sabato 1 novembre 2014

s.o.s. - urgente necessità di consigli!



Peso: 68,6 kg

Ragazze, ho bisogno di un vostro parere da “esperte” e di qualche consiglio per gestire una situazione che mi sta procurando molta preoccupazione. Vi spiego la faccenda in breve.
C’è questa ragazza che conosco da poco più di un anno (ci siamo ritrovate in corso assieme all’università e avevamo molte lezioni in comune) ma abbiamo fin da subito avuto modo di aprirci su temi parecchio intimi. Mi ha raccontato di essere stata anche lei anoressica al liceo, di essere ancora in terapia ma mi ha detto che stava molto meglio e non aveva avuto “ricadute” negli ultimi anni, a parte qualche difficoltà a mangiare ‘normalmente’ nei periodi di particolare stress.
In questi anni ho constatato che un sostrato di malattia comune accelera moltissimo le naturali dinamiche del “fare amicizia” e così nel giro di qualche mese siamo diventate piuttosto amiche: pranzavamo insieme all’università, ci sentivamo quasi tutti i giorni e lei si è unita al gruppo di amici, compagni di corso e non, con cui esco di solito e abbiamo passato insieme alcuni venerdì o sabati sera.
Certo, molto spesso lei declinava gli inviti con delle motivazioni che avevano tutta l’aria d’essere delle scuse. Tirava in ballo la zia da accompagnare all’aeroporto, la cuginetta malata, il compleanno della nonna…insomma, non che non abbia mai avuto a che fare con scuse simili (la mia amica ex anoressica bidonava le uscite del sabato sera dicendo che doveva appendere quadri in garage, tanto per dirvi) e non che non ne abbia mai prodotte io stessa (le mie preferite erano i compleanni di amici dei miei e pizzate di classe con i compagni delle medie) quindi ormai riconosco le bugie, soprattutto perché avevano uno schema fisso: dopo l’iniziale entusiasmo per qualsiasi proposta, nelle ore immediatamente precedenti all’uscita smetteva di farsi sentire per poi avvertirci all’ultimo secondo che c’era stato qualche contrattempo.
Dopo un po’ i miei amici hanno perso interesse nell’invitarla, dicevano che tanto era inutile e non sarebbe venuta comunque. Io però ho continuato a scriverle e a tentare di coinvolgerla nelle nostre serate perché volevo che si sentisse importante, volevo che sapesse che noi avevamo piacere ad averla con noi e che non si sentisse abbandonata. Ricordo, infatti, la solitudine soffocante del periodo più scuro della mia malattia, quando mi chiudevo in camera con i miei libri e non volevo saperne del mondo, ma ricordo anche la flebile soddisfazione, la sensazione di pallida gioia che provavo quando riaccendevo il cellulare e trovavo chiamate e messaggi da parte degli amici. Se mi avessero mollata allora, se mi fossi sentita totalmente isolata, forse non avrei avuto la forza di uscirne.
Per questo ho perseverato nella mia scelta, convincendo anche gli altri a fare altrettanto, spiegando loro che si trattava di farla sentire accolta, ma non compatita, e di ricordarle che per noi la sua presenza è importante.
Da agosto a metà ottobre è totalmente scomparsa. Non era mai puntuale nelle risposte ai messaggi ma di solito dopo qualche giorno si faceva sentire, anche solo per un “tutto bene, e tu?”, mentre in quei due mesi non abbiamo avuto alcuna notizia da lei. Poi è ricomparsa, ci siamo viste (da sole) e mi ha raccontato di aver passato un periodo di profonda crisi, di essere stata molto depressa e di aver deciso di abbandonare momentaneamente l’università, magari per prendersi qualche mese per andare in un paese straniero nel quale sia costretta ad uscire di casa anche solo per fare la spesa. Dopodichè è ripiombata nell’oscurità.
Sono molto preoccupata: i lunghi silenzi sono sempre forieri di sventure e ho paura che possa essere di nuovo in crisi, tuttavia non so come comportarmi. I miei amici vorrebbero andare da lei per farle una “sorpresa” ma non sono sicura che la prenderebbe bene, ho paura che possa vederla come un’intromissione nella sua privacy, un’aggressione al suo rifugio sicuro. Insomma, io vorrei che lei capisse che siamo preoccupati per lei e che siamo disposti ad aiutarla ma senza sentirsi messa alle strette.
Voi cosa fareste?
Tra l’altro nutro i miei dubbi anche sui suoi progetti futuri: che per lei lo studio sia diventato una ‘scusa’ per chiudersi in casa e non vedere nessuno è vero, ma seguire i corsi all’università la obbligava ad uscire e a passare qualche ora spensierata, mentre adesso, in attesa della partenza, è sempre a casa da sola. La partenza stessa, a mio parere, se non vissuta con il giusto mood può essere controproducente: le è stata suggerita dalla psicologa e l’idea è stata avvallata dai suoi genitori ma io ho la sensazione che lei si sia adeguata più per fare un favore a loro che perché creda nella portata terapeutica di una soluzione simile. E se lei non ci crede non può guarire, né qui né da nessun’altra parte. Del resto, come dice Seneca, è l’animo che devi mutare, non il cielo.
Insomma, secondo voi cosa dovrei fare? Accettare la proposta dei miei amici e presentarci tutti in massa a casa sua? Optare per una soluzione di compromesso, ad esempio andando io da sola per sondare il terreno rischiando così di offendere i miei amici che si sentirebbero in qualche modo tacciati come insensibili per non essere stati presi in considerazione nella “missione”? oppure aspettare che sia lei a tendere la mano verso di noi continuando nel frattempo a scriverle/chiamarla per dimostrarle il nostro appoggio e il nostro affetto ma in maniera più soft?
 
Pensate alle vostre esperienze passate e presenti e a cosa avreste voluto che i vostri amici facessero e non hanno fatto, oppure a quello che hanno fatto e che non avreste voluto affatto che facessero! Ho molto bisogno di consigli, poi vi racconterò la mia esperienza personale in merito (non voglio influenzarvi troppo prima di conoscere il vostro parere), un bacio a tutte e buon weekend!

12 commenti:

  1. Non so, io le parlerei apertamente, visto che entrambe sapete dei problemi del passato le proverei a scrivere come hai scritto qui, che hai paura che non sia stata una scelta libera e che ti preoccupa questo suo isolamento.. Ma una sorpresa di gruppo può farla chiudere ancora di più, magari andarci te e solo un'altra o due con cui ha legato di più..
    Di certo continuare a cercarla come dici anche tu la farà sentire che ci sei se ha bisogno

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    1. Io le scrivo che se lei vuole sono qui per parlare di qualsiasi cosa praticamente ogni giorno ma lei non risponde quasi mai e quando lo fa mi dà risposte vaghe. Magari un giorno si apre e mi racconta un po' di cose e io penso di aver fatto un passo avanti e invece il giorno dopo ricomincia il mutismo ed è tutto come prima, è una situazione frustrante, per certi versi.
      Però non smetto di farmi sentire, ci mancherebbe! Un bacio!

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  2. Magari invece di scriverle prova a telefonarle e parlarci a voce.. Invece della sorpresa chiedile se le andrebbe se tutti insieme passaste a casa tua a salutarla..
    Io credo che le buone intenzioni vengano apprezzate, ma io alle sorprese avrei preferito il consenso.. Ad un "come va?" magari un "ehi so che non è un bel periodo.. Ma se vuoi parlare ci sono.. Te la senti?"

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    1. Anche io avevo proposto una soluzione di compromesso di questo tipo. Proporle di fare una serata tutti insieme, quando vuole lei, come vuole lei (se preferisce evitare la cena e cose simili) ma aspettando che sia lei ad accettare. Anche se, come mi fanno notare i miei amici, questo avrebbe come svantaggio il fatto che lei potrebbe accettare e poi mandare tutto a monte qualche ora prima, come fa sempre. Certo che il consenso è fondamentale, altrimenti rischiamo solo di spaventarla, ma fino ad ora la mia tattica (che è proprio chiamarla e proporle di parlare) non ha funzionato un granché :(
      Ma grazie per il supporto! <3

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  3. A prescindere dal DCA, io non sopporterei la "sorpresa" : non l'avrei sopportata prima di ammalarmi, né durante la fase più cupa della malattia. Non la sopporterei nemmeno adesso. Sarebbe una BRUTTA sorpresa per me! Non è detto che la tua amica la pensi come me, ma se si è isolata non credo sia giusto forzarla così. Scrivile, falle capire che ci sei e che ci sarai quando lei sarà pronta. Proponi di andare da lei se non se la sente di uscire, ma non presentarti lì senza preavviso! Come Softy, reputo il consenso fondamentale.

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    1. Figurati, anche io odio le sorprese! Mi mettono ansia, anche perché a me piace avere piani precisi e stabiliti in anticipo, mi piace prepararmi per le occasioni e se so che vengono a trovarmi i miei amici mi piace far trovare un dolce, del buon vino, insomma, non mi piacerebbe farmi trovare con i capelli raccolti, la tuta da ciclette e il trucco sbavato, però il problema nel suo caso,'come dicevo a Softy, è che quando le proponiamo le cose si mostra sempre entusiasta ma poi in prossimità dell'evento ci dà buca e ho paura che potrebbe finire così anche questa volta, anche se reputo il consenso punto fondamentale in un percorso di guarigione.
      Un bacio!

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  4. Domanda ardua la tua, Euridice...
    Non avendo cognizione di causa, mi astengo da suggerimenti che potrebbero risultare fini a se stessi.
    Permettimi una piccola provocazione, però: il rapporto con la tua amica si basa, mi pare di capire, oltre che su vari aspetti che vi rendono consentanee, anche sulla comune esperienza di disturbo alimentare... può darsi che, inconsciamente, tu associ i vostri percorsi con(tro) il DCA?
    E' perfettamente comprensibile che tu sia angosciata per la situazione della tua amica, ma secondo me dovresti riflettere sul fatto che quanto riuscirai o meno a fare per lei non ha a che vedere con il tuo percorso individuale.
    Ecco... non vorrei che un'ottica simul stabunt, simul cadent potesse indurti a maturare dubbi sul tragitto che stai percorrendo con valore.
    Tanto bene a entrambe, ragazze...

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    1. Nonostante sicuramente io sia molto più "coinvolta" nella sua situazione di quando potrebbero esserlo i miei amici o chiunque altro non abbia un dca alle spalle, non ho mai considerato i nostri percorsi paralleli anche perché le nostre situazioni sono in realtà molto diverse e siamo persone molto diverse. Semmai, anzi, l'imperativo di aiutarla mi aiuta a non indulgere in atteggiamenti malati che ogni tanto mi capita ancora di adottare. Quando sono in sua compagnia mi sforzo di mangiare senza mostrare ansie e cose simili. Un'amicizia con una ragazza anoressica mi ha aiutata in passato e penso che potrebbe aiutare lei se capisse che potrebbe aprirsi senza essere giudicata ma per questo non so bene cosa fare.
      Però stai tranquilla, dovessi fallire (e spero di no) la cosa non avrebbe conseguenze sul mio percorso personale!
      Un bacio!

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  5. Andrei prima io a sondare il terreno e non trovo una sola motivazione per cui i tuoi amici dovrebbero sentirsi offesi per questo.

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    1. Alla fine ho optato anche io per questa soluzione, che era quella per cui propendevo già in partenza. La mia preoccupazione è motivata dal fatto che un mio amico mi aveva lasciato intendere che si sarebbe sentito in qualche modo messo da parte se avessi optato per il metodo dell'avanscoperta perché lui la conosce da molto più tempo di me e perché è stata sua l'idea - da me accolta con freddezza - della sorpresa. Non so, ho paura che possano percepirla come una prevaricazione, ma forse io mi faccio solo troppe paranoie. Comunque dovremmo vederci nei prossimi giorni, ma vi farò sapere!
      Un bacio!

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  6. Forse arrivo tardi ma anche io andrei prima da sola a capire come è la situazione...
    Spero che tu riesca ad aiutare la tua amica , hai un grande cuore

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    1. Non é mai troppo tardi per un consiglio :)
      Alla fine ho optato anche io per questa situazione e ci siamo messe d'accordo per vederci giovedì anche se è già da ieri che non mi risponde più ai messaggi.
      Speriamo!

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