venerdì 22 maggio 2015

il paradosso di amare la vita solo dopo averla vissuta

Peso: 62,2kg

Chi di voi mi ha tra i contatti di Facebook avrà notato che mi piacciono molto le foto. Più farle che farmele fare, in realtà, ma dopo che scatti foto tutto il giorno ai tuoi amici capita che loro vogliano "sdebitarsi" scattandone qualcuna anche a te. E anche se in foto non mi piaccio mai - ho sempre le braccione, il naso a becco d'aquila e la pelle bianca e molliccia che sembra fatta di crescenza - il più delle volte me le lascio scattare. Penso a quando le riguarderò e potrò così alimentare la mia perenne nostalgia.
A volte ho l'impressione di vivere dislocata su piani temporali separati, mi penso spesso al passato, come se mi guardassi agire da un futuro più o meno lontano. Mi spiego meglio: spesso riesco a vivere appieno alcuni momenti, ad apprezzarli fino in fondo, solo perché penso a quanto mi mancheranno quando saranno ormai passati; mi sembreranno tutti più belli, quando su di loro si sarà depositata la patina dorata del tempo. Così mentre scatto le foto penso a quando le riguarderò e riesco a dare valore al presente solo immaginandolo come già passato.
Qualche anno fa la mia università si fece garante di un progetto dell'Accademia della Crusca che invitava ogni studente ad "adottare" una parola desueta e ad usarla, affinché non morisse. Doveva essere una parola che avesse senso per ognuno di noi, ed io scelsi l'aggettivo "misoneista", detto di chi odia le novità, ed è sempre teso verso il passato, come Orfeo che si gira verso l'Ade a cercare con lo sguardo la sua Euridice.
Io sono così: mentre mi trovo immersa in una situazione non ne vedo che i lati negativi, i limiti, le pecche, ma basta che passi qualche mese ed ecco che mi tornano alla mente solo le cose belle. Mi guardo indietro e penso alle serate con gli amici, ai viaggi con il mio fidanzato, agli aperitivi con mia mamma, quei piccoli momenti di confidenza tra donne così lontane eppure così vicine, e mi viene da chiedermi: ma io dov'ero mentre mi succedeva tutto questo? Perché la mia vita mi sembra sempre così inutile e monotona, triste e vuota (università-lavoro-studio-ciclette-pesarmi-apatia) finché non mi fermo a guardarla a ritroso?
Oggi ho seguito l'ultima lezione della magistrale. La mia carriera da studentessa universitaria è finita, e mi sembra iniziata a volte ieri, a volte vent'anni fa. Ho amato questo posto, ho conosciuto persone stupende, le persone che sono arrivate più vicino al mio cuore, alle quali riesco a confessare paure che a volte non rivelo neppure a me stessa, e ora, ecco, mi tocca consegnare questi cinque anni alla memoria. Vorrei riviverli di nuovo, riviverli meglio, sentirli belli come li vedo ora, accettare gli inviti che ho declinato, seguire i corsi che non ho seguito, andare più spesso a pranzo con R., rivedere i chiostri illuminati nelle fredde sere invernali, prendere una cioccolata dopo un pomeriggio di studio, e poi aspettare la primavera, e l'estate, e cominciare un nuovo anno accademico i primi giorni d'autunno, sbagliare a compilare il piano di studi, sparlare di alcuni professori e innamorarmi di altri.
Sono stati gli anni più belli della mia vita, ma lo posso dire solo ora, perché ora nulla può più intaccarli, sono al riparo dai colpi bassi del presente, sono salvi, nella perfezione del passato. Perfectum è ciò che è stato compiuto, ed è perfetto perché è già concluso.
Non è un paradosso pensare di aver vissuto gli anni più belli e allo stesso tempo pensare di non vivere mai davvero? E non è una beffa sapere che gli anni più belli della mia vita li avevo qui, fino a qualche ora fa, e non mi sembravano niente di speciale e ora che so che non siederò più tra quei vecchi banchi mi sembra che non possa esserci niente di più bello al mondo? E non è assurdo aver passato cinque anni a desiderare di laurearmi e ritrovarmi ora a pensare che darei qualsiasi cosa per ricominciare tutto daccapo ad ottobre, ma solo a patto di incontrare di nuovo gli stessi amici, e con la promessa di vivere tutto più intensamente, per non avere mai più rimpianti?
È un post confuso e fin troppo oscuro, me ne rendo conto. Ho lasciato scorrere il flusso dei miei pensieri ed è andato più lontano di quanto avessi in origine programmato, ma forse è questo il segreto della pienezza della vita: andare oltre il programmato. Come quando ricominciavo a mangiare e cerchiavo in fucsia sul calendario i giorni in cui avevo superato i miei limiti (prima le 513 calorie, poi 799, poi 913, poi 1111...) ed ero soddisfatta, anche se lo capivo solo a fine giornata. Forse dovrei ricominciare, dovrei cerchiare i giorni in cui riesco ad andare oltre i miei limiti, a stupire me stessa facendo qualcosa diverso da quello che ho stabilito, mangiando un gelato fuori orario, riuscendo ad assaporare il presente senza aspettare il futuro o rimpiangere il passato. 
Scusate per il flusso di coscienza senza capo né coda, vi abbraccio tutte.
P.S.
In Sicilia è andata bene, anche se il tempo non è stato sempre clemente. Ho mangiato cose che voi umani non potete neppure immaginare: arancini fritti e unti, pasta a cena, brioche con gelato a colazione. Io, che ordino sempre il carpaccio scondito e aborro i carboidrati a cena. Forse in vacanza uno spirito s'impossessa del mio corpo!
Ma sono riuscita a sentire il gusto di tutto ciò che mangiavo e sto cercando di continuare su questa strada. Vorrei vedere il 59 per metà giugno, ma soprattutto voglio stare un po' meglio rispetto ai mesi scorsi.

12 commenti:

  1. ciao tesoro
    io oggi ho provato a iniziare una dieta low carb col risultato che mi sono quasi abbuffata. Da domani riprendo la mia dieta

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    1. Ti dirò, io non mi fido molto delle diete che eliminano un'intera classe di cibi. E lo dico per esperienza vissuta, ho fatto due volte la dukan e anche se sulle prime ha dato grandi risultati non sono mai stati duraturi. Meglio perdere chili più lentamente mangiando tutto che perdere tanti chili in poco tempo e riprenderli con gli interessi.
      Un bacio!

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  2. Questo concetto mi era già familiare: da qualche parte avevo letto che spesso scegliamo di fare qualcosa non tanto perché ne abbiamo voglia nell'immediato, ma perché pregustiamo il ricordo che avremo di quell'esperienza a medio-lungo termine. La tendenza alla nostalgia credo ci accomuni tutti (chi più, chi meno), così come il rimpianto. Ti capisco. Ma in virtù di questa rinnovata consapevolezza, cerca di goderti quello che verrà :) buona fortuna con tutto, un abbraccio!

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    1. Non credevo fosse una cosa diffusa. Sarà che mi capita più spesso di sentire l'opinione contraria: non fare qualcosa per non doversene pentire, piuttosto che farla per potersene ricordare. Però mi conforta sapere di non essere la sola a fare questo ragionamento, per il quale mi sento spesso in colpa.
      Un bacio!

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  3. Euridice inanzitutto sono felice che la vacanza sia andata bene.
    Mi fa piacere leggere che il mio commento nel post precedente (ossia la canzone di Cesare Cremonini) ti sia rimasta in testa, ti sia ricordata di me mentre la sentivi! Wow! :)

    ...Per questo post posso dirti che capisco le tue sensazioni (contorte).
    Mi è sembrato per un attimo di averle scritte io quelle frasi, poi ho notato che erano troppo scorrevoli, logiche, corrette per essere mie.
    Mi capita a volte di fare qualcosa non per la voglia effettiva che ho di farlo in quel momento (fosse per me starei tutto il giorno dinanzi alla cyclette o a correre) ma per il ricordo che avrò in futuro!
    E finchè non è passato non mi rendo conto della bellezza che era, del valore immenso che aveva!
    Ti lascio con questa frase che reputo una verità assoluta:

    "perchè quando perdi una cosa ti accorgi che vale..."

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    1. Ti rispondo con un'altra citazione, da una canzone altrettanto popolare in questo periodo (e da un bel po', a dire il vero): "only know you've been high when you're feeling low".
      Anche io passerei le giornate sulla ciclette, e delle volte sono tentata di rinunciare ad uscire per rimanere a pedalare, ma poi penso "domani mi sentirò una cretina" ed esco.
      Un abbraccio!

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  4. Questa estate,quando sono andata a Roma a trovare la mia amica, ho trascorso tre giorni un po' strani: mi sentivo grassa, con lei mangiavo tranquillamente tutto, camminavamo tutto il giorno, tra l'imbarazzo dei silenzi ed il mio sentirmi inopportuna. Non è che dicessi "quanto mi sto divertendo!"
    Durante il viaggio di ritorno a Torino ero seduta sul treno, ho preso il telefono ed ho scritto "non vedo l'ora che questi tre giorni diventino ricordi. I ricordi conferiscono o restituiscono dignità ad ogni tipo di avvenimento, e lo rendono come noi vogliamo che sia o avremmo voluto che fosse."
    e, infatti, quei tre giorni ora sono bellissimi: immacolati nella mia testa.
    e poi, qualche mese fa, ho scritto "l'errore più profondo è il passato, in tutte le sue forme, ed è per questo che i ricordi spazzano via come una scopa tutto l'orrore che lo percorre, lasciando nel cuore una deliziosa sensazione chiamata nostalgia."

    Riflessione familiare. Un abbraccio forte!

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    1. Anche io quando sono in vacanza delle volte, paradossalmente, vorrei essere già tornata a casa per poter vivere quei giorni assaporandone solo la felicità e non i momenti d'angoscia, inevitabili e costanti.
      Non vedo l'ora di riguardare le foto e pensare "come sono stata felice" anche se non mi sembrava di esserlo, mentre lo ero!
      Un bacio!

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  5. ciao Euridice!!!
    mi fa piacere sapere che la vacanza è andata bene...come e più di quanto ti aspettassi..!
    per la tua riflessione sul passato....ho notato che sebbene tu dica di ricordare a posteriori...tu ricordi tutto nitidamente!
    quindi sembra che apparentemente tu non viva....
    puoi fare così....che so hai 3 ricorrenze importanti...2 vivile come sei abituata...la terza cerca di goderla nell'immediato...fallo proprio come esercizio...magari farai scoperte nuove ed inedite!


    un grosso abbraccio

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    1. Vorrei, ma come si fa a vivere nell'immediato? L'unico modo che conosco di vivere è questo e, anche se so che è sbagliato, non riesco a pensare a come potrei correggerlo. So che può sembrare triste e per certi versi una forma di rassegnazione, però paragonando questo metodo con l'apatia degli anni più brutti, quando neppure pensare che sarebbero diventati bei ricordi mi aiutava ad uscire, mi sembra già accettabile. Certo, godermi il presente fino in fondo sarebbe ancora meglio, ma come fare?
      Un bacio!

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