venerdì 18 dicembre 2015

cercasi spirito natalizio disperatamente

A me il Natale è sempre piaciuto, ho sempre amato fare i regali, anche quando, al liceo, ero impegnata con lo studio fino all'ultimo e mi riducevo a comprarli quasi tutti il ventiquattro. Ho sempre osservato una sorta di rito della preparazione dei pacchetti: una sera con le musiche natalizie in sottofondo, tutto il necessaire per impacchettare e profluvio di frasi mielose per i bigliettini, ché a Natale si è tutti più buoni. 
È tradizione che organizzi una cena di Natale per i miei amici, che si è sempre fatta a casa mia, e che ho sempre sfruttato da "prova generale" per il pranzo di Natale, studiando dei nuovi modi per piegare i tovaglioli, per sistemare i bicchieri o anche per sperimentare qualche piatto. 
Insomma, il Natale - e più ancora del Natale in sé il periodo che lo precede, da buona leopardiana - mi è sempre piaciuto. E, anzi, ho sempre provato un po' di fastidio per quelle persone che dichiarano di odiare il Natale (tra cui il mio migliore amico) e un po' di pena per quelle che dicono di non "sentirlo" affatto. E non è neppure una questione di fede, perché io non sono credente, è soltanto che l'ho sempre trovata una bella festa, un'occasione per stare con parenti e amici che si vede poco e per scambiarsi più affetto del solito.
Eppure quest'anno sta capitando anche a me: Natale è dietro l'angolo e io non provo quell'entusiasmo infantile degli anni scorsi, e ho vissuto la ricerca dei regali con ansia, più che con piacere. Ho anche fatto delle scelte di cui non sono convinta, solo per non doverci più pensare, ed è una cosa contraria alla mia politica, di solito comincio a pensare ai regali di Natale con mesi di anticipo, mi appunto le idee che raccolgo e sono quasi sempre soddisfatta dei risultati.
A incrinare il mio mood natalizio c'è senz'altro il confronto con l'anno scorso, quando io e il mio fidanzato siamo andati dalle mie zie e cugine negli Stati Uniti e sono state settimane meravigliose, nonché il fatto che quest'anno lo passeremo da mia zia, la sorella di mia madre, perché anche i miei nonni saranno lì e mia madre vuole passare il Natale con la sua famiglia. Desiderio condivisibile ma non applicabile al resto della sua famiglia, dato che negli ultimi ventiquattro anni mia zia e i miei nonni sono venuti da me per Natale solo due volte, mentre negli altri ventidue casi o siamo andati noi da loro o abbiamo fatto il Natale separati. Insomma, la statistica non lascia spazio a dubbi: ai parenti di mia madre di passare il Natale con lei non importa più di tanto.
Peccato che mia zia viva a qualche ora di treno da casa mia, quindi passare il Natale da lei vuol dire trascorrerci diversi giorni e di conseguenza lasciare amici e fidanzato (che lavora fino alle 18.00 la vigilia di Natale, quindi anche volendo non riuscirebbe a raggiungerci) a casa. E, se vogliamo aggiungere una nota di frivolezza che non stona mai, significa anche rinunciare alla mia ciclette, al mio tappetino con i pesi, alla mia bilancia. Esule in terra straniera e costretta ad ingrassare inconsapevolmente in compagnia di parenti stretti ma con i quali ho rapporti piuttosto blandi durante il resto dell'anno e questa volta non avrò neppure la scusa degli esami universitari imminenti per isolarmi in una stanza con i libri aperti e la mente altrove.
Insomma, si prospetta un Natale non dei migliori, in questi giorni sono triste e nervosa e ho paura di salutare il 2015, perché è consuetudine che gli anni pari mi riservino sempre delusioni. E in più sono grassa. Mi vedo grassa, mi sento grassa, e triplicare lo sport e dimezzare l'introito calorico fino ad ora non ha portato i risultati sperati (cioè, ho perso quattrocento grammi, ma il weekend in arrivo è costellato di cene di auguri, li riprenderò con gli interessi non appena mi sarò seduta a tavola).
Vorrei chiudere gli occhi e risvegliarmi il ventisei dicembre o, meglio ancora, il primo gennaio, dato che il capitolo capodanno è un'altra spina nel fianco. Credo di aver avuto così poco spirito natalizio soltanto nel periodo buio della bulimia, Natale 2009, quando le feste rappresentavano un serio attentato alla salute del mio esofago e vomitavo cinque o sei volte al giorno.
Tra oggi e domani conto di finire gli ultimi regali e questo pomeriggio ho in programma un giro in centro (perché vi confesso che quasi tutti i regali fino ad ora li ho comprati via Amazon, Boscolo o simili, facendo uno shopping del tutto virtuale davanti allo schermo del computer) e spero che le strade illuminate, l'albero di Natale in piazza e le canzoncine nei negozi mi facciano ritrovare un po' di spirito natalizio.
E voi, di che partito siete? Elfi di babbo Natale o Grinch? (Viellina, se stai leggendo sappi che è superfluo che tu risponda a questa domanda! <3)

P.S.
Vi segnalo, in chiusura, il giveaway natalizio a tema libresco del blog di Minerva, al quale avrei voluto dedicare un post intero per parlare delle mie letture preferite e scoprire le vostre ma poi è venuta fuori questa cosa sul Natale e, vabbè, non è detto che non lo faccia nei prossimi giorni. Comunque vi invito a partecipare (è tutto spiegato nel blog di Minerva, quindi non mi dilungo sulle modalità di partecipazione) e anche a seguire il blog, Minerva è una ragazza splendida che ha un modo di scrivere e raccontare la sua vita di cui vi innamorerete presto, e poi ha una carica e una vitalità invidiabili, nonostante la sua giovane età (o forse proprio grazie a quella? Chissà!). Comunque sulla poltrona sotto l'albero per me al momento c'è La Luna e i Falò di Pavese ma l'ho quasi finito, quindi si accettano suggerimenti natalizi! 
Ed ecco il link diretto al post! 

28 commenti:

  1. Io sono un po' Grinch. Non perché a me il Natale non piaccia o perché non senta assolutamente l'atmosfera. Io la sento, anche solo vedere l'albero di Natale vicino alla Minerva, davanti al Rettorato in città universitaria, mi mette gioia.
    Mi piacciono i colori, mi piacciono le lucine dell'albero di natale, mi piace la luce soffusa, mi piace il Rosso che c'è sempre un po' ovunque in giro. Mi piacciono addirittura i vestitini buffi che i bambini, ingenui, sono costretti ad indossare!
    Mi piace fare regali e più di tutto mi piace impacchettarli.
    Ma detesto la cena della vigilia e il giorno di Natale. Li detesto, i mille occhi puntati contro di me, chissà perché non si parla mai di mio fratello, mia cugina, no sempre e solo di me. E criticano. Criticano qualunque cosa io faccia, qualunque cosa io indossi, qualunque sorriso o faccia seria. Criticano solamente.
    L'anno scorso la critica era sullo studio, perché "studio sempre e non esco mai" - vi dico che l'anno scorso ero al mio primo anno universitario, a Medicina, non una materia come anatomia da dare, ansia vera e comunque ancora abbastanza cupa e grigia per uscire.
    L'anno prima verteva tutto sul "ma non mangi?", e me lo dicevano ancora col piatto pieno davanti - PIENO. Lo dicevano solo per abitudine.
    Ogni anno c'è una critica, ogni anno un'occasione per parlare di me.
    Odio questa cosa, odio dover finire in bagno ogni Vigilia. A piangere, da sola e al buio.
    No, proprio non voglio che arrivi il Natale...
    Mi dispiace che tu stia vivendo un momento simile, è brutto perdere la gioia che caratterizza questo periodo.
    Magari una soluzione si trova comunque... Se aspettate il tuo fidanzato per la cena? Quante ore di treno ci vogliono? Oppure può raggiungervi al mattina successivo.

    Un abbraccione!

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    1. Ci vogliono circa cinque ore, non è proprio comodo, e non voglio costringerlo ad alzarsi all'alba la mattina di Natale, correre in stazione invece di godersi lo spacchettamento dei regali con la sua famiglia e raggiungerci trafelato, comunque realisticamente non prima delle due.
      A questo punto ha più senso che lui resti a festeggiare con i suoi, dato che l'anno scorso ha passato il Natale con me e i miei parenti negli Stati Uniti. Di fatto sarebbe stato più logico che rimanessi io con lui e la sua famiglia quest'anno, ma mia madre mi instilla il senso di colpa perché continua a ripetermi che potrebbe essere l'ultimo Natale dei miei nonni, e a nulla vale dirle che potrebbe essere l'ultimo Natale anche per lei, per il mio fidanzato o per me, a dirla tutta.
      Comunque, ti auguro di sopravvivere a cene e pranzi, ti penserò! <3
      Un bacio!

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  2. Mi spiace per questa poca voglia di festeggiare, ma posso comprenderti Euridice, sebbene da esperienze di vita un po' differenti.
    Anche a me l'anoressia mi ha reso ancor più distanziata dal natale, ogni festa la vedevo come una tortura in termini di cibo e di domande con i parenti.
    Ammetto però che l'"invecchiare", indipendentemente dalla malattia, mi abbia reso fortemente cinica ed indifferente.
    Ho smesso di sognare, di sperare nel futuro, di avere obiettivi... sono un po' "morta". Ed ecco che quella magia del Natale tanto desiderata, tanto vissuta da piccola è sparita, per dare spazio alla noia e all'inquietudine.
    Gli ultimi anni li ho vissuti veramente male, confesso però che quest'anno, nonostante ancora non abbia capito che tra poco sarà Natale, ho un motivo in più per provare a festeggiarlo.
    La morte di mio nonno, il 9 Dicembre, mi ha dato la consapevolezza di dover vivermi la vita, che essa purtroppo non è infinita come a volte si crede, ma che bensì basta poco per finire sottoterra.
    Sono tutti discorsi che conoscevo gia', eppure io sono qua, vivo, ancora. Nonno è morto ed io ho il "dovere" morale di godermi il vero senso della vita, lo stare assieme, l'amarsi l'uno con l'altro, scoprire luoghi, sapori, profumi nuovi...
    Il Natale dovrebbe avere questo significato, al di là di tutta la materialità e la superficialità odierna.

    Scusami per la riflessione fortemente personale!
    Ti mando un abbraccio...!

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    1. La tua riflessione mi colpisce molto, anche perché arriva in un periodo in cui mi capita spesso di riflettere sul tempo sprecato pensando di essere immortali. Sarà che ieri sarebbe stato il compleanno della zia del mio fidanzato, morta all'improvviso d'infarto a soli 34 anni l'anno scorso, sarà che la madre di una mia allieva qualche giorno fa mi ha detto che voleva andare via per le vacanze di Natale nonostante stia facendo la chemioterapia perché per tanti anni non è andata in vacanza per stare accanto a sua madre, convinta che poi si sarebbe goduta del tempo per sé quando sua madre fosse morta, ma ora con un tumore ai polmoni in metastasi le sue prospettive sono diverse e "pensa che spreco se alla fine morissi prima io?" mi ha detto con un sorriso amaro.
      Hai ragione, dovremmo approfittare del Natale per godere le piccole cose che abbiamo, delle quali ci accorgiamo sempre quando non le abbiamo più, e allora non ci sembrano più neppure tanto piccole. E vorrei davvero impegnarmi a viverlo così, questo Natale, ma sono davvero poco calata nell'atmosfera.
      Un abbraccio!

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  3. Ti capisco....a me è sempre piaciuto l'atmosfera natalizia anche se ultimamente non la sento più..prevedo un natale triste e sola. ..che tappetino hai? ???

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    1. Ma come triste e sola? :/ E se invece cogliessi l'occasione dell'anno nuovo per cominciare ad amarti di più?
      Comunque un tappetino per fare esercizi, di quelli di gomma semplicissimi!
      Un bacio!

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  4. Mai sentita l'atmosfera di cui tutti parlano purtroppo.
    L'unica volta che un po ho sentito questa gioia è stato l'anno scorso che stavo con il mio adorato ragazzo, gli ho fatto il regalo e ero tutta contenta di darglielo, vedere la sua faccia stupita mentre estraeva gli oggetti messi nella scatola come a dire "ma non finisco mai?", il bello di passare la sera della vigilia insieme e svegliarsi la mattina di Natale e farsi gli auguri e baciarsi.
    Quest'anno invece non c'è più niente di tutto ciò, non ho preso neanche un regalo, c'è solo l'apatia totale. Mi sembra solo uno spreco di sentimenti triti e ritriti.
    Sono un vero grinch

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    1. Mi dispiace :( Certo, se si ha qualcuno con cui trascorrere il Natale e per il quale impegnarsi a cercare un regalo, a scrivere un biglietto speciale, qualcuno per cui cucinare, qualcuno da fare felice, è più facile trovare anche l'atmosfera.
      Però tu hai la tua nonna, le tue amiche, i tuoi mici...può essere lo stesso un giorno speciale, magari persino per tuo padre! ;)
      Un abbraccio!

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  5. Io al contrario ho sempre provato fastidio per quelle persone che dicono di provare fastidio per le persone che dichiarano di odiare il Natale e un po' di pena per quelle che dicono di non "sentirlo" affatto.

    Io non odio il Natale nel suo senso significativo religioso, perchè è questo il Natale, la nascita di Gesù e della religione Cristiana. Chi si dichiara ateo e agnostico non dovrebbe festeggiare il Natale, ma dire di fare festa occasionale. Perchè non si è miscredenti solo quando fa comodo. Se lo si è, lo si deve essere del tutto. Pasqua ed Epifania e Ferragosto compresi.

    Non ce l'ho con te personalmente, perchè a parte ciò ti reputo una ragazza sveglia.
    Ammetto però che il mio commento è una provocazione, perchè ho provato fastidio nel leggere le tue due frasi che ho sopracitato.
    Tu leghi il Natale a bei ricordi e riunioni di famiglia, amici, regali, cene, festa e risate.

    Io lego il Natale & co. a mia madre piangente per l'ennesima chiamiamola lite furente, mio padre felice di aver rovinato la festa, le mie sorelle prima rintanate in camera e poi "fintestudioseuniversitarie" per sfuggirvi. Mentre io me ne stavo da sola avvilita tra il decidermi se essere contenta per i regali o essere solidale con mia mamma e quindi consolarla.
    Dai 10 anni in su ho smesso di sentire il Natale & co. Anzi, se ero secchiona era appunto perchè anzichè festeggiare studiavo sperando finissero in fretta questi giorni di agonia.

    Come puoi provare fastidio per queste cose?
    Chiedi alle persone PERCHE' non sentono il Natale, prima di esserne infastidita.

    Io provo fastidio per le eterne incontentabili, quelle che hanno avuto un'infanzia, un'adolescenza ed una maturità piena di ricordi con i propri genitori accanto.
    Quelle che hanno tutto ma trovano sempre un motivo per lamentarsi.

    Ecco queste sono le persone fastidiose, non chi ha un vero motivo per essere scontento dell'avvicinarsi del Natale, Pasqua o altro.

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    1. Io non credo che sia necessario essere cristiani per festeggiare il Natale. Certo, è una festa che ha radici cristiane, per i cristiani ha un significato speciale e sicuramente possono darle un valore aggiunto, ma credo che possa avere anche un contesto più laico - forse profano, forse per i più ortodossi persino offensivo - e diventare un mero pretesto per vedere amici e parenti che si vede di rado, trascorrere del tempo insieme e, perché no?, anche farsi dei regali. Per me, che non sono credente e non riesco quindi a vivere il Natale nel suo aspetto religioso, è una data convenzionale nella quale celebrare l'amicizia, l'amore, la famiglia, cose nelle quali (per fortuna) si può credere anche senza essere cristiani. Ne parlavamo con un'amica musulmana, che a Natale si trova con il resto della famiglia a casa della sorella, per mangiare tutti insieme: per lei non ha valenza religiosa, ma è comunque un'occasione per stare insieme. Forse per chi crede è ipocrita e dissacrante, ma io non ci vedo nulla di sbagliato, benché una mia compagna di classe del liceo sostenesse che festeggiare il Natale senza credere in Cristo fosse una bestemmia.
      Perciò, nel suo aspetto morale laico il Natale mi piace e, ovviamente, dicendo che m'infastidisce chi se ne dichiara infastidito non mi riferivo a chi ha buoni motivi per odiare il Natale perché lo lega a brutti ricordi, ma a chi lo disprezza a prescindere, contestandone qualsiasi aspetto, compresi gli atei che non lo festeggiano per protesta - come se la loro protesta contasse qualcosa in un calendario che ha istituzionalizzato il Natale al di là del suo significato religioso, tant'è che si fa vacanza anche in stati laici (pienamente laici, l'Italia non lo è realmente).
      Certo è che, invece, se il Natale rievoca tristi episodi di vita vissuta si ha ogni diritto di odiarlo, è più che comprensibile. Così io rimprovero il mio migliore amico che inserisce tra i motivi per cui odia il Natale gli orrendi jingle, il traffico e i canditi nel panettone, ma non mi permetterei mai di criticare un'altra amica che vive male le feste perché le ricordano la madre morta diversi anni fa.
      Detto ciò, suona un po' fuori luogo augurarti buone feste? Accetti gli auguri anche da una miscredente? ;)

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    2. Non sono d'accordo.
      Natale E' una festa CRISTIANA, si festeggia la Natività, Gesù Cristo che nasce. Pasqua la morte di Gesù e di conseguenza l'inizio del Cristianesimo. Così come tutte le date rosse sul calendario.
      Potete usare una qualsiasi altra data ed occasione per riunirvi, festeggiare, mangiare, scambiarvi regalini, ridere e scattarvi foto.
      Non è che siete da mandare al macello ma trovo ipocrita chi vuole festeggiare il Natale senza festeggiare il NATALE. È peggio di chi lo odia.
      Mi fanno rabbia quelli che nonostante il Battesimo e la Cresima sputano sulla loro fede urlando a gran voce "NON CREDO IN NIENTE" quasi come a dire "io non ho la lebbra".
      Però guai a toccare ai sopracitati le feste, le ferie Natalizie, Pasquali, Ferragosto, guai a farli lavorare la domenica, figuriamoci a non fargli il regalo.
      Allora perché non festeggi anche il Ramadan approfittando per fare dieta? Perché non fai pausa 5 volte al giorno? Perché mangi il maiale e la mucca?
      Perché essere cristiani FA COMODO solo quando si fa festa e si riposa.

      Ho un milione di motivi per avercela con Dio, non è che mi sono svegliata un giorno, l'ho trovata una pensata assurda ed ho scelto di non credere come molti di voi.
      Nonostante ce l'abbia con Lui e la mia fede abbia vacillato parecchie volte, credo, a modo mio, ma credo.

      Accetto gli auguri da tutti, anche dagli amici musulmani. Ma come a loro, anche ai non credenti non li ricambio....

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    3. Dire che chi non è cristiano dovrebbe lavorare la domenica o nelle feste segnate in rosso sul calendario è un po' estremo, dato che si tratta di feste calendarizzate, quindi istituzionalizzate anche nel contesto laico del lavoro. Avrebbe senso solo se ognuno potesse scegliersi autonomamente il proprio giorno di riposo settimanale o le proprie ferie durante l'anno. È una questione convenzionale per cui anche in Turchia o in altri paesi a maggioranza islamica la settimana lavorativa va dal lunedì al venerdì, non lavorare la domenica non è essere cristiani per comodità, è rispettare un calendario che ha sdoganato le feste cristiane facendone la norma. Se allo sgretolarsi dell'impero avesse prevalso il paganesimo noi ora lavoreremmo nei giorni fasti e staremmo a casa in quelli nefasti, a dicembre celebreremmo Saturnalia e il dies natalis solis invicti e ad aprile i parilia, invece si è diffuso il cristianesimo e il calendario è stato elaborato dalla Chiesa, prima di essere adottato dallo stato.
      Quanto a festeggiare il Natale, ripeto, è una scelta personale. Parte della mia famiglia negli USA è di fede ebraica e alcuni di loro il venticinque dicembre vanno a mangiare al ristorante cinese, per "dispetto", a sfregio nei confronti di una festa che non comprendono e non condividono. Lo trovo un atteggiamento ridicolo, ma lo rispetto, così come rispetto la scelta di mia madre di andare alla messa di Natale, benché per il resto dell'anno non frequenti minimamente la Chiesa e non perda occasione di criticarne l'operato.
      Credo che non esista cosa più personale della fede e non penserei mai di sindacare su quella degli altri (che, anzi, ammiro moltissimo) però comprendo anche chi non riesce a trovarla e non penso meriti di essere trattato con sufficienza o tacciato di ipocrisia.
      Con ciò io non volevo assolutamente offenderti e/o mettere in ridicolo la tua fede, se l'ho fatto involontariamente mi scuso. L'argomento forse è troppo profondo e spinoso per essere discusso in poche righe, rischiamo di dar adito a fraintendimenti e di ritrovarci a fare offese che non pensavamo/volevamo fare, ma se c'incontriamo nell'anno nuovo ne parlerei volentieri, la fede (e allo stesso tempo la non-fede) è una questione che mi sta molto a cuore (ho persino scritto una tesi sulla sacralità a Roma) benché io la osservi dall'esterno (e non ne faccio motivo di vanto, è una semplice constatazione)
      Un bacio!

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    4. Ultimo commento e poi non ne farò altri perchè trovo assurdo questo continuo botta e risposta.

      Tu dichiari qualche commento più in giù di non sopportare di essere giudicata perchè nessuno ti conosce al di fuori del tuo blog.
      Ebbene, tu per prima, però, hai giudicato chi come il tuo miglior amico (quindi si suppone che tu lo conosca meglio di quanto noi conosciamo te) odia e non sente il Natale.
      Quindi spiegami: noi esprimiamo giudizi in base a quello che scrivi e affermi e NON POSSIAMO. Tu esprimi giudizi su gente che conosci e non MA PUOI.
      Vorrei per una volta che tu parlassi come un'umana comprendendo quello che noi ignoranti (non laureati) ti diciamo senza per forza farci sentire ancora più ignoranti quando citi tesi, testi e autori famosi. Dico ciò senza offesa, ma solo per farti tornare coi piedi per terra.

      Per ultimo vorrei ribadire un concetto: la mia famiglia (me e genitori compresi) ha rischiato e rischia tutt'ora di essere linciata per la fede che professa senza vergogna, perchè i cari musulmani, che Lalka tanto adora e difende a spada tratta, hanno massacrato il mio Paese uccidendo i cittadini, Cristiani fino all'ultimo respiro.
      Non volermene se ti chiedo di rispettare la mia fede e smetterla di dissacrarla con citazioni del cazzo affermando che a Natale non si festeggia Gesù ma alberi, doni, cene e lucine colorate, tutto in base alla scelta personale.
      (p.s. il calendario segue si il Cristianesimo tant'è che nei paesi musulmani hanno un calendario DIVERSO in ritardo di 6 secoli. Con la Turchia hai proprio preso l'esempio più sbagliato in quanto è divisa a metà: metà Asia metà Europa, metà musulmana metà mista.... temo che sia l'unico paese che tu abbia visto con tale fede. Ecco, non sarò laureata, non mi piace parlare citando gente famosa ma su questo argomento sono un tantino più preparata.)

      Mentre tu vieni tacciata di ipocrisia, io verrò accusata di arroganza. Con l'unica differenza che a me non me ne frega una beata fava.

      Ti do un consiglio da sorella maggiore, quella che se avessi avuto sicuramente non saresti caduta nella 'depressione'.
      Tutti, tanti, ti accusano di superficialità, c'è anche chi lo pensa e non lo dice, ci sono leccaculo che ti difendono e altri che sono bravi a dirti 'quanto ti capiscoooooo'.
      Se mi conosci almeno un pochino saprai che non ricado in nessuna di queste banalissime figure.
      Però, come dicevo, ti consiglio, un giorno in cui sei di buon umore, di riprendere il tuo blog e rileggere frase per frase, analizzandoti nel profondo. Capirai perchè vieni tacciata di ipocrisia, superficialità e ingratitudine.
      Vai nella tua camera, apri armadi e cassetti, guarda foto e biglietti di viaggio, fai qualche conto di quanto i tuoi abbiano speso per darti la migliore istruzione da quando hai iniziato a dire "ba" fino ad adesso. Leggi di quante volte hai snobbato il fidanzato per essere vicina ai tuoi amici e di quante volte hai accusato lui di lavorare il sabato e quindi snobbato te.
      Leggi nel tuo blog l'eterna insoddisfazione riguardante tutto il mio elenco, i tuoi continui MA ... EPPURE.... PERO'....
      Capirai quanto sia cattivo schiaffare in faccia tutte queste cose (e per l'ultima volta, chi apre bocca per sputare merda la faccia finita; si parla di aprirti gli occhi perchè tu stessa chiedi aiuto e consigli, quindi non tutti parlano per gelosia ed invidia) e ribadire per l'ennesima volta che non hai nulla e che la tua vita è vuota, noiosa ed insoddisfacente.
      Poi vai ad abbracciare tua mamma e tuo papà, il tuo fidanzato ed il tuo miglior amico. Digli grazie senza dare spiegazioni.
      Rinuncia ad un'uscita al mese ed occupa almeno 2 ore al mese (non dico 7 ore la settimana come certi comuni mortali) per fare del volontariato, gratuito, senza aspettarti qualcosa indietro.
      Ti assicuro che sarai più riconoscente e meno ingrata per la vita che ti è toccata.

      Buon anno nuovo

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  6. Ciao Euridice!
    Vediamo un po'... a me piace l'atmosfera natalizia sebbene non sia minimamente credente (e su certe cose Beky ha ragione, è innegabile). Saranno i colori, le luci o il fatto che anche questo buco grigio di città sembra un posto un pochino più felice, chi lo sa.
    Non ho bellissimi ricordi, salvo uno di quando ero molto piccola e c'era ancora mio padre.
    Il resto è sempre stato pura formalità a volte con picchi di disagio immenso del quale non mi sento neanche di parlare.

    Temo che quest'anno dovrai accontentare tua madre, anche se io stessa sono perplessa dal suo ostinarsi a voler festeggiare con persone che non la contraccambiano appieno.
    Però non farglielo notare, sicuramente se ne accorge benissimo.
    Il fidanzato recuperalo subito il 26 o 27 e festeggia un secondo Natale con lui.
    Io faccio sempre così e anche per me quest'anno si slitta al 26.
    Ma... l'ultimo shopping come è stato? Preso tutto?

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    1. Come dicevo già a Beky, non credo che il Natale debba essere riservato ai cristiani, benché innegabilmente per chi crede possa avere un significato più profondo. Però il Natale di fatto si è sempre festeggiato, a Roma celebravano i Saturnalia a dicembre, una festa dedicata allo stare insieme, in cui si mangiava in compagnia e ci si scambiava regali. Quindi, insomma, per godere dell'aspetto più profano del Natale non è necessario credere in Dio, anche senza necessariamente arrivare alle derive del dipartimento di linguistica della mia università che ha affisso sulla porta d'ingresso un cartello che recita "qui non si festeggia il Natale ma la rinascita del Sol Invictus" :D
      Comunque forse su questo influisce il mio non essere credente ma preferirei festeggiare il Natale con delle persone che so che ricambiano i miei sentimenti anche se non sono necessariamente la mia famiglia piuttosto che con dei parenti che mi trattano con sufficienza.
      Un bacio, buone feste a te!

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  7. "E, anzi, ho sempre provato un po' di fastidio per quelle persone che dichiarano di odiare il Natale (tra cui il mio migliore amico) e un po' di pena per quelle che dicono di non "sentirlo" affatto."
    Ok... Ogni sensazione personale ha dignità... M- mmmh... Pensa, infatti, che io ho sempre provato fastidio per quelle persone che dichiarano come peggior incubo quello di uscire struccate. E cos'altro?... Ah! Una profonda pena per quelle persone convinte di essere così intelligenti da non accontentarsi mai di nulla. W il Santo Natale!
    Ricorda che i tuoi vestitini abbinati, le tue elucubrazioni patetiche sulla presunta obesità (a tuo dire saresti una balena) e il tuo make up non valgono quanto una bella doccia di umiltà. Ragazza, il mio parere: sarai laureata, ma sei di una superficialità agghiacciante (che cerchi di coprire con citazioni culturali, grandi discorsi e pieni voti)...Ma penso sinceramente ti sfugga il senso della realtà delle cose, sei troppo chiusa nel tuo piccolo mondo fatto di ricerca della perfezione ( di cosa?) e di approvazione altrui. Un regalino impacchettato,no? Peccato che tu sia un essere umano, esente dalla plasticità perfetta che tanto vai cercando. Oltre al fatto che per te il Natale, da come lo descrivi, sembra piú il solito can can consumistico di regali e regalini e regaloni verso il quale io provo vergogna e disgusto profondi, credente o meno. Se tu fossi così non credente lasceresti questi luoghi tristemente comuni alle spalle ( luci e regalini e presepini) e lasceresti perdere lo sperpero di danaro, magari ti metteresti a pensare a qualcosa di più edificante, invece di controllarti come appari nelle foto: Accontentarti. Dal momento che non ti è mai mancato NULLA. Tra l'altro trucco meno, chili i ko, come uno è.. è! Non cambia molto la cosa, accettati per come sei perchè tanto non potrai mai cambiare più di tanto. Non è nemmeno dignitoso per una che si dichiara come te (pseudo)-femminista pensare di essere vista solo truccata, una contraddizione proprio per il senso di auto-affermazione e accettazione da parte altrui della donna, che NON deve mai passare da quello. Anch'io talvolta mi sento offesa da alcuni tuoi post così... "ingrati" verso la tua vita, passata e presente. Consiglio: diventa credente e ringrazia Dio, perchè a differenza di altri che iniziano le proprie esperienze di vita dalla cantina, tu eri già sul terrazzino del secondo piano col bikini corallo e il succo di pompelmo ghiacciato in mano, eppure sembra non ti vada bene nemmeno quello... Mah...
    Ehi! Buon Natale!!

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    1. "Diventa credente" è un consiglio originale, ma non credo sia una cosa che si possa fare così, a comando e con semplicità, considerando che lo stesso papa ha ricordato che il verbo amare non si può coniugare all'imperativo. La fede non si può né consigliare né imporre, e meglio che sia così se i più fedeli poi sono tanto ciechi da consigliare agli altri bagni di umiltà senza rendersi conto della supponenza nella quale loro per primi affogano quando accusano di superficialità dando giudizi superficiali.
      Io, nella mia ricerca di una - forse 'sbagliata'? - perfezione, non mi sono mai presentata come modello di perfezione, non ho mai detto di fare meglio di altri, di essere meglio di altri, al contrario di te che bacchetti dal piedistallo della coscienza in pace in un commento pieno di ingiustificato livore.
      Che poi ti sia sentita offesa ed attaccata dal fatto che chi, non credente, festeggia il Natale con superficialità (ammesso che sia superficiale "usarlo" come occasione per stare con i propri cari e pure per farsi regali, che è un modo forse molto materiale ma antico come il mondo per dire "ci sono e ti penso") lo trovo un po' egoista da parte di chi professa una religione che si fonda sulla generosità e sull'amore universale, no?
      Buon Natale! :)

      P.S.
      Mi fa piacere che tu sappia come sia (e sia stata) bella la mia vita. Ammesso che sia legittimo sparare sentenze su vite che non conosci e delle quali non sai che qualche dettaglio che puoi estrapolare, con agghiacciante superficialità, da qualche riga di un blog, come la mettiamo con chi non ha neppure una cantina da cui partire? Chi nasce in posti di guerra o patisce la fame? C'è sempre chi sta peggio di chi pensa di stare male, e allora? Vogliamo fare una gara di sfortune? Sarebbe inutile, dato che tutti partiamo dall'egotistica certezza di avere più diritto degli altri di lamentarci, ché "Il dolore degli altri è sempre dolore a metà."

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  8. Manco hai voluto vedere il paradosso del diventare credente, tanto sei egocentrica ... Grazie per la spiegazione, comunque. Non c'ero arrivata. Non mancherò di studiarla per compito. Ma che gara... E' questione di semplice decenza.

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  9. Buongiorno Euridice, e' il mio primo commento nel tuo blog pur seguendoti da tanto tempo :) In effetti dovresti tenere conto che chi commenta lo fa interpretando ciò che scrivi qua e non per conoscenza personale, quindi anche le critiche, costruttive o gratuite, a volte ci stanno e secondo me andrebbero prese con leggerezza e con la coscienza che a volte quando buttiamo giù qualche pensiero a parole siamo i primi a non renderci conto di come appariamo, se siamo realmente noi stessi quelli descritti o accentuiamo certe situazioni. Questo per dire che pur considerandoti una ragazza sveglia, intelligente e molto profonda tavolta appari leggermente superficiale nei tuoi post, quasi una " privilegiata eternamente insoddisfatta e tormentata ", una ragazza a cui ( nel passato e nel presente ) non e' mai mancato nulla in fatto di famiglia, possibilità e formazione ma che si e' strutturata i suoi problemi principalmente da sola, quindi ( magari ) agli occhi di qualcuno/a dal passato tragico, turbolento o fatto di privazioni appari ancora più criticabile. Sia chiaro che NESSUNO può e deve sentirsi in colpa per le sue fortune o semplicemente per ciò che la vita gli ha riservato, e ancora più chiaro che esiste una vasta categorie di persone ( sopratutto noto tra le donne ) che critica a priori solo per invidia e insoddisfazione personale. Non so se mi capisci Euridice, non ti conosco ma ti LEGGO solamente, sono un ragazzo e anche educatore e ho dedicato la mia tesi di laurea ai DCA qualche anno fa, ne ho sempre provato interesse e attrazzione riguardo le dinamiche che scaturiscono prima e durante la malattia. Sei fottutamente sveglia e piena di vita ne sono sicuro, però LEGGENDOTI a volte tutto contrasta con quel problema che sembra palese tu non abbia risolto definitivamente, e non dico sia quella la causa di questo tuo modo di apparire, quello a mio parere e' solo una conseguenza. Leggere ( si parla ancora e sempre di lettura e non di TE ) ancora tutte quelle preoccupazioni sul peso, sui rotolini e sulle ristrezioni cozza con tutto il resto e io penso che tu lo sappia, e devi ancora trovare la forza di dare una badilata finale a quel capitolo che sai benissimo si potrebbe chiudere con l'aiuto di qualcuno. Buona feste :) Giacomo

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    1. Io sono sempre disposta ad accogliere ed ascoltare le critiche costruttive che possono essere uno spunto di riflessioni e che generalmente sono condivisibili. Ma le critiche gratuite non le capisco: perché commentare il blog di qualcuno soltanto per offendere? Che gusto vi si prova?
      E un'altra cosa che trovo parecchio fastidiosa è la leggerezza con cui spesso vengono trattati i disturbi mentali, e non mi riferisco soltanto ai DCA. Ho attraversato un periodo di depressione piuttosto grave e mi toccava sorbirmi le tirate superficiali del tipo "ma esci! Goditi la vita! Che motivi hai di deprimerti?" che avevano come unico effetto quello di aggiungere all'angoscia il senso di colpa. Io so bene che il DCA mi ha rovinata e continua a rovinarmi, che distorce la mia visione delle cose e che mi rende irrazionale ed egoista quando s'impossessa di me, ma so anche che questi disturbi sono disturbi reali, ho visto gente morirne e non accetto che vengano ridotti al capriccio di qualcuno che non ha problemi e ha dovuto crearsene, lo trovo irrispettoso nei confronti di quelle persone che combattono contro una malattia reale, anche se "se la sono cercata". Immagino che tu lo sappia meglio di me, dato che hai studiato a lungo l'argomento.
      Il tuo commento, comunque, fa parte della categoria di commenti di critica positiva che apprezzo e che trovo utili, soprattutto il consiglio di rivolgermi a qualcuno per dare un colpo deciso ai problemi che ancora mi assillano. Ci sto riflettendo da tempo, forse lo farò con l'anno nuovo.
      Un abbraccio, buone feste a te!

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  10. Cara Euridice, anch'io seguo il tuo blog, ma non ho mai commentato prima d'ora, perché ho voluto tenere le distanze da quella che in passato costituiva la comunità di blogger con disturbi dell'alimentazione di cui facevo anch'io parte. Comunque dopo gli ultimi commenti che hai ricevuto, mi sento spinta ad esprimere la mia opinione, senza nessuna presunzione di obiettività. Innanzitutto il commento di Angela Carter mi è sembrato molto maleducato e inutilmente aggressivo. Ognuno sul suo blog è libero di scrivere quello che vuole, le critiche possono starci, ma non per fare polemica fine a se stessa e sminuire la posizione dell'altro. Io non ti trovo affatto superficiale, e penso che lo sia invece chi non capisce che ad una sicurezza economica famigliare corrisponda felicità e benessere. Così come le preoccupazioni sul cibo e sul peso non sono un capriccio in contrasto con la nostra personalità, non si tratta di dargli una "badilata" ma di accettare e capire che forse saranno sempre una realtà difficile con cui dovremo fare i conti. Detto questo, ti faccio i miei più sinceri auguri di buon Natale, a te e ai tuoi cari. Un saluto. Musidora

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    1. Capisco la tua reticenza, anche io delle volte mi sono chiesta se sia effettivamente una buona idea frequentare dei blog "tematici" o se non rischi di rimanere in qualche modo aggrappata, affezionata, ad un mondo nocivo. Tuttavia l'affinità che provo con molte delle persone che scrivono su Blogger di questioni simili a quelle che angustiano me mi piace molto e mi sono sentita compresa come raramente prima d'ora; è anche per questo che i commenti come quello di Angela mi lasciano un po' perplessa, perché in uno spazio dedicato al mettersi completamente a nudo, esponendo i propri difetti senza vergogna, ci si aspetta di essere, se non compresi, perlomeno non giudicati, altrimenti mi sarei messa a raccontare gli affari miei alle zitelle del quartiere. E poi, sì, l'equazione "benessere economico = benessere mentale" è ridicola e semplicistica, un po' come pensare che solo chi va in chiesa sia una brava persona e che l'anoressia sia un capriccio di chi ha tutto e non sa come ingannare il tempo. Lo trovo offensivo nei confronti di chi ha lottato e lotta ancora.
      Un bacio a te e buone feste!

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  11. concordo pienamente con cio che ha scritto musidora, è superficiale chi crede che solo perche si stia bene economicamente si debba essere felici. Putroppo io questo l ho vissuto e vivo tut ora sulla mia pelle, continuo a sentirmi dire. ma perche ti senti cosi, tu non hai nessun motivo hai tutto e di piu... è cosi io mi sento ancora peggio , perche mi sento un ingrata e in colpa verso tutti quelli he hanno meno di me, ma questo pero cmq non mi ha aiutato ad uscire dalla anoressia.Ma io il DCA non me lo sono mica andato a cercare, mica è colpa mia. So che tu capisci cosa voglio dire...

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    1. Ti capisco benissimo. Ancor di più che con l'anoressia a me è successo quel che racconti nel periodo in cui soffrivo di depressione. Per diversi mesi mi capitava di avere attacchi di panico a ripetizione, ero convinta di avere delle malattie mortali e non uscivo quasi più di casa e molte persone - non solo conoscenti, ma anche sedicenti amici - mi dicevano di sorridere, ché la vita è breve, di uscire, distrarmi, divertirmi. E io mi sentivo sprofondare ancora di più nella mia solitudine fatta d'incomprensione e incapacità di comunicare il mio dolore. Io non so perché soffrivo, non so perché soffro ora che ho tutto quello che voglio, più di quanto abbiano altri, ma soffro e il dolore è reale, non posso farci nulla, non si cura la depressione instillando il senso di colpa, anzi.
      Un abbraccio!

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  12. Volevo precisare che per quanto riguarda il mio precedente commento io non ho affatto detto che una persona senza problemi economici o di salute dovrebbe per forza star bene a livello personale, perché senno l'equazione varrebbe per qualsiasi aspetto della vita, direi che davvero finiremmo oltre il " superficiale ", come non ho mai accennato al fatto che un Dca sia un capriccio cercato. Ripeto con massima umiltà, ho avuto un blog io stesso in cui ho parlato e trattato di dca per anni quando avevo dai 15 ai 20 anni e successivamente ho ulteriormente approfondito scrivendoci una tesi, conosciuto persone con percorsi diversificati e io stesso ho mantenuto per anni un rapporto " complicato " col cibo dettato da svariati problemi ma senza che fortunatamente si trasformasse in malattia. Questo per dire che mai mi permetterei di ridurre un dca ( e prima ancora chi c'e' dietro ) ad un equazione stupida e superficiale, voi per me siete PERSONE prima di tutto, ognuna con una sua storia ricca di significati molto spesso nascosti ma mai banali. E aggiungo che ho specificato che io non posso parlare di Euridice in quanto non la conosco, ma mi sono permesso di giudicare ciò che scrive, si tratta di parole tutto qua. Detto questo trovo molto più banale un commento di sostegno gratuito, complimenti d'ordinanza e paura di giudicare senza offendere, perché come avevo già scritto DAI SUOI POST ( quindi dalle sue parole nel corso del tempo ) Euridice a mio parere e' davvero una ragazza sveglia e preziosa, dai mille interessi e sicuramente carica di significati ma talvolta appare leggermente scontata, nel senso che tutta quella fortuna che ha ( e non parlo di situazioni economiche, l'essere fidanzata o quan'altro che non conosco o non mi interessa ) lei stessa la scarica di significati a causa dei problemi irrisolti col dca, finendo con l'apparire meno preziosa di quanto sicuramente e'.

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    1. Non credo che i commenti poco sopra stessero attaccando il tuo commento, che mi è sembrato molto equilibrato e per nulla superficiale.
      Quanto all'osservazione su quanto il DCA "rovini" le persone, lo dico molto spesso anche io - anche se nutro sempre la speranza che possa anche avere una funzione "educativa" e rendere chi è passata attraverso una malattia simile più sensibile e attenta. Che invece renda banali, beh, è la celebre "banalità del male". ;)

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  13. Pausa-essay = faccio un giro su Blogger... Ho letto il post solo ora ahahah Non serve che io risponda? Ma dai, non lo avrei mai detto :P
    Alla fine come hai passato il Natale? Spero che tu sia riuscita a godertelo, nonostante tutto :)

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    1. Un anno dovremmo passarlo insieme, credo sarebbe un'esperienza particolarmente interessante :)
      Comunque nella mia famiglia qui in Italia non c'è mai l'atmosfera che sento quando vado a trovare i miei parenti nel New Jersey e che ti coinvolge anche quando sei un po' Grinch, però per quest'anno è andata così, l'anno prossimo mi impegnerò di più, promesso.
      Un bacio e buon anno nuovo!

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