferite, Vite: "E percorriamo strade non più usate | figurando chi un giorno ci passava | e scrutiamo le case abbandonate | chiedendoci che vite le abitava, | perché la nostra è sufficiente appena, | ne mescoliamo inconsciamente il senso; | siamo gli attori ingenui di un palcoscenico misterioso e immenso". 
Roma mi fa sentire così: al centro di un palcoscenico misterioso ed immenso sul quale si respirano migliaia di vite ricche e piene, mentre la mia tante volte mi pare così priva di senso.
E poi abbiamo noleggiato un motorino per emulare i protagonisti di Vacanze Romane e abbiamo costeggiato il Lungotevere superando tutte le auto in coda, siamo arrivati al parco degli acquedotti prendendo un sacco di freddo e davanti a San Pietro percorrendo via della Conciliazione a tutta velocità, che ad un certo punto ho temuto che tutta la polizia schierata ci avrebbe fucilato a vista temendo fossimo dei terroristi, perché c'era un divieto di circolazione per il Giubileo e noi non lo sapevamo, ma i militari con il fucile ci hanno sorriso e io mi sono sentita davvero come in un film, una commedia al femminile di quelle che piacciono tanto alla mia amica S. e che io trovo insopportabili perché alla seconda scena si capisce già come andrà a finire. 

Sono stata bene, è stato tutto meraviglioso, anche se mi ero preparata l'attrezzatura per scattare una foto alla cupola di San Pietro attraverso l'occhiello sull'Aventino e quando siamo arrivati in cima abbiamo scoperto che la cupola era al buio, prove tecniche per lo spettacolo di apertura del Giubileo.
Naturalmente sono tornata a casa con due chili in più. Abbiamo camminato tantissimo e io ho assimilato la metà dei pasti perché ho mangiato lievito quasi tutti i giorni e a fine serata ero sempre in bagno (lo so che non vedevate l'ora di questo dettaglio poetico, dopo l'elogio di Roma!) ma sapevo già che sarei ingrassata, è sempre così quando sono felice.
Se dovessi trovare una spiegazione totalmente irrazionale per la mia condizione potrei ipotizzare che gli dèi mi abbiano maledetta alla nascita, per la crudele ma ineluttabile legge che vuole che le colpe dei padri ricadano sui figli, oppure in seguito a qualche offesa di cui mi sono inconsapevolmente macchiata. In ogni caso, la mia pena è stabilita: è destino che io non sia mai magra e felice allo stesso tempo. Posso essere grassa e felice o magra e triste, ma serenità e magrezza si escludono a vicenda.
Non so se ci sia una spiegazione scientifica dietro questa faccenda - per esempio so di non essere l'unica a dire che lo stress fa dimagrire - ma anni di esperimenti lo provano: mangio le stesse cose, faccio la stessa dose di movimento, ma se sono di buon umore ingrasso, se sono triste o preoccupata dimagrisco. Così capitava che nel periodo degli esami universitari, pur facendo meno sport del solito, perdessi due o tre chili, che rimettevo inesorabilmente a fine sessione, benché riempissi parte del tempo libero con attività fisica ed esercizi per tonificare. E non si tratta neppure di mettere su muscolo, che pesa più del grasso, perché io sono sicura di ingrassare, mi vedo davvero più grossa, mi percepisco più grassa, i pantaloni mi stringono e quando mi siedo ho le pieghe di ciccia sulla pancia.
Se avessi amici nel campo della ricerca scientifica proporrei loro di studiare il fenomeno, chissà che non si scopra che esistono ormoni della felicità che inibiscono il metabolismo, responsabili dell'aumento ponderale quando, ad esempio, ci fidanziamo stabilmente o riceviamo un contratto a tempo indeterminato.
Per tutta la mia vita ho alternato fasi di depressione e dimagrimento a periodi più sereni in cui ingrassavo, ma adesso sono stufa. Per tanti anni ho pensato che la tristezza fosse un buon prezzo da pagare in cambio del fisico dei miei sogni, ma ora non la penso più così. Ora sono sicura che la serenità sia la mia priorità assoluta e non voglio subordinarla a nient'altro, tantomeno ad una taglia o ad un numero. Però non sono pronta ad accettare di essere grassa. Non ce la faccio, è più forte di me. Io non potrei vivere tranquilla sapendo di dovermi comprare vestiti taglia 44, non ce la faccio ad andare in spiaggia con il rotolo di grasso che sbuca dall'elastico del costume o ad indossare dei vestiti se non ho la pancia perfettamente piatta. So che milioni di persone vivono con qualche chilo di troppo e sono serene o se ne fregano o non se ne accorgono o comunque non fanno nulla per cambiare la situazione, lo so e in parte le ammiro, o forse le invidio, come invidio le persone stupide che si accontentano di cose piccole piccole e non sono costrette all'eterna insoddisfazione che mi affligge, ma non potrei mai fare altrettanto.
Ed ecco che mi trovo al solito bivio che mi affligge nei periodi di serenità: non voglio ritrovarmi a evitare le situazioni in cui si mangia inventandomi scuse ridicole e condannandomi alla solitudine, ma non voglio neppure ingrassare. Esisterà una terza via, o è il tipico esempio dell'incontentabile che vuole la botte piena e la moglie ubriaca?

11 commenti:

  1. Dio, Euridice, è pazzesco vedere che pensiamo davvero le stesse cose.
    Anche per me magrezza non è conciliabile con felicità perché sono quel tipo di persona che deve sempre pensare a cosa e come mangia altrimenti ingrassa. E il pensiero costante del cibo mi rende nervosa, piena di paturnie cretine che non so combattere e che finiscono sempre per farmi su in un bozzolo idiota.
    Così a volte mi trovo a pensare che forse provo davvero un po' di invidia per quelli che se ne fregano e convivono con il loro peso extra (sempre cose moderate, ovviamente), ma allo stesso tempo so che io non ne sarei capace.
    Magari sarei allegra per un po' ma verrà il momento in cui non mi entrerà una 46 o vedrò una certa mia immagine allo specchio, una foto o altro e darò di matto.
    Lo so, è proprio scientifico.
    Quindi per evitarlo vivo in un limbo quasi peggiore che forse è anche il tuo: talvolta ci ossessioniamo, poi ci sentiamo vecchie e stupide per aver pensato ciò e allora facciamo le serie per un po', poi di nuovo e di nuovo.
    Se leggessimo i nostri blog in questa chiave potremmo annotare i post MAGRI e i post ALLEGRI e penso che mi daresti ragione.
    Un dualismo che temo sia comune in molte donne sane e che raggiunge il parossismo in chi ha vissuto/vive con i dca.
    Tutte vorremmo essere felici, il problema è che lo facciamo coincidere davvero con la magrezza, per quanto in cuor nostro sappiamo che è una bugia stupida.
    L'unica consolazione è che ci sia qualcuno che si sente come me.

    Sono stata a Roma solo una volta e per meno di 24 ore per cui ho in lista di tornarci per visitarla come si deve! Il tuo è un bel racconto, un resoconto che mi ha fatto immaginare di essere lì.

    Ti abbraccio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Esatto, io faccio proprio come dici tu. Per qualche settimana/mese non ci penso, sperimento la tanto agognata normalità, ma ad un certo punto mi rendo conto che normalità vuol dire grassezza e che i vestiti stringono e che il riflesso nella vetrina è quello di una ragazza goffa, che non sa muoversi con addosso troppo peso, e ricomincia il vortice del dimagrimento. Così, da sette anni e, sospetto, per sempre.
      Perché io non voglio tornare grassa. Non voglio neppure tornare magra, ma di certo se dovessi scegliere tra le due cose preferirei tornare magra, anche a scapito di quella serenità che ho faticosamente conquistato.
      Mi bastano due chili sopra i sessanta e mi vedo deforme, è inevitabile.
      Però effettivamente il fatto di non essere l'unica che non accetta di buon grado di ingrassare come una vacca a dicembre mi conforta molto.
      Un abbraccio!

      Elimina
  2. Quanto sono stata felice di leggere la frase "Ora sono sicura che la serenità sia la mia priorità assoluta e non voglio subordinarla a nient'altro": che bello!
    Io penso che tu stia andando nella giusta direzione, sono anche sicura che continuando a mangiare in modo regolare il tuo metabolismo non si bloccherà e non ingrasserai a dismisura come temi, anche uscendo accettando inviti e vivendo serena. non sei grassa, è solo la tua testa che ti dice che "ingrassi" quando sei tranquilla.
    Vedi com'è strana la vita? Tu adori Roma e io vorrei fuggirne, la maestosità non la riconosco e vedo solo sporcizia, decadenza, insicurezza, esasperazione ... Ma di sicuro, vissuta da turisti, Roma ha un fascino incredibile ed una bellezza sconvolgente.
    Ti mando un abbraccio romano!!! :-*

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il problema è che mangiando normalmente (o quello che io credo sia normale) sto ingrassando a vista d'occhio. Dalla mia laurea ho messo quasi quattro chili, un chilo al mese, e ho paura che sia un processo inarrestabile, che il prezzo da pagare per questa fragile serenità sia tornare grassa. Se mangio poco resto stabile, se mangio un po' di più di botto ingrasso di un chilo e mezzo, anche due. Non posso accettarlo, non riesco a vedermi così, a sentirmi tutta questa ciccia addosso, sono sicura che conosci bene la sensazione. Però detesto l'idea di dover scegliere se stare bene fuori o stare bene dentro, vorrei essere serena e tranquilla senza dovermi ritrovare questi chili in più, mi sembra così ingiusto.
      Un abbraccio!
      P.S.
      Io non so se vivrei a Roma, non ho mai preso i mezzi e non ho mai provato a cercare parcheggio, che sono due elementi abbastanza fondamentali per capire come si viva in una città, però la trovo di una bellezza indescrivibile:)

      Elimina
  3. Sono stata a Roma quando ero in seconda superiore in gita x tre giorni. Purtroppo non ci ho visto niente di speciale: arrivammo il primo giorno e camminando verso l'albergo alzo gli occhi e c'era il Colosseo, ma era quasi un monumento buttato lì senza niente di che, con macchine che gli giravano attorno veloci e senza rispettare i semafori. Secondo giorno ci lasciano libere x pranzo dopo aver visitato senato e camera dei deputati, prendiamo da mangiare al mc con i buoni che ci lasciano le prof e finito ci avviamo in una piazzetta x chiacchierare e finire la coca cola, c'è qualcosa di famigliare in quella scalinata penso e subito dopo dico "sbaglio o è piazza di Spagna? La scala sembra tanto simile" e infatti era lei, addio a sorseggiare la coca cola sedute sugli scalini visto il divieto. Fontana di trevi la immaginavo maestosa e invece era piccola e accalcata di turisti e alcuni invece ci guardavano come a cercare di capire quanti soldi avevamo da rubarci.
    La mia stanza d'albergo aveva una finestra che dava su a un specie di retro rione di palazzi, tutto decadente e sporco.
    Visitiamo il vaticano e lì mi sale ogni odio verso la chiesa, tutto pulito splendente tenuto bene, oro e ipocrisia da ogni lato.

    Forse il bello di Roma è proprio il suo trattare da normale monumenti e luoghi famosissimi ricchi di storia e/o arte, io invece mi immaginavo più valorizzazione e più cura x ogni dettaglio.
    Si purtroppo ricordo solo il caos e gli ambienti ultra impostati del Vaticano e di senato e camera (episodio divertente: la nostra prof di economia esaltata dall'aver visto casini, all'epoca capo dei deputati).

    X il resto invece io se sto bene e sono serena mangio il giusto e essendo serena sono anche più propensa a fare scelte sane in ogni ambito, altrimenti li ritrovo o a digiunare xke persa nei miei problemi ansie pensieri o a strafogarmi di schifezze in una ricerca utopica di appagamento, il tutto con zero voglia di pensare o fare qualunque cosa di fisico.

    Insomma a sto giro non posso che contraddire ogni tua affermazione xD
    Son proprio una "bastian contraria" (non so se si dice anche da voi, ma è uno che deve sempre dire il contrario degli altri)!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vabbè, ma se l'hai vista in gita non vale! Anche io conservo un ricordo un po' deludente di Atene, che ho visitato in gita con la scuola, ma i miei amici mi hanno regalato un viaggio per la laurea ad aprile e spero di ricredermi.
      Secondo me la gita distorce molto la conoscenza di una città, già solo per il fatto di non provare i piatti tipici ma mangiare in albergo o al mc. Invece se ci vai per i fatti tuoi giri a piedi per le strade meno turistiche, entri nelle osterie, nei bar, ti immergi nella vita reale della città ed è molto più bello. Tornaci, davvero! Roma merita una seconda possibilità.
      Comunque il Vaticano non piace molto neanche a me, il colonnato di San Pietro è bello ma la facciata e gli interni sono troppo carichi e non sono molto nel mio gusto, però la prima volta che sono stata a Roma (poi non sono mai più entrata anche perché gli interni delle chiese mi sembrano sempre cupi e soffocanti) sono salita sulla cupola ed è stato molto bello.

      Per quanto riguarda il connubio cibo e serenità, anche io quando sto bene non digiuno e non pasticcio, a meno che non sia a cena fuori con altre persone ma quello capita anche nei periodi meno sereni, e faccio tanta attività fisica, eppure ingrasso. È questo l'aspetto che non capisco -.-'
      Un bacio!

      P.S.
      Sì, sì, bastian contrario si dice anche da me!
      Ma forse si dice in tutta Italia, chissà!

      Elimina
  4. Sembra proprio di sentire me! Quando sono in una situazione di felicità e tranquillità mangio! E ingrasso! E di conseguenza come dici tu, magrezza e serenità non potranno mai stare assieme. Un abbraccio forte

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io però non mi voglio rassegnare a questa cosa. Cioè, non è giusto! Ci sono persone che sono felici senza ingrassare, persone che mangiano e non diventano delle botti, perché noi no?
      Un bacio!

      Elimina
  5. Ciao Euridice!
    Io sono di Roma, e leggere queste parole sulla mia città mi ha fatto ritrovare un po' di amore. Ormai vivo Roma come un supplizio, mezzi che non funzionano, metro di punto e in bianco chiuse e io come mi muovo?, Giubileo, strade allagate con sole due gocce, caldo tremendo d'estate e guai a prendere la metro...
    Ma Roma è bellissima, hai ragione! E leggendo le tue parole mi sono chiesta se fossi passata lì, in quel punto sul lungotevere, dove ho dato quel piccolo bacio e anche io mi sono sentita in un film, "questo piccolo grande amore", io Giulia e lui Andrea. Ed ero felice.

    E a proposito di felicità, sai, quell'ormone della felicità, che inibisce il metabolismo, per me non esiste. Il periodo in cui ho perso più peso risale a quasi due anni fa, era il periodo del test di medicina (ad aprile), della preparazione della maturità, della patente presa e dei primi giri in macchina da sola, dell'amore ritrovato, degli amici sempre insieme... È stato forse il periodo più spensierato, pieno, felice! E ho perso 7 kg!
    Secondo me, dimagrire o ingrassare dipende piuttosto dall'ambiente.
    Ho notato che dici spesso che ti senti felice quando parti. Che sia in vacanza, in gita, un solo giorno fuori. Quando esci dalla tua "confort zone", dici di essere felice, forse perché lasci le tue abitudini, lo studio, lo sport, ed ingrassi come dici tu. Cambi abitudini e ambiente.
    Il corpo risente di questi cambiamenti, ne è influenzato.
    Un minimo cambiamento per noi, anche il cambiare della stagione pesa sul nostro corpo.

    Però non credo che pretendi troppo e non credo assolutamente che magrezza e felicità si escludano a vicenda.

    Un abbraccio forte!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi fa sorridere che tu ricordi il periodo della maturità come un periodo felice. Per me sono stati i mesi più brutti e cupi della vita e anche io dimagrivo, ma perché vomitavo ogni mattina appena sveglia, prima ancora di mettere in bocca qualcosa, e poi tutto il giorno, per l'ansia, lo stress e la rabbia.
      Non vorrei tornare a quell'incubo per nulla al mondo.
      invece per me uno dei periodi più felici della mia vita è iniziato subito dopo, quando ho cominciato a seguire i corsi all'università e ho conosciuto gli amici con cui avrei trascorso tutti gli anni successivi, quelle giornate di lezioni e di studio che però non mi pesavano mai! Sono entrata all'università che pesavo poco più di cinquanta chili e nel giro di un paio d'anni ne ho messi venti. È vero che non vomitavo più tutto quello che mangiavo, ma non mangiavo in maniera sregolata tanto da prendere un chilo al mese!
      Ed è vero che si ingrassa quando si cambia abitudini, ma quando le nuove abitudini si stabilizzano non dovrebbe stabilizzarsi anche il peso?
      Comunque come dicevo non ho avuto modo di misurarmi con il sistema dei mezzi pubblici ma per me Roma è la città più bella del mondo! (A parte la mia, che è fuori classifica causa campanilismo!)
      Un bacio!

      Elimina